Priamo Bocchi, Capogruppo di Fratelli d’Italia, parla del bilancio dopo le sedute in consiglio comunale.
“Al termine di due interminabili sedute il consiglio comunale ha approvato il Bilancio. Il voto contrario del gruppo Fratelli d’Italia è motivato da scelte e contenuti politici non condivisi che sono contenuti nel voluminoso documento contabile. Dal lato delle entrate ho criticato il mantenimento dell’aliquota massima di addizionale Irpef con una soglia di esenzione bassa, 12.000 euro di reddito (a Milano è di 23.000 euro). Le sanzioni stradali sono previste oltre i 20 milioni mentre a fronte dei numerosi accertamenti IMU, la percentuale dell’incassato è solo del 25% nel 2022 e del 30% nel 2023. Slitta di un anno l’entrata prevista (contributo AICS) nel 2024 per il fallimentare e incompiuto progetto “Maison Parma” in Burundi, più volte da me criticato con interrogazioni e che si sarebbe dovuto concludere nel maggio 2024. L’imposta di soggiorno (entrata prevista di 2,3 milioni) prevede la destinazione alla Fondazione Teatro Regio di più della metà delle risorse incassate mentre alle missioni turismo e cultura viene destinata una quota di spesa corrente molto bassa (in totale il 2,9% della spesa corrente. Dato tra i più bassi d’Italia, vediClassifica Sole 24 Ore). Sempre dal lato della spesa corrente, alla missione ordine pubblico e sicurezza sono assegnati solo 11,1 milioni: per fare un esempio, il comune di Brescia, su un bilancio inferiore, ne destina 23. Il settore sociale, ispirato al citatissimo Patto Sociale e ad un approccio socio-sanitario, prevede una dotazione di 75 milioni di euro ma mancano progettualità e misure che possano dare sostegno adeguato alle nuove povertà e alle famiglie: niente quoziente famigliare, nessun sostegno a maternità, nessun incentivo alla natalità (tasso di natalità dello 0,75 per mille a Parma), soluzioni deboli alle liste d’attesa dei nidi d’infanzia. Le politiche della mobilità, improntate ad una demonizzazione dell’auto e all’ottenimento di una fantomatica “città climaticamente neutrale, insistono su limiti, divieti, restrizioni, zone 30 con scarsi investimenti in ciclabili, infrastrutture viarie e collegamenti con le frazioni. Sul piano degli investimenti e delle opere si registrano passi avanti in quelle PNRR ma le altre restano al palo o sono spostate in avanti: risposte insufficienti e mancanza di progetti su quelle più urgenti quali Mall, ex Cobianchi, Wopa, Cittadella, Ponte Nord, ex Scalo Merci, Teatro Guareschi. L’intervento in corso sulla copertura e sugli impianti del Palasport (finanziato con importanti fondi PNRR) rimanda al 2026 il reperimento fondi per la vera e propria riqualificazione: intanto altre città (Genova, Ravenna, Firenze) stanno ultimando moderne arene sportive, polifunzionali, flessibili, sostenibili e a costi relativamente contenuti. Rivedibile anche la gestione del patrimonio immobiliare di comune e partecipate: alcune bloccate e inutilizzate (ex deposito Tep) mentre è discutibile che si concedano immobili a canone ridotto e agevolato ad associazioni politicamente vicine e privilegiate (che magari in quegli spazi organizzano eventi pubblicizzandoli con un assassino come testimonial e con slogan che sono una vera e propria istigazione a delinquere). Tutte le altre, anche se socialmente più meritevoli, devono arrangiarsi perché escluse dal solito “circoletto” rosso”.
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