“Abbiamo prove schiaccianti che è stato lei, Teima ad uccidere la sua ex, e chiederemo il processo con rito immediato”. Queste le parole sostituto procuratore di Aosta Mario D’Ambrosio. “Sono innocente non ho ammazzato io Auriane”, ha dichiarato invece Sohaib Teima. Sono le due facce dell’interrogatorio fiume che si è svolto ieri ne carcere di Torino, relativo all’omicidio della 22enne francese Auriane Laisne, il cui cadavere era stato trovato nell’aprile scorso in una chiesetta abbandonata nei boschi di La Salle, in Val d’Aosta. Un interrogatorio durato più di quattro ore, in cui l’indiziato numero uno del delitto, l’ex fidanzato della vittima, Sohaib Teima, il 21enne fermano di origini marocchine, è stato messo sotto torchio dal sostituto procuratore D’Ambrosio, che lo ha incalzato cercando di farlo confessare. Ma Teima, difeso dagli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra, ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti, respingendo ogni accusa nei suoi confronti. Gli inquirenti, però, continuano a non avere dubbi e sono convinti che l’indagato abbia premeditato l’omicidio in un crescendo di voglia di vendetta per la denuncia fatta dalla ragazza nei suoi confronti per i presunti maltrattamenti. Secondo il sostituto procuratore D’Ambrosio, che coordina le indagini sul delitto, anche il fatto che Teima abbia denunciato la 22enne per il possesso di 30 grammi di cocaina, per farla poi arrestare all’aeroporto di Fiumicino, sarebbe stato un modo per fargliela pagare, arrivando ad ipotizzare che possa essere stato persino l’indagato a mettergliela nella borsa quando si sono incontrati a Firenze. Ipotesi, solo ipotesi. Dal canto loro gli avvocati difensori sono in possesso di messaggi, scritti e vocali, da cui si evince chiaramente che la 22enne francese trasportasse droga per conto della titolare del locale in cui lavorava come ballerina a Vienna.
Dunque, nonostante lo scontro frontale di ieri, le parti restano sulle loro posizioni in attesa del processo che, come detto, potrebbe essere con rito immediato e quindi a stretto giro di posta. Teima, dopo la condanna in Appello per i maltrattamenti nei confronti della ex fidanzata e dopo aver scontato la pena in Francia, era stato estradato in Italia, come richiesto dalla Procura della Repubblica di Aosta. Il 21enne fermano era stato trasferito nel carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino, in attesa dell’interrogatorio di garanzia e dell’udienza di convalida della misura cautelare. Teima si trova in carcere dall’aprile scorso, cioè da quando il cadavere della 22enne francese era stato rinvenuto nella chiesetta abbandonata nei boschi di La Salle con due ferite da arma da taglio di cui una mortale al collo. Tempo 24 ore e la gendarmerie francese, su richiesta della Procura della Repubblica di Aosta, aveva arrestato a Lione il 21enne nato a Fermo da padre egiziano e madre marocchina. Il ragazzo, che ha tre cittadinanze, italiana, egiziana e marocchina, da un anno e mezzo viveva in Francia per studiare all’università di Grenoble.
Fabio Castori
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