Il calendario all’ultima pagina, il 2024 volge al termine ma non si ferma la Capitale e nemmeno la sua ristorazione. Diverse le nuove aperture per questo inverno non ancora iniziato, dislocate in città e varie per genere e offerta. Dall’alta ristorazione in albergo alla nuova vita di una ex discoteca romana, senza scordare la pizza e locali dedicati a tradizioni di altre regioni, con un breve sguardo anche ai Castelli Romani.
Alain Ducasse – Via di Ripetta 246
Dopo molta attesa (e molti rinvii burocratici) ha aperto i battenti il ristorante romano di Alain Ducasse, all’interno del neonato Hotel Romeo ma con una entrata dedicata. Il pluripremiato chef francese è alla seconda inaugurazione dopo quella del locale napoletano, e coordinerà il lavoro del resident chef Stephane Petit. Un unico menù degustazione, e una cucina che mescola Italia e Francia. A differenza di quento fece nel ristorante di Napoli, Ducasse ha però scelto di partirte subito inserire fin da subito dei piatti di pasta. È previsto un unico menu degustazione.
Cafè Ginori – Hotel de la Ville – via Sistina 69
A Roma il primo Cafè Ginori con boutique, nel Rocco Forte Hotel in via Sistina, felice unione tra il buon vivere e la buona tavola. A curare la proposta gastronomia lo chef Fulvio Pierangelini, già creative Director of food per la catena alberghiera, e qui interprete gastronomico del menu. Una collaborazione con Ginori 1735, storico brand italiano si porcellane, che pone l’accento sulle stoviglie usate nel servizio in tavola, formulando un connubio tra design, estetica e gusto in ogni momento della giornata. Cucina che trae ispirazione da luoghi lontani per i Dim Sum a Roma e sapori della tradizione. Menu dedicato alla cena che spazia dal crudo di orata con cachi, origano e capperi ai tonnarelli cacio e pepe con astice, fino al pollo di campagna croccante, insalata, salsa Caesar e tartufi di stagione.
Osteria Sauli – piazza Sauli
In dirittura di arrivo, o per meglio dire di apertura, dopo diverse peripezie la nuova osteria di Garbatella che vede Zerocalcare scendere in campo nella ristorazione, come socio, al fianco di Antonello Magliari de Il Grappolo d’Oro e La Barrique, insieme alla cuoca Stefania Pinto e Francesco Ciancarelli. Sapori concreti e piatti della tradizione a cavallo tra Lazio, Roma, Abruzzo e Puglia, animati dalla strenua ricerca di fornitori e materie prime. Stesso spirito che si ritroverà anche nella carta dei vini.
La Ménagère – via Mario de’ Fiori 98
A pochi passi da piazza di Spagna approda anche a Roma il rinomato locale fiorentino, negli spazi che furono di una famosa discoteca capitolina. Caffetteria, cocktail bar, Flower shop e negozio in un’affascinante sede che concentra in un luogo, e diversi spazi, un raffinato gusto per l’estetica e il piacere della convivialità. Menu declinato alla maniera francese ma con anche ispirazioni italiane nelle proposte, non manca una fornita selezione di ostriche e la scaloppa di foie gras, come anche la pasta fresca fatta in casa e una proposta di formaggi da Francia e Toscana.
George Lobster – via Leone IV 30
Il panino tanto amato negli States arriva a poca distanza dal Vaticano, portando la cultura culinaria della East Coast in città. Protagonista del menu è il lobster roll che racchiude in un soffice buon alle patate astici, gamberi e granchi provenienti dalle acque del Nord America. Proposto in cinque varianti, dal lobster (astice) alla versione veggy a base di avocado, il roll è servito con salsa a base di maionese o burro aromatizzato al limone. Coleslaw, patatine fritte e patate dolci sono a corredo de i piatti, insieme a diversi snack che completano l’offerta, fruibile sin dall’aperitivo.
Taps – via Gaio Melisso 32
Nasce tutto da un viaggio dei fratelli Piacentini per seguire un master in Brewers in Canada, poi l’incontro con Lorenzo Bracchi e la fondazione di un’etichetta brassicola: Lynn Peak, come il monte più alto di Vancouver. Adesso un luogo che la mette al centro dell’offerta, insieme ad altre birre sia su spine che a pompa inglese. Ad accompagnare la bevuta tapas dalla cucina, con focacce e pita prodotte in casa. Alici marinate e beurre blanch, tapas con manzo alla romana, gyoza e sandwich ma anche proposte a base vegetale.
Comus Locanda Conviviale – via Aldo Manuzio 28
Dal nome del dio greco della baldoria alcolica e buona tavola, questo nuovo ristorante dei fratelli Cervelli vede lo chef Giulio Barghi ai fornelli. Tradizione romana che si apre ai sapori della cucina italiana, con piccoli guizzi creativi che non snaturano l’identità degli ingredienti, e degli intenti. Dalla carbonara o cacio e pepe si approda al tonno scottato con salsa tonnata e fondo di vitello, pin fatti in casa con ripieno di zucca mantovana o carpaccio di Black Angus. A corredo una carta dei vini che dall’Italia guarda con attenzione alle bollicine francesi.
Giù Upside Downtown Restaurant – via Paolo Stoppa 40
La fusione delle origini siciliane, del lavoro a Roma e della passione per il Giappone nella nuova impresa di Giuseppe Milana, prima chef nella trattoria giapponese Umami. Ispirato dalla cucina kaiseki, Milana compone il menu su base stagione con numerose portate senza ordine stabilito, combinando sapori e tecniche di cucina dalla Sicilia al Giappone, passando per il Lazio. Solo per citare alcuni esempi, ci sono i gyoza di coda con crema di pecorino e salsa alla vaccinara o i donut di anelletti alla palermitana; stessa inventiva anche nei dolci.
Inverso – via Vibio Mariano 3/5/5b
È un po’ come un ritorno a casa per Sami El Sabawy, eppure è una nuova avventura imprenditoriale che ha voluto per impastare nel luogo che il padre ha portato avanti per trenta anni. Si chiamava Le Piramidi, omaggio alle origini familiari, e ora è Inverso dove El Sabawy sforna pizza in teglia. Non abbandona il forno di A Rota, ma si sdoppia e mette alla prova con la pizza al taglio moderna, mantenendo anche il kebab che faceva il papà e la pizza tonda per una trentina di coperti.
Nuan – via Siria 3
Un’apertura in sordina quando la città era rovente sotto il sole estivo, così Nuan ha debuttato sul panorama cittadino. ‘Cucina casalinga’ la chiamano i due chef patron Elvio Ferrelli e Luana Pesce, cresciuti professionalmente nelle cucine di Acquolina e Acquaroof Terrazza Molinari. Pescato fresco dalle coste laziali, materie prime a carattere regionale e piccoli produttori selezionati con cura. Cucina di pesce regionale trattato con delicatezza e nel rispetto della tradizione, senza escludere guizzi moderni nelle tecniche e negli abbinamenti. Menu in costante evoluzione, espressione di stagione e mercato, due proposte degustazione e solo vini dal territorio nazionale.
Osteria Chiari – via del Gazometro 13
Sapori e ricette della tradizione romana dal fuoco del camino e cucinate sul crepitare della brace. Cosi si presenta questa nuova osteria nel quartiere Ostiense che ricalca i piatti tipici laziali e romani, a partire dalla focaccia con puntarelle e alici, i carciofi alla romana o l’amatriciana fino al raviolo di coda alla vaccinara con pecorino e fondo bruno e pannicolo con carciofi alla brace.
Boombeat – via Pascarella 38
Porta in città il sapore della Puglia, delle bombette in forma street food. Francesco Greco e Marianna Mongelli, soci e latori di questa ricetta pugliese, portano in città le bombette dalla macelleria di Martina Franca e le cuociono espresse sulla piastra (anche se la tradizione, irripetibile nella Capitale, vorrebbe il fornello). Bombette servite così, nella succulenza degli involtini ripieni e piastra, ma anche accompagnati da altri ingredienti di origine pugliese, come le cime di rapa o il caciocavallo semistagionato alla piastra.
FA.SE. Osteria Moderna – viale Amelia 13b
Osteria di quartiere che ha riportato ai fornelli Ornella De Felice, prima Coromandel e Borgo della Mistica, e in sala Fabrizio Mazziotta con Stefania Guerrizio in pasticceria. Non solo cucina romana, ma ispirazione da tutte le regioni italiane e il piacere di una vasta proposta di antipasti che alimentano lo spirito conviviale. Grande valore viene dato alle provenienze dei prodotti che entrano in cucina, conosciuti personalmente dalla chef per qualità ed etica di produzione; lavorazioni ai fornelli volte a valorizzarne la qualità e imprimere sapori decisi e riconoscibili.
Cosetta Vino e Altro – viale delle Milizie 122
Un locale incentrato sul vino e sulle storie che gli ruotano intorno, senza una carta dei vini fissa ma con una selezione in costante mutamento, crescita e rotazione. Le etichette e le cantine sono selezionate tra i piccoli produttori, accomunati da carattere artigiano, e con gli stessi criteri anche i produttori di liquori e distillati, nonché i fornitori per la cucina, ortaggi e verdure dal vicino mercato Trionfale. Nei piatti qualche ‘cosetta’ da mangiare, ragionata secondo il criterio dell’accompagnamento e della convivialità che mette al centro lo spirito autentico di una bottiglia che riempie più bicchieri.
Il Pescatorio al mercato Trionfale
Approda al Mercato la gastronomia di mare Il Pescatorio, precisamente al box 111. Un banco al mercato, uno dei più vivaci della città, che ricalca la filosofica del più che decennale negozio bistrot ai Colli Portuensi: preparazioni pronte da portar via, pronti a cucire e già cotti, insieme al suo street food. In particolare il debutto dei Mare-tozzi, maritozzi al sapore di mare pronti ad accogliere nell’impasto lievitato le ricette della tradizione romana, con piccole rivisitazioni come la picchia di tonno o la trippa di baccalà, menta e pecorino.
Jigger – via Mamiani 10 (Frascati)
Non si sposta, ma si è sdoppiato il cocktail bar aperto da pochi anni all’Appio Latino e ora anche a Frascati. Deve il nome al misurino per i cocktail e lo mette al centro della proposta in questo nuovo locale arredato in stile jungle con un grande bancone centrale. Ad accompagnare i drink una selezione di bao, anche con ripieno vegano a base di Redefine Meat, tacos e gyoza. Nella drinklist compaiono trenta classici della miscelazione e più di venti signature, in grado di soddisfare tutti i gusti nel bicchiere.
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