Un muro contro muro che serve a poco anzi rischia di impantanare la macchina del Risanamento che viaggia spedita tra assegnazioni di nuove case e demolizioni. Un prezzo troppo alto da pagare per una città che deve liberarsi una volta per tutte delle baracche. Ma i due attori principali, Comune e struttura commissariale, vivono ormai da separati in casa. E l’impressione è che neanche l’ultimo affondo del sindaco Federico Basile, durante la conferenza stampa di stamane, possa essere utile a superare l’ormai nota querelle scoppiata dopo l’acquisto all’asta da parte dell’ufficio diretto dal sub commissario Marcello Scurria grazie a un’offerta maggiore rispetto a quella del Comune. La posizione di Palazzo Zanca è netta: si è trattato di uno sgarbo istituzionale che non doveva accadere. Così ha commentato il primo cittadino.
Scurria prepara le carte: “Dimostrerò quanto sono improvvide le accuse del sindaco”
“Non avrei mai voluto fare questa conferenza – ha spiegato Basile – ma era opportuno mettere a conoscenza la Regione di un’anomalia, del resto il governatore Schifani è il primo interlocutore”. Poi il commento sull’episodio, visto come una goccia che ha fatto traboccare il vaso considerando che i rapporti tra Scurria e l’amministrazione comunale non sono da tempo distesi. “Ritengo anacronistico che il Comune partecipi a un’asta pubblica e si trovi accanto la struttura commissariale. I soldi pubblici vanno gestiti bene, quanto accaduto è grave. Sono stati acquistati a prezzo più alto gli stessi immobili che dovrà essere proprio l’amministrazione comunale a gestire”. Tutto, secondo Basile, è nato da un’assenza di comunicazione che ha radici lontane. “Impensabile che il braccio destro non sappia cosa fa quello sinistro, i soldi pubblici vanno gestiti bene”.
Ma ci sarebbe anche un errore di metodo secondo le parole di Basile, supportato dal vicesindaco Salvatore Mondello, dal direttore generale Salvo Puccio e dai presidenti di Arisme e Patrimonio Spa, Gemelli e Maurizio Cacace. “La struttura commissariale doveva coordinare con il Comune le attività per un’oggettiva necessità . Le strategie vanno definite prima, non c’entra il mettersi d’accordo. Ci si doveva sedere insieme, programmare. La turbativa asta non è configurabile con le pubbliche amministrazioni. Il compito è quello di tutelare il pubblico interesse, non ricordare chi è più bravo dell’altro. La figura del commissario nasce solo per accelerare procedure già attivate dal Comune in tema risanamento”. E sul mancato dialogo il direttore generale Salvo Puccio aggiunge un altro particolare. “A luglio abbiamo chiesto alla struttura commissariale di camminare a braccetto su fondi Pinqua, ma senza esito. Successivamente ci siamo rivolti al Prefetto per andare avanti”.
A spiegare nel dettaglio cosa è avvenuto durante l’asta giudiziaria è stato invece Maurizio Cacace. “Patrimonio Spa ha supportato il Comune in tutte le fasi, si è deciso di presentare un’offerta minima con un ribasso del 25% offrendo in totale 972mila euro. Solo in sede d’asta abbiamo scoperto l’offerta del sub commissario, superiore alla nostra”. La differenza è di circa 300mila euro in più.
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