“Pistolettate al portone di casa del posteggiatore su mandato del clan”: 34enne davanti al gip #finsubito richiedi mutuo fino 100%

Domani mattina, alle 8,45, davanti al gip di Agrigento, Micaela Raimondo: è stato fissato l’interrogatorio di convalida del fermo del favarese Michele Bongiorno, 34 anni, che si è costituito nella notte fra giovedì e venerdì ai carabinieri di Villaseta, dopo essere sfuggito martedì al blitz che ha sgominato le famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle perché si trovava all’estero.

Dossier. Consumazioni a sbafo, pizzo e botte: il caso del titolare del bar che prima denuncia il clan ma poi si rivolge al boss

Bongiorno, accompagnato dal suo legale Ninni Giardina, ha bussato alla caserma dei carabinieri, ai quali da subito ha fatto sapere che si sarebbe consegnato, ed è stato trasportato in carcere dopo la notifica del provvedimento di fermo. Il favarese è accusato di minaccia e porto illegale di arma con metodo mafioso.

Dossier. La love story impossibile col “nemico” già fidanzato: così è nato lo scontro tra le famiglie di Villaseta e Porto Empedocle

In particolare, lo scorso 18 gennaio, su mandato del capomafia reggente di Villaseta, Gaetano Licata, e insieme a tre uomini a lui vicini – Gerlando Romano, Cristian Gastoni e Giorgio Orsolino – avrebbe organizzato un’intimidazione a un posteggiatore del quartiere che infastidiva alcuni vicini di casa.

Da sindacalista dei netturbini a boss di Villaseta: l’ascesa di Guido Vasile fra attentati, rapine e droga

Bongiorno, quindi, che in quanto favarese non rischiava di essere riconosciuto, gli avrebbe sparato tre colpi contro la porta dell’abitazione e un quarto in direzione delle case popolari.

Il favarese ha già scontato una condanna per un omicidio, commesso a 19 anni nel 2019, ai danni del 32enne Luigi Salvo, il cui cadavere è stato poi bruciato per un banale movente legato a un debito con un amico di Bongiorno. 

 AgrigentoNotizie è anche su Whatsapp. Seguici sul nostro canale