Arrivata a Latina in un momento caldissimo, non solo sotto il profilo metereologico, Vittoria Ciaramella traccia adesso un primo bilancio da Prefetto della provincia di Latina, un territorio che spesso corre sul filo, anzi su tanti fili sottili che si chiamano legalità, caporalato, riciclaggio, contaminazione politica-mafia.
Parliamo del fatto più rilevante del 2024: la morte di Satnam Singh. Quanto abbiamo sottovalutato, come comunità, il fenomeno dello sfruttamento del lavoro in agricoltura?
«Non credo che il fenomeno sia stato sottovalutato. Tanto è stato fatto da parte degli organi ispettivi e di vigilanza e da parte delle Forze di Polizia in chiave di prevenzione e controllo. Gli obiettivi finora raggiunti hanno spinto ad implementare ulteriormente le forme di collaborazione tra le Forze dell’Ordine e le altre Istituzioni, in quanto ciascuno, tenuto conto delle rispettive competenze, può fornire un contributo importante nella lotta all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro. A seguito del tragico episodio di Singh Satnam sono state, infatti, intensificate le attività di ispezione e di contrasto al fenomeno del caporalato, attività che hanno condotto in molti casi alla comminazione di sanzioni amministrative per irregolarità dal punto di vista contrattuale o sotto il profilo della sicurezza sui luoghi di lavoro e, in alcuni casi, alla sospensione dell’attività lavorativa. Anche la Prefettura ha fatto la sua parte partecipando ad una strategia di azione comune e condivisa, attraverso un’attività di coordinamento di tutti gli enti coinvolti e attraverso un’analisi approfondita di tutti gli aspetti relativi al fenomeno del caporalato. Una risposta seria ed incisiva non può, infatti, prescindere da un piano di azione congiunto, improntato sulla circolarità dei flussi informativi e sullo scambio dei dati in possesso di ciascun ente».
Di recente Lei ha ribadito l’importanza di incidere con decurtazioni e/o revoche dei contributi pubblici sulle imprese che non applicano i contratti di lavoro. Cosa dice a chi dissente da questo “deterrente”?
«Applicare sanzioni severe, quali la riduzione o la sospensione dei contributi pubblici, serve a mandare un messaggio chiaro: il caporalato non può essere tollerato. Colpire chi sfrutta rappresenta un passo fondamentale per spezzare un circolo vizioso. Di certo le sanzioni da sole non bastano ma rappresentano un tassello importante all’interno di una strategia più ampia se affiancate da controlli regolari e mirati e da incentivi per chi agisce nel rispetto delle regole».
Non solo il bubbone agricolo: vanno emergendo gravissime forme di sfruttamento nel turismo e nella logistica in questa Provincia. Come lo evitiamo, secondo Lei, un altro Satnam anche lì?
«Per evitare lo sfruttamento nei settori della logistica e del turismo è necessario un approccio multilivello, che coinvolga istituzioni, aziende, lavoratori e consumatori. Occorrono controlli sistematici sul rispetto dei contratti collettivi, evitando pratiche come il subappalto nella logistica o contratti stagionali precari nel settore del turismo. Occorrono ispezioni regolari e mirate sui luoghi di lavoro, nonché premi ed incentivi per le imprese che adottano comportamenti virtuosi».
Possiamo sperare di avere meno interdittive antimafia nel 2025 rispetto ai grandi numeri del 2023 e del 2024?
«E’ difficile fare previsioni relativamente ad un istituto, quale è quello dell’interdittiva antimafia, basato su un procedimento preventivo complesso, che parte dalle informazioni fornite dalle Forze di Polizia e dalla DIA in sede di Gruppo interforze, per poi sfociare in un provvedimento che non consente la partecipazione di aziende infiltrate a gare pubbliche. Sicuramente il nostro territorio non può ritenersi esente da tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata: lo dimostrano le numerose operazioni di Polizia degli ultimi anni e le numerose interdittive adottate da questa Prefettura. Quello che mi sento di poter garantire è che proseguirà incessante il lavoro di questo Ufficio, congiuntamente a quello delle Forze di Polizia, per impedire che aziende legate alla criminalità organizzata possano beneficiare di risorse pubbliche o entrare in settori strategici».
Vicenda Aprilia: se ci fosse conclusione per lo scioglimento per condizionamento mafioso sarebbe il primo caso in provincia di Latina. Potrà servire da monito ad altre amministrazioni comunali?
«Premesso che non conosciamo ancora l’esito delle valutazioni della Commissione di indagine, sicuramente un tale provvedimento di rigore non viene mai adottato a cuor leggero e serve da monito per altre Amministrazioni comunali. Esso rappresenterebbe un chiaro segnale che lo Stato è vigile e pronto ad intervenire in presenza di condizionamenti illeciti e servirebbe da stimolo per gli altri Comuni a rafforzare i controlli interni e a verificare la trasparenza degli atti amministrativi».
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