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Vicenza, la badante-killer sospettata di quattro omicidi: si indaga sulle farmacie che le fornivano psicofarmaci #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Ci sono altre tre morti sospette, oltre all’omicidio dell’81enne Imelda Stevan, per il quale è finita in carcere, sul conto di Paola Pettinà, la finta badante vicentina che tra il 2022 e il 2024 avrebbe intossicato con dosi letali di farmaci gli anziani di cui si occupava, spacciandosi come assistente socio sanitaria.

Si aggrava così la posizione della donna arrestata mercoledì scorso dai Carabinieri, ora indagata anche per tre nuovi decessi, che porterebbero a 4 il computo degli omicidi. Tra questi, anche quello dell’ex marito di Pettinà, Romano Rossi, 88 anni, mentre l’ex compagno e convivente della donna era riuscito a salvarsi dall’avvelenamento da farmaci – uno dei 5 presunti tentati omicidi – grazie al ricovero in ospedale.

A quest’ultimo, avrebbe fatto credere che gli stava somministrando un multivitaminico: in realtà quelli che la 46enne faceva bere alle persone che assisteva erano mix letali di Tavor, Xanax e Lorazepam. Le altre morti sospette delle quali potrebbe essere chiamata a rispondere sono quelle, appunto, dell’ex marito, deceduto il primo marzo 2024, di Graziella Pulliero, morta 19 febbraio dello stesso anno, e di Alessandra Balestra, 75 anni, madre dell’ex compagno della finta badante.

La donna di Sandrigo (Vicenza) non ha risposto al Gip nell’interrogatorio di garanzia; ma nelle dichiarazioni spontanee fornite al momento del suo arresto avrebbe detto: «forse ho esagerato con le benzodiazepine, ma vedevo gli anziani agitati, non volevo far loro del male». Risulta che arrivasse a somministrare anche 100 gocce di psicofarmaci al giorno. Sovradosaggi che portavano i pazienti a stordimento, disartria, difficoltà a reggersi in piedi, costringendoli infine al ricovero in ospedale.

Ma come faceva “Paolina”, così la conoscevano gli assistiti ed i loro familiari, a procurarsi partite così massicce di medicine? Semplicemente presentando alle farmacie fotocopie di ricette in bianco, assicurando di possedere a casa gli originali. I Carabinieri hanno controllato 25 farmacie, accertando che nell’arco di pochi mesi la 46enne era riuscita ad ottenere 272 confezioni di Xanax.

Una donna “radicalmente adusa alla menzogna” ha scritto il gip nell’ordinanza di custodia cautelare. Nonostante una indagine durata nove mesi, con tanto di intercettazioni, non è ancora chiaro il motivo del piano omicida perseguito da Pettinà.

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Ma oltre all’omicidio, nelle carte dell’indagine c’è spazio per accuse che prefigurano il fine del lucro: la donna è accusata anche di spaccio di medicinali (lo Xanax veniva ceduto anche a terzi), rapina e auto-riciclaggio: questo perché dopo aver stordito con i farmaci una delle anziane che doveva assistere, le aveva rubato dei gioielli, vendendoli nei negozi “compro oro”, ricavando 3mila euro. La donna è ora rinchiusa nel carcere veronese di Montorio.

I farmacisti rischiano accuse di spaccio

I farmacisti che hanno rifornito la presunta badante-killer, Paola Pettinà, rischiano di essere indagati dalla Procura di Vicenza per spaccio di sostanze stupefacenti. È quanto si apprende da fonti inquirenti sul secondo filone dell’indagine del Nucleo investigativo dei carabinieri di Vicenza sull’ex commessa e profumiera, finita giovedì in carcere con accuse di omicidio, tentato omicidio, rapina aggravata e autoriciclaggio per aver drogato con mix letali anziani pazienti agganciati sui social e derubati per rivendere oro e gioielli nei compro-oro del vicentino.


Il Maggiore Filippo Cini, comandante del Nucleo Investigativo carabinieri di Vicenza

 (ansa)

Da quanto si apprende l’indagine si allarga al fronte delle farmacie dove la donna si riforniva di dosi massicce di benzodiazepine e trazodone. Le perquisizioni in tre rivendite di medicinali, disposte dai pm e svolte assieme ai militari del Nas nelle stesse delle ore dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, servono infatti a verificare se gli esercizi non abbiano utilizzato canali di approvvigionamento dei farmaci diversi da quelli ufficiali e se i farmacisti abbiano venduto grandi quantità di tranquillanti in spregio alla normativa alla 46enne in assenza di regolari prescrizioni mediche.

Se ciò fosse dimostrato, i titolari o dipendenti delle farmacie rischiano di essere iscritti sul registro degli indagati con ipotesi di spaccio di droga. Questo perché da marzo 2024 quelle sostanze stordenti fanno parte a pieno titolo delle tabelle ministeriali delle sostanze stupefacenti e psicotrope allegate al Testo unico stupefacenti.



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