Crescono i consumi per queste festività 2024-2025, cresce la spesa media pro capite per i regali, e sembrano andare bene anche le prenotazioni per quanto riguarda alberghi e ristoranti tra Natale e Capodanno. A fare una panoramica di come si stanno muovendo i marchigiani all’avvicinarsi delle classiche feste dell’ultima parte dell’anno è Giacomo Bramucci, presidente di Confcommercio Marche Centrali e Confcommercio Marche.
«Il panorama di riferimento economico del nostro paese è comunque complicato, viene da un periodo estremamente duro con i consumi al palo, ma vede un barlume di speranza per il 2025. Il 2024 è un anno comunque positivo, perché stiamo leggermente riprendendo quello che abbiamo lasciato in questi ultimi anni e torneremo probabilmente a un livello di consumi natalizi in positivo rispetto al 2019, che era l’anno di riferimento prima della crisi, dell’inflazione e delle dinamiche internazionali che avevano compresso molto i consumi in questi ultimi anni. Il 2019 era un anno tutto sommato positivo: quest’anno raggiungeremo quei livelli di spesa per la prima volta».
È un giudizio dunque positivo – nonostante il contesto difficile – sia per quanto riguarda il numero di persone che hanno deciso di fare acquisti a Natale, sia per l’importo speso per i regali di Natale. Rispetto al 2022 la spesa media pro capite nella regione è passata da 189 a 210-215 euro a testa. Nella speranza che il 2025 concretizzi una ripresa un po’ più sostanziosa.
«Ancora siamo in quella fase in cui fattori esterni, anche improvvisi, possono farci ripiombare in situazioni molto più nere – spiega Bramucci – rispetto a questa luce che si vede in fondo al tunnel. Gli scenari internazionali, il caro prezzi e l’approvvigionamento energetico negativi, solo per fare qualche esempio, si ripercuotono immediatamente sul consumo delle famiglie. In più c’è anche quel problema ormai strutturale che è il livello di salari che non cresce nel nostro paese. Ormai da più di 10 anni noi abbiamo dei salari al palo e quindi facciamo fatica a risollevare lo stile di consumi».
Da Confcommercio arriva quindi soddisfazione per tutto ciò che possa aiutare a far crescere i consumi interni: dalla diminuzione del cuneo fiscale per i lavoratori, alle tredicesime in aumento anche nel numero di coloro che la percepiranno, fino ai bonus. Sono tutti segnali, piccoli segnali, ma nella giusta direzione. «Che si debba fare di più è sicuramente vero, però comunque sono dei segnali e credo che possano aver generato un meccanismo di approccio all’acquisto un pochino più sereno rispetto al passato. Infatti la percentuale delle persone che ritengono questo natale come un natale dimesso è diminuita di circa 10 punti percentuali rispetto al 2023».
Il problema è il carattere temporaneo di alcune misure. «Purtroppo molti degli interventi in questi ultimi anni sono stati interventi spot, non strutturali: il bonus magari fa clamore ma poi in realtà è una vampata che si esaurisce velocemente. Purtroppo noi abbiamo delle dinamiche nazionali che ci vincolano, lo sappiamo tutti, a un debito pubblico che ci lascia poca elasticità di manovra su tanti aspetti».
Tra i settori merceologici che vanno per la maggiore ci sono l’enogastronomia, con il ritorno al gusto e ai prodotti di qualità, il vestiario e i beni legati alla casa, al living; bene, anche se non ha registrato crescite come negli anni passati, l’elettronica.
Anche sul fronte prenotazioni alberghiere e nelle strutture ristorative per vacanze, soggiorni, pranzo e cenoni si registra una buona tendenza a crescere: «Stanno viaggiando abbastanza bene anche le prenotazioni a livello di ristorazione, sia per quanto riguarda il Natale che per quanto riguarda il Capodanno, che comunque chi ha attrezzato serate, cenoni o iniziative di quel genere, vede dei numeri interessanti in crescita rispetto al 2023. In alcune città, come Senigallia, anche a livello alberghiero le prenotazioni per il Capodanno sono comunque in un trend positivo rispetto al 2023. A conti fatti, chi ha deciso di tenere aperto lo sta facendo anche con un po’ di soddisfazione rispetto al 2023. Nel senso di destagionalizzare il turismo, il periodo natalizio è sempre un buon investimento».
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