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“Quello del lupo è un problema serio che molte nostre aziende agricole vivono quotidianamente. Spesso si tratta di piccole imprese, che danno però un contributo fondamentale all’intera comunità in termini di valorizzazione e presidio dei territori, riteniamo che i loro appelli e le loro richieste di aiuto debbano essere ascoltati, altrimenti si rischia di commettere nuovamente l’errore fatto con i cinghiali. Quando anni or sono, solo Coldiretti per prima lanciava appelli, non vi era alcun riscontro e ora viviamo le conseguenze della Peste Suina Africana, scoppiata proprio a causa della proliferazione incontrollata di questi animali, già responsabili della distruzione dei raccolti e di incidenti stradali, purtroppo anche mortali”. Parole di Roberto Gallizioli, direttore di Coldiretti Piacenza, che interviene in merito alla presenza del lupo nel nostro territorio: “La situazione che ogni giorno denunciano i nostri soci è gravissima, gli attacchi dei lupi causano ogni anno la morte di migliaia di pecore, capre, vitelli e agnellini con stragi negli allevamenti che stanno portando al collasso le zone interne e montane, aggravando il pericolo di abbandono di queste aree. Senza dimenticare i molti animali domestici, cani e gatti, sbranati anche nel Piacentino”.
Secondo lo studio di Life WolfAlps EU ci sono più di 3.300 esemplari di lupo in Italia di cui 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola. Gli avvistamenti anche nel Piacentino sono quotidiani e con loro cresce la preoccupazione che Coldiretti condivide degli abitanti, anche per la loro stessa sicurezza. “Questi dati – spiega Adriano Fortinelli, responsabile della fauna selvatica di Coldiretti Piacenza – dimostrano che il lupo non è più a rischio estinzione mentre aumenta – e ogni anno ne abbiamo purtroppo riscontro con la chiusura di aziende e allevamenti – il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico. Senza la costante opera di manutenzione assicurata dalle aziende agricole cresce il degrado ambientale che porta con sé frane e alluvioni, rese ancora più devastanti dagli effetti dei cambiamenti climatici”.
Sul tema delle tutele nei confronti del lupo si è espresso perfino il Comitato Permanente della Convenzione di Berna che ha modificato lo status di protezione del lupo, da specie “strettamente protetta” a specie “protetta”. In base alla nuova classificazione, non è più necessario mantenere la massima categoria di protezione della specie. Non appena entrerà in vigore la modifica del trattato internazionale – chiarisce Coldiretti Piacenza – il 7 marzo 2025, la Commissione europea potrà proporre una modifica legislativa per adattare la Direttiva Habitat, che dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
“Mentre finalmente anche l’Unione Europea si rende conto della gravità del problema – commenta Gallizioli -. Confidiamo che sul territorio vi sia una maggiore sensibilità. Coldiretti si schiera a fianco degli agricoltori e degli allevatori che vivono un problema grave e reale e che spesso non riescono nemmeno dimostrare le predazioni dei loro animali, in quanto i lupi fanno sparire anche le carcasse. Oltre al danno, la beffa di non poterlo accertare”. Lo conferma il racconto di alcuni allevatori della media e alta Val Trebbia associati alla Coldiretti: “In alcune aree abbiamo i nostri bovini al pascolo da maggio a ottobre e ogni anno subiamo sempre più tremende predazioni dei nostri vitelli, non riconosciute perché i lupi predatori fanno sparire le prede o lasciano resti che non vengono identificati. È una situazione in continuo peggioramento, vediamo aggirarsi branchi con dieci esemplari, fanno paura e serve una presa di coscienza”. Sul tema lupi, Coldiretti si è attivata fin dalle prime segnalazioni presso istituzioni e enti competenti e ora evidenzia la gravità della situazione: “Servono – conclude il direttore – interventi concreti e urgenti”.
NEL VIDEO, UN BRANCO DI LUPI SI AVVICINA A UN’ABITAZIONE IN ALTA VAL TREBBIA:
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