A Genova l’ha vinta Meret e in tanti dovrebbero chiedergli scusa. Nell’intervallo Starace oltre al caffè deve aver fatto circolare struffoli e mustaccioli
FALLI DA DIETRO (rubrica nata nel 2008. Le rubriche omonime nate successivamente sono imitazioni)
COMMENTO ALLA 17° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2024-25
Sono uomini soli i portieri.
Soli a ricoprire uno spazio poco più grande di sette metri.
Soli e spesso carichi di responsabilità.
Condannati a guardare le partite da lontano.
Una volta erano tutti vestiti di nero.
E tutti alle spalle portavano il numero uno.
Perché erano il primo uomo.
Ma anche l’ultimo.
Gli ultimi ad arrivare all’abbraccio dell’esultanza per un goal.
Ultimi.
Gli ultimi ad arrendersi.
Dietro la schiena del portiere c’è il risultato di tutti e novanta i minuti. Perché alla fine è così, fin dalle origini. Vince chi prende meno goal.
E l’ultima parola, l’ultima mano che può allontanare la sconfitta, è solo una.
Nelle nostre partite da ragazzi, si condannava in porta il più scarso. Che magari miracolosamente quel giorno parava tutto e diventava l’eroe di giornata.
Raccolgo qua e là citazioni degli Dei, da Galeano a Brera, per il ruolo più bello del calcio.
Aggiungerò che il ruolo del portiere ha la stessa valenza della tromba in orchestra.
Se la tromba stona, se ne accorge persino il gatto, che scappa.
Se sbaglia il portiere è goal, è l’irreparabile (già, qualcosa che non si può parare) e se ne accorge anche il topo che ferma la fuga e apre le braccia avvilito.
A Marassi la vittoria ce l’ha regalata il portiere.
Alex Meret, detto l’Albatros, ha negato – volando magnificamente in orizzontale – al redivivo Super Mario la gloria del gol in tre occasioni almeno, forse quattro, nella baraonda finale.
L’Albatros mette a tacere (per poco, lo so) la non esigua congrega di detrattori.
Quelli che sistematicamente attribuiscono al nostro eroe la responsabilità di ogni rete subita.
Invocandone sistematicamente la cessione.
A favore di qualche altro giovanotto destinato presto a diventare il bersaglio preferito di questo lembo di tifoseria.
L’ha vinta lui, l’Albatros. E in tanti dovrebbero chiedere scusa.
Perché ci evita di intossicarci Natale.
Portiamo a casa tre punti soffertissimi.
Maturati nella prima parte della gara giocata davvero alla grande.
Sembrava tutto facile nel primo tempo.
Il più bel Napoli dell’era “contiana”.
Zambo stratosferico nel ruolo tutto inedito di incursore.
Ferri-Boat Neres che innamora di sé tutti coloro che, amando il calcio, non stanno a ragionarci troppo.
Amir perfetto, anzi monumentale.
Insomma roba da tuoni e fulmini.
Nell’intervallo Starace oltre al caffè deve aver fatto circolare struffoli e mustaccioli.
La squadra si ammoscia.
Spaventa il tifoso e fa incazzare il Feroce Salentino.
Il quale magari dovrebbe incazzarsi anche con se stesso.
Perché tenere sempre tutti sulla corda rientra – mi pare – fra i compiti del tecnico.
Ma forse esagero.
Teniamoci sti tre punti che fanno bene alla classifica e salvano il Natale.
Insomma poteva andare peggio.
Turno favorevole alle visitatrici.
Al Bentegodi genialata di Fofana per Reijnders.
Poi solo freddo e gelo.
A Torino il Bologna di Italiano vince ancora.
Entra Thijs Dallinga e dopo 20’’ segna il suo primo gol in A.
Impresa da record.
Cairo, intanto, è costretto a lasciare lo stadio di nascosto.
Al Via del Mare gli Aquilotti riscattano subito la recente onta subita contro l’Inter.
Conquistano la vittoria ancora grazie alla panchina. Decide un fendente del subentrato Adam Maruscic.
E sono i 10 gol sui 32 realizzati che provengono dai cambi.
Numeri top. In Europa soltanto Atletico Madrid ne La Liga e PSG in Ligue 1 hanno fatto altrettanto.
Un riconoscimento evidente alle scelte azzeccate di Baroni.
I Sangue Oro invece vincono senza cambi. E anche loro fanno record. Perché non era mai successo nell’era delle 5 sostituzioni.
Visto che siamo in argomento, sono da record anche le 13 vittorie complessive della Dea che proprio nessuno ferma più.
E’ la squadra che ha vinto più partite nei cinque maggiori campionati europei in questa stagione.
Un risultato straordinario che la colloca al vertice del calcio continentale
Romano Floriani Mussolini, ventunenne figliolo di Alessandra, segna con la Juve Stabia. Esultano i tifosi col braccio alzato.
Ma forse chiamavano solo il fuorigioco.
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