“Il più bel Natale della mia vita” – Ricordi, racconti e auguri/1

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Antonio Lucio Valerio – Res, Recupero Etico Sostenibile

“Il Natale più bello che ho vissuto è stato l’ultimo passato tutti insieme a casa dei miei. Eravamo 15 persone riunite attorno a un grande tavolo. In un momento così speciale, ognuno di noi ha voluto onorare mia madre, che all’epoca stava affrontando l’inizio della sua malattia e che per anni aveva sempre cucinato per noi. Questa volta, però, siamo stati noi a prenderci cura di lei.
Abbiamo preparato insieme i piatti delle nostre tradizioni e ognuno di noi ha portato un po di quel calore e affetto che lei ci ha sempre donato
Vedere la famiglia unita, condividere risate e ricordi davanti a quel tavolo imbandito, mentre mia madre osservava con gli occhi luminosi, è stato un momento che porterò sempre nel cuore. È stato un Natale di amore, gratitudine e un forte senso di comunità, che ha trasformato un periodo difficile in uno ricco di significato”.

 

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Domenico Guidotti – Guidotti Ships e Innovation Sea

“I più bei Natali li ho vissuti da bambino, perché ho un ricordo particolare legato ai miei genitori. Entrambi lavoravano tantissimo in questo periodo. Mia madre perché aveva una merceria, ‘Anna’ si chiamava come lei e in molti a Termoli la ricorderanno perché era un po’ fuori dagli schemi e vendeva merce (e accessori e intimo ad hoc per Natale) che altri non avevano. Allora lei lavorava fino al 24, dava il massimo per soddisfare i suoi clienti, e la sera della vigilia ci ritrovavamo tutti dai miei zii. Lei tornava stanchissima ma contenta. Per mio padre, armatore di peschereccio, era un po’ la stessa cosa. Nei giorni che precedevano il Natale lavorava tantissimo per far sì che ci fosse il pesce sulle tavole dei termolesi nei giorni di festa. Per me quello è il ricordo più bello del Natale: vedere i miei genitori, al culmine di un anno di lavoro, che si impegnavano così tanto ma con gioia, trasmettendo passione ed entusiasmo”.

 

Dante Cianciosi – imprenditore

“Sono tanti i Natali belli che ricordo, e probabilmente non ce n’è uno che mi è rimasto particolarmente dentro, soprattutto non più di altri. Sicuramente ricordo con grande piacere quelle feste di Natale che risalgono a quando i figli erano piccoli e prima che perdessi mio padre e i suoceri, quindi con la famiglia unita e allargata… Ma sono anche convinto che ne potrebbe arrivare uno ancora più bello. Di sicuro dei miei Natali non ne butto via nemmeno uno, così come da sfacciato ottimista che sono. Però ricordo il profumo dei mandarini e ho un ricordo di un Natale con io, figlio di contadini e marmocchio, che vivevo in campagna dove mamma metteva su l’uva e i meloni che duravano fino a Natale ma il 24 papà andava a comprare i mandarini, una frutta che noi non producevamo e che faceva subito Natale, festa, sorpresa. E lo ricordo entrare con quella cassetta di mandarini in casa.. e questa è un’immagine che mi è rimasta dentro. Forse quindi èì il migliore auspicio che posso fare a me stesso e al territorio è quello di unire le radici all’impegno verso un futuro che possa contare anche sulla innovazione. Perchè, ripeto, sono ottimista e non ho mai avuto dubbi che la chiave del successo e quindi anche della soddisfazione risieda nell’equilibrio tra questio due valori”.

 

Nicola D’Angelo – Scuola d’impresa

“Il mio più bel Natale è questo che stiamo per festeggiare. Ho la fortuna di stare con le persone che amo e sono felice di festeggiare i risultati raggiunti insieme ad amici validi e comprensivi ai quali voglio un mondo di bene. Buon Natale a tutti con l’augurio che il sole che nasce possa splendere in ogni luogo”.

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Giovanni Foglia – imprenditore

“Il Natale che ricordo con un sorriso più grande degli altri è una vacanza natalizia alle Maldive che risale a circa 20 anni fa, quando le bimbe erano piccole, avevano 6 o 7 anni. E’ stata una bellissima esperienza, lontano dall’abitudine e dalla routine e con i loro sorrisi e le loro risate  che mi hanno accompagnato per tutta la vacanza. Il mio augurio? Beh, per il Molise e i molisani, che per me che vengo dalle Marche sono persone bellisime, con le quali si può parlare e delle quali ci si può fidare, tutto il bene possibile, e di continuare con l’ospitalità che li caretterizza e li rende una popolazione speciale”.

 

Antonello Barone – K/Comunicazione

“Viviamo tempi particolari e difficili. Il passato è nebuloso e i nostri ricordi confusi. Le esperienze e gli errori non sono più maestri di vita. E allora, forse, occorre prendere in prestito la morale di Canto di Natale di Charles Dickens. Il Natale più bello è quello che deve ancora arrivare. Occorre avere consapevolezza di quello che siamo e di come siamo arrivati fin qui. Più che del passato credo che molti sentano la nostalgia di un futuro che non sembra essere come ce lo saremmo aspettati. Ma il bello del futuro è che siamo ancora in tempo a cambiarlo. In meglio”.

 

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Guido Pasquarelli – rappresentante del gruppo Gemmir Supermercati

“Il mio più bel Natale è stato quello che è coinciso con la nascita dei miei figli… che sono 3 ed ognuno è stato sempre più bello… perché un crescendo di emozioni. Ne approfitto per augurare a tutti un Natale che illumini davvero la nostra vita e ci accompagni per il nuovo anno”.

 

Nicola Celenza – Animal Passion e Stellaris

“Domanda difficile. Sono tutti belli ma sicuramente lo erano di più quelli dell’infanzia. Quindi per me il periodo è quello degli anni 70-80. Erano più autentici, oggi diamo tutto per scontato. Quando si viveva con meno, i regali si aspettavano con ansia perché arrivavano solo a Natale, il cibo delle feste non lo trovavi tutto l’anno… allora sì che si apprezzava tutto quel che di diverso il Natale portava con sé. E poi si sentiva di più, oggi è diventata una corsa frenetica ma è poco sentita la vera magia del Natale. E infine il clima non è più lo stesso: ora la neve chi la vede più! Prima invece nevicava, si giocava a carte, si stava tutti insieme…”

 

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Giuseppe Montesanto – Montesanto srl

“Sono diversi. Intanto i primi Natali con i miei figlioli appena nati. Tutti e 3 di pari bellezza. E poi in generale i Natali in cui tutta la famiglia si è riunita. In realtà è sempre, per fortuna, così. È un periodo dell’anno diverso da tutti, in cui ci si lascia andare (ciò avviene a mio parere soprattutto la sera della Vigilia più che il giorno di Natale) e in cui si riscopre il senso della famiglia, che è la cosa più importante che abbiamo”.

 

Giancarlo Rizza – Thor, scuola professionale

“Il Natale (Capodanno compreso) del 1999, perché lo trascorsi all’estero, precisamente nei Paesi Bassi. Fu un Natale diverso dal solito, di ‘evasione’ diciamo, lontano dal quotidiano. A volte è necessario”.

 

Michele Martino – Martino Group

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“Il Natale più bello che ricordi? Ne ho due veramente, quello ‘commerciale’ che si riferisce al Natale dello scorso anno quando inaugurammo la gioielleria Martino-Damiani a Campobasso. Peraltro un vanto per la regione tutta perché siamo stati selezionati tra le 40 gioiellerie più importanti d’Italia. E l’altro Natale è quello del 2008… purtroppo l’ultimo con tutta la famiglia riunita”.

 

Anna Impicciatore – Impicciatore Costruzioni

“Senza dubbio quelli della mia infanzia, quando avevo dai 7 anni circa ai 10-11 anni in particolare. Il primo ricordo è legato a tavolate immense… C’era un’atmosfera diversa, una ritualità legata al Natale che poi si è persa. C’era una partecipazione di tutti, compresi noi piccoli, che ormai non c’è più. Ci sedevamo a tavola per mangiare alle 18, ma prima aiutavamo in cucina le nostre mamme, ricordo la preparazione degli struffoli ad esempio. E poi si giocava coi nonni e tra fratelli e cugini a tombola oppure a carte. E poi Natale significava casa, stavamo ore e ore dal pomeriggio a casa, era importante. Oggi è tutto cambiato, non solo perché sono io che cucino! Ma perché tutti quei riti, come quelli legati alla preparazione del presepe, non sono più gli stessi”.

 

Oscar De Lena – Presidente Archeoclub Termoli

“Tra le tante feste di Natale, che ricordo con molto piacere, oltre a quelle trascorse con i miei figli e le loro famiglie secondo le nostre tradizioni, quella fuori della normalità fu quando tanti anni fa, per conto della mia società di San Salvo, la SIV (Società Italiana Vetro) di cui ero responsabile del Prototype Department, fui inviato, insieme ad un mio collaboratore, a Santa Barbara in California, la settimana prima di Natale. Dovevamo allestire in breve tempo un auto con delle vetrature speciali destinata ad essere usata per dei serial televisivi da girare a Hollywood. Fu così che ebbi modo di visitare gli Studios hollywoodiani con le scenografie ancora presenti dei film più famosi del secolo scorso: I dieci comandamenti, King Kong, Odissea nello spazio e tanti altri ancora. A conclusione del nostro lavoro, il 24 dicembre, il proprietario della società, che ci aveva commissionato il lavoro, ci invitò insieme ad alcuni suoi collaboratori in uno dei più grandi e fastosi ristoranti di Hollywood. Quando un trio peruviano che allietava i commensali si avvicinò al nostro tavolo, qualcuno disse loro che anch’io suonavo la chitarra. Mi invitarono a cantare qualche canzone italiana famosa nel mondo. Accennai le prime note di ‘Arrivederci Roma’. Tutti i commensali presenti si alzarono dai loro tavoli e fecero cerchio intorno a quello nostro. Iniziarono tutti a cantare quella bella canzone di Renato Rascel e l’atmosfera che si creò non mi fece mancare il calore natalizio con cui a quell’ora i miei familiari festeggiavano a Termoli. Con l’occasione voglio augurare a tutti i lettori di Primonumero di festeggiare in armonia e serenità un Felice e Santo Natale con l’auspicio che tutte le guerre e i lutti di questi ultimi anni abbiano fine quanto prima”.

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Fernanda Pugliese – presidente di Fidapa Termoli

“Una domanda che a bruciapelo mi sconvolge. Di solito i Natali sono tutti belli perché coincidono con le vacanze, con i doni, con le leccornie, con l’albero, il presepe e gli addobbi. Fino a un certo punto, nel corso del tempo, è più o meno così. Poi, quasi all’improvviso, tutto cambia. La scenografia nel suo impianto resta, ma si tolgono cose e se ne aggiungono altre. I giochi di una volta oggi si sono trasformati in congegni ed aggeggi che ci assorbono diventando parte integrante di noi stessi.

Il mio Natale più bello è stato quello trascorso per la prima volta con mio padre. Avevo 7 anni e lui era finalmente tornato dal Belgio. I suoi occhi fusi nei miei in un immenso sorriso, quella notte della vigilia, fecero più rumore del colpo di fucile sparato in aria da mio zio cacciatore che non vedeva l’ora di dare l’annuncio dell’evento e anticipando di millesimi di secondo il suono delle campane a mezzanotte in punto.

Il mio Natale più bello è oggi, quel plurale di momenti in cui i pensieri, le ansie che affollano la mente si trasformano in sogni, in fede, in attese, in auspici e speranze. Si prendono per mano e con le mani che guidano il mondo e vanno verso le terre contese e in quei luoghi dove non a caso è stato fatto nascere colui per il quale sarebbe dovuta scoppiare non la guerra ma la pace tra popoli fratelli. Ecco il mio Natale più bello con il quale vorrei poter porgere gli auguri di felicità a tutti voi, a chi ascolta e a chi legge, a ciascuno e a tutti, il desiderio di un inizio che riparte da un nuovo anno zero”.

 

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