A seguire concerto di Giovanni Guidi, pianista jazz tra i più apprezzati d’Europa, accopagnato nelloccasione dal Zed1, street artist molto noto che ne illustrerà sul momento le digressioni musicali. Cosa significa in concreto per il comprensorio della valdichiana ritrovarsi ad essere Capitale Toscana della Cultura? Innanzitutto il “premio” servirà a non mandare al macero il lavoro fatto per la candidatura nazionale, quindi a mettere in moto e a valorizzare processi e iniziative culturali, oltre naturalmente al “patrimonio” storico-artistico del territorio. Ma significherà anche 300 mila euro che la Regione ha destinato all’Unione dei Comuni della Valdichiana proprio come “dote” a margine del riconoscimento. Non è una cifra esorbitante. Ma è comunque un regalo non previsto che di sicuro aiuterà alcune situazioni e può fare anche da detonatore per sviluppare progetti ed eventi.
Poi c’è anche una questione di “prestigio“. Per un territorio che è sì ricco di vestigia storiche, architettoniche, archeologiche, di teatri importanti, ma non è una città, quanto pittosto una zona piena anche di campanili che si guardano in cagnesco, ritrovarsi ad essere per un anno la Capitale culturale di una regione come la Toscana può essere uno stimolo a migliorare le relazioni, a fare più squadra, a valorizzare le peculiarità di ciascun centro in un’ottica unitaria, di area, e non di concorerenza. Può aiutare a far conoscere e valorizzare i “giacimenti culturali” presenti sul territorio e che troppo spesso pagano dazio a logiche di autarchia o di diffidenza reciproca. La Valdichiana senese non è una zona ricca solo di centri storici rilevanti, di cattedrali e pievi di campagna, di torri e fortezze medievali o rinascimentali, di musei archeologici o diocesani, o di testimonianze e opere artistiche del passato, è anche un territorio che esprime musicisti (di vario genere, dal classico al rock, dal folk al jazz), teatranti, pittori, scultori, fotografi, disegnatori, scrittori anche oggi. Alcuni a livello professionale e anche piuttosto alto. Ovviamente trovarsi ad essere capitale della Cultura in Toscana per il 2025 significherà anche aprire dicussioni e ragionamenti sui “contenitori” e sugli “spazi” culturali, sulla gestione sempre più privatistica degli stessi e anche sugli eventi grandi e piccoli, perché ce ne sono alcuni di indubbia qualità e altri che invece fanno fatica ad uscire dalla dimensione di festicciola paesana. L’occasione è ghiotta. Ci auguriamo che venga colta e porti dei frutti. Il 2025 è anche l’anno del Giubileo e la Valdichiana senese sotto l’aspetto delle vestigia religiose ha carte importanti da giocare: le cattedrali di Chiusi, Pienza e Montepulciano; le catacombe paleocristiane di Chiusi; alcune pievi romaniche, chiese e antichi conventi… Un anno da vivere come “capitale culturale della Toscana” può prescindere da questo aspetto? Noi, che pure siamo una testata laica e certamente non confessionale, crediamo di no.
m.l.
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