Tornare al passato, come se la riforma Fornero non esistesse più. Un autentico sogno questo, oppure l’aspirazione di chi vede buio lo scenario futuro di pensionamento. Eppure ci sarebbero soluzioni che permettono effettivamente a qualcuno di poter superare l’ostacolo dell’inasprimento dei requisiti introdotto dalla legge Fornero.
Andare in pensione nel 2025 anche se non è stata introdotta nessuna riforma delle pensioni e il sistema resta ancorato alla riforma Fornero, potrebbe nascondere note liete per molti. E adesso analizzeremo alcune soluzioni di favore per alcuni contribuenti. Partendo dalle differenze che sono state introdotte nel 2012 dalla riforma Fornero rispetto al 2011.
Ecco cosa è successo nel 2012 con l’ingresso della riforma Fornero nel sistema
La riforma delle pensioni 2011 è una legge introdotta dal governo Monti quando era Ministro del Lavoro Elsa Fornero. Si tratta di una legge che tutti reputano come l’intervento normativo che peggio di altri ha inasprito i requisiti per andare in pensione.
In effetti dal 2012, anno in cui è stata introdotta la legge Fornero, le misure di pensionamento sono diventate sempre più ardue da prendere. Eppure ci sono delle soluzioni che di fatto azzerano la riforma Fornero per alcuni contribuenti. Che possono andare in pensione addirittura prima di come potevano fare quelli usciti prima che entrasse in vigore la legge Fornero. In pratica c’è chi può sfruttare almeno tre misure di pensionamento che azzerano la riforma Fornero.
Pensioni 2025: ecco tre misure idonee a superare la riforma Fornero
Fino al 2011 si andava in pensione con 40 anni di contributi ed a prescindere dall’età anagrafica. Erano le pensioni di anzianità a prevedere questa carriera come quella utile all’uscita dal mondo del lavoro. Poi si poteva uscire con 60 anni di età ma arrivando almeno a 35 anni di contributi. Ma solo se usando anche le frazioni di anno si completava la quota 96. E per le pensioni di vecchiaia bastavano 65 anni di età per gli uomini e addirittura 60 anni per le donne.
Dalle pensioni di anzianità alle pensioni anticipate
Oggi possiamo dire che per uscire come si faceva con le pensioni di anzianità servono 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 anni di contributi per le donne. E la misura si chiama pensione anticipata ordinaria.
L’alternativa di allora, cioè la quota 96 è diventata la quota 103, con 62 anni di età e ben 41 anni di contributi da centrare. E nel frattempo le pensioni di vecchiaia sono salite a 67 anni di età sempre con i soliti 20 anni di versamenti. Ma senza differenze di genere. Però va detto che anche oggi c’è chi può anticipare l’uscita riportandola alle soglie precedenti la riforma Fornero. A dire il vero sono casi complicati da verificarsi, ma non per questo impossibili.
Ecco i favoriti di oggi in materia pensioni
Per esempio, con 40 anni di contributi oggi possono uscire dal lavoro quanti si trovano a poter riscattare alcuni anni di studio universitario. Infatti con il riscatto fino a massimo 5 anni del periodo dedicato allo studio universitario, c’è chi può ultimare una carriera ferma a 40 anni di contributi che in passato valeva per la pensione di anzianità e oggi non vale per la pensione anticipata ordinaria che, come detto ha soglie pari a 42,10 e 41,10 rispettivamente per uomini e donne.
Uscire a 65 anni di età con 20 anni di contributi come si poteva fare con le vecchie pensioni di vecchiaia, nel 2025 è ancora ammesso ma solo per chi si trova nelle seguenti condizioni:
- almeno 65 anni e 8 mesi di età ;
- almeno 20 anni di versamenti;
- primo versamento successivo al 31 dicembre 1995;
- essere una donna che ha avuto almeno 4 figli;
- arrivare ad una pensione non più bassa dell’importo dell’assegno sociale 2025.
Le donne e i loro vantaggi in materia di pensionamento
Sempre per le donne esiste ancora una possibilità di lasciare il lavoro a 60 anni. Infatti c’è opzione donna, anche se per come è impostata la misura, i 20 anni di contributi delle vecchie pensioni di vecchiaia ante Fornero non bastano. per opzione donna servono almeno 35 anni di versamenti completati entro la fine del 2024 per andare in pensione nel 2025. E sempre entro la fine del corrente anno bisogna aver compiuto almeno 59 anni di età .
La misura però si rivolge solo a invalide e caregivers che hanno avuto almeno 2 figli nella loro vita. Perché con un solo figlio occorre arrivare a 60 anni entro il 31 dicembre 2024, e senza figli occorre arrivare a 61 anni. A prescindere dai figli avuti con 59 anni di età e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2024 possono andare in pensione le lavoratrici licenziate o ancora dentro grandi aziende di interesse nazionale con tavoli di crisi aperti al Ministero.
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