2024 tra gli addii e i terremoti della politica ternana

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Aurora Provantini

TERNI – E’ stato un anno intenso, con due partite elettorali  – le elezioni Europee e le Regionali – e con tante decisioni che hanno influito sulla vita dei ternani. Tanti addi in politica, anche se la giunta Bandecchi ha retto all’urto del secondo anno. Ma la spinta espansionistica che secondo il sindaco lo avrebbe portato a governare la Regione e ad avere un ruolo nazionale, sembra davvero finita. Resta l’amministrazione della città, con un Pd in ripresa (e solidamente alleato al Movimento  5 Stelle),   con Fratelli d’Italia in crisi d’identità,  con Forza Italia che ha portato un rappresentate del territorio (Laura Pernazza) a Palazzo Cesaroni ma che a livello comunale sembra più che altro  la stampella della giunta Bandecchi.

Tra i terremoti della politica, Ap perde due consiglieri comunali (Danilo Primieri e Roberta Trippini) ma riesce ad avere un ruolo nella corsa alla presidenza della Provincia e del Servizio Idrico Integrato grazie  all’alleanza con il centrodestra.

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Gennaio.  L’anno apre con i botti. La Ztl resta aperta «per favorire il commercio di prossimità durante  il periodo dei saldi invernali» ed è subito rivolta : il Comitato delle famiglie del centro storico  parla di  controsenso visto  l’annuncio del taglio di 13mila permessi per rendere il centro più attrattivo. Gennaio è anche il mese della nomina di Sergio Cardinali ad assessore allo sviluppo economico. E’ i suggello del feeling tra Bandecchi e un pezzo corposo della Cgil (una intesa che poi nel corso dell’anno, nel nome di Ast, verrà meno).  Ed è il mese  in cui Alternativa popolare prova a rilanciare le sue truppe, ma il congresso programmatico al PalaTerni va semideserto suonando come un segnale premonitore per le Europee e le Regionali.

Febbraio. Forse è il mese più travagliato. Stefano Bandecchi ci mette del suo per agitare acque:  il 2 annuncia la sua candidatura alle Europee e il 9 si dimette da sindaco di Terni. Spara un missile intercontinentale contro i bisbiglii sul  malumore della sua maggioranza, che però si trasforma in un fuoco d’artificio: dodici giorni dopo ci ripensa e resta a fare il sindaco di Terni. Sul terreno rimane il segretario provinciale di Ap, l’ex enfantprodige del Pd Lorenzo Filippetti, che bisticcia con Bandecchi e si dimette.  

Marzo è il mese del pasticciaccio  della Ztl. Il nuovo regolamento passato in consiglio con i soli voti della maggioranza entra in vigore il giorno 15 «per garantire il permesso a chi ne ha realmente bisogno». Il documento  prevede la rimodulazione delle aree pedonali, l’istituzione di zone interdette, la revisione della validità dei  pass e l’aumento delle tariffe.  Una rivoluzione che si porta appresso una rinnovata segnaletica verticale buona solo 30 giorni e l’ira di commercianti, tassisti, artigiani, residenti, ordini professionali e associazioni di categoria. Due settimane dopo  il consiglio comunale vota ben  37 modifiche al regolamento.  A marzo continuano anche i pasticci  dentro Alternativa popolare: Danilo Primieri lascia il partito di Bandecchi e prova a fondare il gruppo misto ma la presidente del consiglio comunale gli sbarra la strada.

Aprile non è dolce dormire.  Soprattutto per quanto riguarda i mercatini. Domenica 7 esordio assoluto per gli Ambulanti di Forte dei Marmi nel centro città. Per l’assessora Stefania Renzi un toccasana per sprovincializzare il commercio di prossimità anche se i negozianti di Terni, che pagano le tasse tutto l’anno, non apprezzano. A proposito di tasse e di ipotetiche evasioni, la Cassazione conferma il sequestro milionario a Unicusano. Poi, il 25, Festa della Liberazione, vede la presenza del sindaco Bandecchi tornato stabilmente a celebrare la Resistenza dopo gli anni dell’oblio della giunta Latini.  

Maggio al cardiopalma, con la  presidente  del consiglio comunale Franescangeli che accusa un malore sostenendo di essere stata aggredita dal mite Josè Maria Kenny. Niente a che vedere con  gli alterchi che ci sono stati  tra Bandecchi e le opposizioni di destra. Un mese di crepacuore anche per il calcio, con la Ternana che retrocede in serie C.

Giugno terribile. Bandecchi si presenta alle  Europee e racimola un misero 0,39 per cento. I consiglieri di Forza Italia Ferranti e di Fratelli d’Italia Proietti Trotti si presentano in consiglio comunale con una maglietta bianca con la scritta nera  0,39. Una burla che non fa ridere  il sindaco Bandecchi, che paio di sedute dopo fa il verso del  cane all’indirizzo delle opposizioni di destra. All’indomani delle  Europee c’è anche il clamoroso addio dell’assessora all’ambiente Mascia Aniello, la corrente grillina dell’amministrazione Bandecchi. L’assessora se ne va perché ha furiosamente litigato con Sergio Cardinali, l’anima industrialista. La Aniello invece avrebbe voluto chiudere la discarica dell’Ast e addirittura spostare l’azienda fuori dalla Conca. Compagna di vita di Andrea Liberati, sarà una delle voci più critiche nei confronti  di Comune e Regione sul fronte ambientale. Con le sue dimissioni la giunta Bandecchi scivola al 33 per cento di rappresentanza femminile e non si adegua nonostante la  legge sulla parità di genere imponga che ciascuno dei due sessi sia rappresentato in misura non inferiore al 40 per cento.

Luglio. Il cantiere del Verdi, che fino a quel momento non aveva brillato per celerità, si ferma per consentire alle rondini appena nate di crescere e lasciare i nidi.  E sembra spiccare il volo anche Stefano  Bandecchi, che annuncia la sua candidatura alla presidenza della Regione: «Andremo da soli e vinceremo». Peccato che poco dopo ci ripensa.

Agosto. Cessa la guardia armata di Bandecchi,  quei vigilantes assoldati dall’Università  Niccolò Cisano e messi a presidiare i parchi cittadini.  Il sindaco li avrebbe voluti molto più attivi, ma ha dovuto fare i conti con lo stop di Questura e Prefettura. Non cessano invece le trattative nel campo largo. Ad agosto c’è la consacrazione dell’alleanza tra Pd, Cinque Stelle, Verdi,  Liste  civiche, e la convergenza  su Stefania Proietti, un nome e una coalizione che si dimostreranno vincenti alle regionali di novembre. E sempre ad agosto Palazzo Spada   attiva il tutor della Valnerina.  

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A settembre i leader nazionali del centrodestra annunciano di aver convolato a nozze con Alternativa popolare.  A Terni è un terremoto dentro Fratelli d’Italia. Orlando Masselli, dopo una vita di militanza nel Movimento sociale, saluta, seguito dalla preside Cinzia Fabrizi: «Da Bandecchi  ci dividono i valori»- dice la ex assessora alla scuola.

Ottobre è il mese del naufragio del progetto del nuovo ospedale di Terni. Dopo la bocciatura dei due project financing, la giunta Tesei fa sapere che si procederà per stralci e che ci sono 138 milioni di euro a disposizione. Peccato che ne servano almeno 300. Di far partire il cantiere non se ne parla. In compenso a Fornole, per il nuovo ospedale di Narni e Amelia, spunta il cartello con le indicazioni che però conducono in un bosco di lecci. Ottobre è anche il mese della riapertura della Ztl, stavolta dalle 9 alle 21  di tutti i fine settimana, e della campagna elettorale per le regionali. Il risultato sembra in bilico, i sondaggi danno il testa a testa tra Donatella Tesei e Stefania Proietti. Bandecchi  bacia la mano alla Tesei e si consacra suo vassallo. Torna protagonista come sindaco chiudendo le scuole per l’allerta meteo. Peccato che nel giorno di chiusura facciano quattro gocce in tutto.  

Novembre è il mese del voto (e anche dello scrutinio), con un risultato per certi versi a sorpresa: una vittoria perentoria della sinistra. Bandecchi risulta ininfluente nelle percentuali. Notevole invece la presenza dei ternani a Palazzo Cesaroni: Francesco De Rebotti, Francesco Filipponi e Maria Grazia Proietti per il Pd, Luca Simonetti per il Movimento 5 Stelle. Laura Pernazza per Forza Italia, Enrico Melasecche per la Lega, Eleonora Pace e Paola Agabiti per Fratelli d’Italia. Una rappresentanza ben nutrita che lascia sperare che le questioni fondamentali per il territorio (sanità, ambiente, collegamenti viari) saranno bene affrontate.

Dicembre. Si chiude l’anno con il villaggio di Babbo Natale e con le luminarie sparse in quasi tutta la città. Un investimento da oltre mezzo milione di euro in orsi polari, volpi argentate, pinguini e  renne di Santa Claus. Per installare la grande ruota panoramica in piazza Europa ci vogliono 4 settimane: tanta fatica per vederla sempre  semivuota.  

Palazzo Spada vota il nuovo bilancio da trecento milioni di euro: tanti soldi ma aliquote delle imposte e delle tasse comunali non scendono. Eppure il dissesto finanziario del 2018 è chiuso. Anzi no.





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