Chimet sopra i 6 miliardi di fatturato va a caccia di platino nella miniera delle marmitte delle auto (400 milioni di veicoli entro il 2034)

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Chimet chiude un anno, il 2024, cinquentesimo dall’inizio dell’attività, all’insegna dei risultati e delle prospettive. Leader nel recupero metalli, l’azienda fondata da Sergio Squarcialupi con uno dei più avanzati stabilimenti in Europa del settore, è proiettata verso un 2025 in cui sarà previsto un piano di investimenti orientati soprattutto all’alta tecnologia con la collaborazione con aziende innovative del panorama internazionale e al recupero e all’affinazione degli scarti delle lavorazioni industriali per reimmetterli nel ciclo produttivo e favorire lo sviluppo di buone pratiche di economia circolare.

Particolare attenzione sarà rivolta alle cosiddette “materie prime critiche” alla base della transizione ecologica e dell’innovazione tecnologica per cui, a causa delle difficoltà di approvvigionamento, diventa fondamentale sviluppare il riutilizzo: lo sforzo dell’azienda sarà orientato anche verso i PGM, cioè i metalli quali platino, palladio, iridio o rutenio.

Chimet archivia un 2024 di festeggiamenti, consolidamento e nuovi progetti per il futuro. Il cinquantesimo anniversario di attività dell’azienda aretina è stato caratterizzato dal raggiungimento di buoni risultati economici e dalla creazione di ulteriore valore per il territorio, con un importante piano di investimenti orientati allo sviluppo di sostenibilità ed economia circolare. Il bilancio dell’anno è stato impreziosito anche da un rinnovato impegno sociale che ha visto Chimet protagonista di un ciclo di iniziative orientate soprattutto verso le giovani generazioni tra progetti, laboratori e concorsi che hanno coinvolto studenti di diverse età e di diversi istituti con l’obiettivo di sensibilizzare ed educare verso l’importanza strategica di recupero, rigenerazione e riutilizzo delle risorse.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il 2024 è stato un anno particolarmente delicato a causa di una concatenazione di fattori tra incertezze geopolitiche, volatilità dei mercati finanziari, rialzo del prezzo dell’oro e delle materie prime ma, nonostante questo, l’azienda fondata nel 1974 da Sergio Squarcialupi e Vasco Morandi insieme alle famiglie Gori e Zucchi è riuscita a migliorare gli ottimi risultati dei precedenti esercizi.

La diversificazione di un’attività che spazia dal trattamento di tutti gli scarti industriali con metalli (compresi gli scarti elettronici da, ad esempio, cellulari e computer) fino alla produzione e al commercio di sali galvanici, catalizzatori e paste serigrafiche ha permesso a Chimet di consolidare un patrimonio di oltre 420 milioni di euro e raggiungere un fatturato record che ha oltrepassato i 6 miliardi di euro ponendola, di gran lunga, al primo posto in Italia nel settore.

Questa solidità è stata certificata nel corso dell’anno anche dal conferimento dell’Alta Onorificenza di Bilancio del premio Industria Felix rivolto alle realtà capaci di abbinare ottime performance gestionali e solidità finanziaria, con un’inchiesta sui bilanci di settecentomila società di capitali di cui un Comitato Scientifico ha individuato quelle maggiormente in grado di perseguire inventiva, benessere sociale e progresso economico.

Un ulteriore investimento, infine, interesserà l’ampliamento degli impianti fotovoltaici di proprietà di Chimet per soddisfare internamente gran parte del fabbisogno energetico attraverso l’utilizzo di energie pulite, sostenibili e rinnovabili. «Lo sfruttamento di materiali e scarti a fine vita – spiega l’amministratore delegato Luca Benvenuti, – è uno dei modi per attestarsi in una posizione strategica per un Paese o per una comunità, come quella Europea, intrinsecamente povera di miniere e materie prime.

A fare la differenza è sempre più una filiera di affinazione efficace, efficiente e rispettosa dell’ambiente, dunque è doveroso imparare a fare “refining” su tutto. Chimet, ad esempio, estrae i metalli del gruppo del platino da catalizzatori esausti, tra cui le marmitte delle auto.

In Europa, nel 2021, circolava un parco auto di poco meno di 250 milioni di veicoli e possiamo stimare che entro il 2034 questo numero salga a circa 400 milioni, dunque abbiamo una miniera a disposizione solamente recuperando i metalli in circolazione. Queste sono le sfide che Chimet vuole vincere per un futuro di sostenibilità e continua crescita».



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