Crotone – Nel giorno di Natale la lettera degli ex Lap Abramo ad Occhiuto: “Pretendiamo chiarezza” #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni

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Crotone – A pochi giorni dalla notizia della ricollocazione degli ex lavoratori Abramo, gli ex Lap dell’azienda hanno scritto una lettera al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto per chiedere “risposte certe”.

“Qualche giorno fa – si legge nella missiva – sul piazzale di quell’azienda che ci ha visto da sempre precari, alcuni di noi addirittura da 16 anni, ci eravamo illusi, stappando anche una bottiglia per celebrare, una volta in più, quella che da parte sua è stata una vera e propria impresa: salvaguardare 1000 posti di lavoro. E vede, parliamo di impresa non a caso.

A Crotone soprattutto abbiamo conosciuto i danni causati dall’assistenzialismo fine a sé stesso. Il fallimento delle fabbriche nella “Stalingrado del Sud” ha lasciato anni cassa integrazione, una buona uscita che ha molti sembrava la panacea di tutti i mali e nient’altro. Ma poi i soldi, senza lavoro, finiscono. E rimangono solo i veleni. Che per noi, figli di quegli operai, significa lavorare con una spada di Damocle sulla testa. Non dobbiamo di certo spiegarle il perché: la nostra sede distava poche centinaia di metri da quei luoghi che hanno lasciato fame, disperazione e morte.

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E hanno fatto la fortuna di pochissimi.
E se parliamo di quella vicenda, che ha portati ai famosi “Fuochi di Crotone”, lo facciamo perché conosciamo bene la storia della nostra città. E vede pensiamo che ci sia un collegamento diretto con quella storia. Abbiamo imparato, sulla nostra pelle, che continuare a lavorare è l’unica soluzione possibile. Durante questa vicenda abbiamo più volte sentito parlare di “dignità lavorativa”.

Lo sa che noi, questa dignità, non l’abbiamo mai avuta? Eppure basterebbe poco per capire chi, soprattutto negli ultimi anni, tirava la carretta a quello che rimaneva di un’azienda allo sfascio. Ad oggi ci troviamo senza risposte, senza chiarezza. Le diciamo, in questo santo giorno di Natale, che non ce lo meritiamo. Speriamo, anzi siamo sicuri, che nessuno ha mai pensato di farci assumere in Konecta con un contratto che non preveda una stabilizzazione definitiva. Siamo stati LAP – Lavoratori a Progetto – persone costrette a lavorare per quel “progetto” per anni, anni e ancora anni. Anche quando quel progetto era fallito, continuavamo a firmare contrattini a scadenza senza nessuna tutela.

Ci lasci dire, una vergogna per un Paese civile.
Adesso, però, pretendiamo chiarezza: lo dobbiamo alle nostre famiglie, ma anche a noi stessi. Perché è giusto così. Presidente, noi le siamo grati per quello che ha fatto. Questo progetto non è assistenzialismo, ma una visione vera e propria. E un politico di “visione”, nella nostra Calabria, non si vedeva da decenni. Per questo ci rifiutiamo di pensare che, con 20 milioni di euro di fondi pubblici messi a disposizione per la digitalizzazione, non ci sia spazio per un contratto degno di essere chiamato tale anche per noi.

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Ci rifiutiamo di pensarlo perché significherebbe che questa visione avrebbe comunque un aspetto di miopia abbastanza evidente.
Noi non vogliamo regali di Natale: vogliamo solo essere trattati come gli altri. Questa fiducia ce la meritiamo, ce la siamo meritata negli anni. E ci consenta di esprimere un ultimo pensiero: da questa storia chi ci guadagna di più è proprio Konecta, che godrà di una commessa blindata e di sgravi fiscali. Se non dovesse trovarsi una soluzione per far guadagnare degli sgravi anche per le nostre assunzioni di certo non è un nostro problema.

E Konecta potrebbe tranquillamente farsene carico. Assicuriamo noi che si tratterebbe di un investimento. In alternativa basta chiedere a chi ci ha gestito fino ad ora. Rimaniamo in attesa di una risposta, nel frattempo le auguriamo, di nuovo, un Felice Natale”.

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

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