dovrà pagare 400mila euro al Ministero

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Ravenna, 27 dicembre 2024 – La società gestiva gli ingressi di tre punti strategici del turismo a Ravenna. E cioè il museo Nazionale, il mausoleo di Teodorico e la chiesa di Sant’Apollinare in Classe. Ed è per ‘l’ammanco emerso’ per il 2016 e il 2017 che la sezione regionale della Corte dei Conti ha ora condannato Novamusa srl e Roberta Federici, la quale ne era stata amministratrice dal luglio 2015 in poi, a pagare in solido poco più di 400mila euro al ministero della Cultura. È stata invece respinta la richiesta della procura contabile per gli anni dal 2013 al 2015 e per altri due amministratori della società – Gaetano Mercadante e Tommaso Morciano – ai quali sono stati liquidati 1.000 euro a testa, a carico del ministero, per le spese sostenute. Nella clamorosa e intricata vicenda legata a Novamusa, quella erariale rappresenta a oggi l’unica condanna: il processo penale per peculato continuato in concorso, si era chiuso nel novembre 2022 con un’assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’; il giudizio davanti al Tar regionale era stato dichiarato estinto nel luglio 2023; e una citazione per falso si era esaurita nell’ottobre 2023 davanti al tribunale di Bologna per cessata materia del contendere.

A suo tempo la questione Novamusa aveva finito con il monopolizzare la cronaca cittadina. Tanto che la notizia di danno – come si legge nella sentenza del collegio presieduto dal giudice Massimo Perin – era scaturita da un articolo apparso sul Resto del Carlino nel luglio 2019 in merito a una misura cautelare personale disposta nei confronti di Mercadante ed eseguita dalla guardia di Finanza per una vicenda di contestato peculato.

A novembre di quell’anno la procura penale aveva informato quella erariale del rinvio a giudizio di quattro persone, tra cui i tre amministratori poi coinvolti nel braccio di ferro contabile. Per l’accusa penale, in qualità di incaricati di pubblico servizio, i quattro si erano appropriati di oltre 600 mila euro di denaro che spettava alla tesoreria provinciale per canoni annui, biglietteria dei poli museali, aggio degli incassi e fatturato delle royalties. Un’ipotesi poi caduta, con sentenza passata in giudicato, almeno sotto il profilo penale. Per la procura contabile invece rimaneva in piedi un danno erariale da 462 mila euro legato in solido alla società, agli amministratori unici dal 2013 (e cioè Morciano e Federici, quest’ultima non costituita così come la srl) e al possibile amministratore di fatto: Mercadante. La cifra corrispondeva alla parte che spettava all’amministrazione statale per biglietti e royalties sui proventi dei bookshops dal 2013 al 2017 in ragione di una convenzione di concessione di servizi aggiuntivi.

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La Corte dei Conti, dopo avere respinto tutte le eccezioni di sospensione del giudizio in attesa che si pronunciassero altri tribunali, ha preso atto che per Mercadante, come peraltro attestato dalla procura contabile in una memoria del 5 agosto scorso, la sentenza penale aveva escluso che vi fossero prove in merito alla sua possibile gestione di Novamusa quale amministratore di fatto. Come dire ‘una rinuncia’ con conseguente ‘improcedibilità dell’azione contabile’ nei suoi confronti. Per quanto riguarda Morciano, la domanda di risarcimento del danno è stata rigettata in quanto nella sentenza penale era stato specificato, sulla base dei calcoli di un consulente della difesa, che ’i versamenti omessi si riferivano a gestioni successive’ alla sua.

Un quadro che – prosegue la sentenza – non ha trovato ‘adeguate smentite agli atti’: conclusione che peraltro avrebbe abbracciato anche Mercadante se non già escluso dall’ipotesi di danni per altra ragione. Ecco che allora rimaneva fuori solo il periodo 2016-2017 nel quale era “stata in carica Roberta Federici, consapevolmente compartecipe dell’attività svolta dalla concessionaria per conto della pubblica amministrazione”.

I conti li aveva fatti il nucleo di polizia economico-finanziaria di Ravenna nell’aprile 2020: sono quasi 180 mila euro nel 2016 tra Sant’Apollinare in Classe (130 mila), mausoleo di Teodorico (40 mila) e museo Nazionale (9.500). Nel 2017 si era arrivati a oltre 223 mila euro così distribuiti sui tre siti: quasi 172 mila; 43 mila e 8 mila. Totale dei totali: 404.179 euro. Soldi dello Stato, più rivalutazione monetaria.



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