Giochi e bambini: troppi giocattoli, ordine, rotazione, consigli

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Babbo Natale è arrivato e se ne è andato, lasciando i bambini eccitati e i genitori nello sconforto: come trovare ai suoi regali un posto negli armadi e un senso nella vita dei piccoli destinatari? Tra cucine giocattolo, bambole, supereroi e macchinine, l’invasione di oggetti (probabilmente ancora soprattutto di plastica) è travolgente. Un’enorme quantità di giochi, stressante per i genitori ma, come racconta un articolo apparso su Vox, anche per i bambini. Sopraffatti dalle troppe opzioni, i bambini potrebbero persino finire per non giocare con niente. Dunque: che fare?

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Babbo Natale ha esagerato? Quando i giochi in casa sono troppi: consigli di sopravvivenza

Il fenomeno pare stia assumendo proporzioni nuove. E non conosce distinzioni di ceto: l’eccesso di giocattoli, negli americani ma anche da noi, non è un problema solo per le famiglie benestanti.

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Secondo i dati riportati da Vox, le vendite di giochi negli Stati Uniti sono balzate da 22,3 miliardi di dollari nel 2019 a 26 miliardi di dollari nel 2020, e poi a 30,1 miliardi di dollari nel 2021. La spiegazione è chiara: i genitori hanno faticato a intrattenere i propri figli a casa durante la pandemia. Le vendite sono leggermente diminuite nel 2023, forse a causa dell’inflazione, ma rimangono saldamente al di sopra dei livelli del 2019.

Case invase dai giochi: che fare?

Arginare l’ondata è difficile: spesso i giocattoli provengono da nonni o da altre persone care a cui è difficile dire “no grazie”. Oppure sono il bottino delle feste di compleanno sempre più mastodontiche.

All’inizio degli anni 2000, una squadra guidata da Jeanne E. Arnold ha stimato gli averi di 32 famiglie della classe media (il risultato è il volume fotografico Life at Home in the Twenty-First Century: 32 Families Open Their Doors). Bene, a fronte di una media di 139 giochi visibilmente in mostra, “numeri indicibili” di bambole, trenini e peluche erano nascosti sotto i letti o stipati negli armadi. Non solo: «I giocattoli dei bambini americani si riversano fuori dalle camerette dei bambini, nei soggiorni, nelle sale da pranzo, nelle cucine e nelle camere dei genitori e sono onnipresenti nelle case della classe media». Hanno scritto gli autori.

Una ricerca inglese del 2010 stimava che ciascun bambino avesse 238 giocattoli (valore 7mila sterline) per usarne solo 12 (valore 330), lasciando il 95% nel cesto. Oggi? Non va sicuramente meglio.

(Getty Images)

Il fenomeno è in crescita, tra e-commerce e feste di compleanno

Il problema è solo peggiorato, a causa di diversi fattori. Come il fatto che molti giochi sono diventati più economici, a causa dei minori costi di produzione dovuti allo spostamento delle produzioni all’estero.

Ma influisce anche la facilità dell’acquisto: giochi e giochini sono ovunque, all’edicola e all’alimentari sotto casa, e naturalmente online, su Amazon e altre piattaforme di e-commerce. Oggi parenti lontani che in passato avrebbero forse evitato, possono fare recapitare a casa qualsiasi cosa e comodamente.

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Contribuisce alla crescita del fenomeno anche il successo su YouTube dei video di unboxing, in cui bambini o adulti si filmano mentre scartano prodotti.

Non solo: si è affermata anche nelle nostre feste di compleanno l’abitudine di regalare qualcosa a ciascun invitato, come se gli ospiti non potessero reggere la frustrazione di non ricevere niente e dare soltanto. Risultato: potremmo presto finire per vivere su pavimenti di bamboline e supereroi di plastica.

Quanti sono troppi giocattoli?

Dopo il primo entusiasmo, molti dei nuovi giocattoli ricevuti a Natale sono destinati a eclissarsi, dicono gli esperti. In uno studio del 2017, i ricercatori dell’Università di Toledo hanno rilevato che i bambini giocavano più a lungo e in modo più creativo quando venivano presentati loro solo quattro giocattoli rispetto a quando avevano 16 opzioni tra cui scegliere. Sedici. Immaginiamo che cosa può accadere davanti al centinaio che possiedono i nostri figli. 

Gli educatori – in media – lo sanno. Per questo nelle scuole dell’infanzia di norma i giochi vengono divisi per gruppi: aree distinte e ordinate, in genere con un significato sociale. Giocarci con gli altri può dare significato anche a oggetti che giocattoli non sono, né sono intesi come giocattoli: dagli elementi della natura ai materiali di uso comune. 

I giocattoli che piacciono di più sono semplici

Il gioco è ciò che rende un giocattolo tale: se nessuno ci gioca, resta un pezzo del pavimento di plastica su cui viviamo. O la scatola di cartone che lo conteneva.

I giocattoli più attraenti nel lungo periodo sono solitamente quelli più semplici: pezzi base a partire dai quali partire per creare altro. «Giocattoli che richiedono attenzione, immaginazione e creatività», ha detto Sarah Davis, coach genitoriale e coautrice del libro Modern Manners for Moms and Dads.

Chiaramente, questo non è quello che i bambini chiedono: spesso i loro desideri si orientano invece su giocattoli che possiedono gli altri. Quel gioco che tutti vogliono è allora uno status symbol, che li ha aiuta a sentirsi parte di un gruppo e condividere le conoscenze su quel giocattolo. Come rifiutarlo ai nostri figli?

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L’operazione controllo, sui parenti come sui desideri, è perlopiù poco efficace.

Come rimediare: 5 consigli

1. La rotazione dei giocattoli

Alcuni esperti consigliano la rotazione dei giocattoli. Metodo montessoriano che prevede di lasciarne pochi in vista in un determinato momento e di nascondere gli altri. Dopo un certo periodo, settimane o mesi, si cambia. Il bambino potrà così concentrarsi su quelli a sua disposizione in un dato momento e poi ritroverà con gioia quelli “nuovi”. Chiaramente questo pone significative questioni di gestione del traffico ai genitori: il rischio che si arrivi a regalare una seconda volta ciò che è semplicemente occultato è reale.

2. A ogni gioco, un posto

La tentazione (e la pratica) è di moltiplicare i cestoni in cui sistemare (buttare) i giocattoli. Gli esperti suggeriscono invece, per evitare il frastuono ludico, di dare a ogni gioco una sua dignità, e quindi un suo spazio nella casa.

3. Ritualizzare i regali (che non sono premi)

Ovviamente molto sensato è lavorare su come i giocattoli arrivano nelle loro mani: il bambino che chiede e ottiene subito quello che vuole, poi lo abbandona. Perché l’emozione che prova è più legata al ricevere qualcosa che a quello che riceve. Al contrario, il gioco che desidera a lungo e ottiene al momento giusto, lo abbandona decisamente meno.

In questo senso è importante ritualizzare il regalo: i bambini lo ricevono in occasione di compleanni e ricorrenze specifiche collettive, come il Natale. Non è dovuto (ma appunto un regalo) e non va vincolato al comportamento “buono” o meno: non è una ricompensa come non può essere una punizione non riceverlo – o ricevere carbone per la Befana (Lo spiega qui la pedagogista Elena Cortinovis).

4. Donare i giochi che si usano meno

Altro suggerimento offerto dalla ricercatrice in psicologia dello sviluppo Valentina Tobia, intervistata da Il Post, è di sensibilizzare i bambini più grandi sul valore dei soldi e sul consumismo.

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Per evitare l’accumulo sconsiderato, si può invitare i bambini a donare ciò che usano meno (meglio che farlo noi per loro): un invito da ripetere periodicamente, contattando realtà educative e famiglie in difficoltà economiche.

5. Regali su ordinazione: giochi educativi ed esperienze

Nelle occasioni in cui si sa che i regali arriveranno, conviene prendere in mano la situazione e gestire i flussi, suggerendo ai parenti giochi educativi e adatti a età e carattere del bambino. Banalmente, se non ha ancora l’età per giocare con il tal gioco, lo userà in modo improprio, rovinandolo.

Infine, come per gli adulti, sta prendendo piede la tendenza a regalare esperienze, meravigliosamente immateriali. Da regalare alla prossima ricorrenza.

 

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA





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