Il cross-marketing, nuova frontiera del mercato della fotografia? –

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Lo scorso mese si è tenuta al Grand Palais di Parigi la 27ma edizione di Paris Photo, la più importante fiera internazionale della fotografia che, subito dopo Art Basel Paris, ha concentrato l’attenzione del mondo e del collezionismo delle arti visive sul medium fotografico. Se però, negli anni passati, alla presenza in città della kermesse fotografica per eccellenza, con i suoi espositori da tutto il mondo, faceva da contraltare il comparto degli incanti, in questo novembre 2024 nessun appuntamento di peso dedicato alla fotografia d’autore è comparso nei calendari delle case d’asta con sede anche a Parigi. 

Per comprendere se e dove si manifesti un interesse in ritirata abbiamo interpellato alcuni dei diretti interessati, così da scoprire quali sono le strategie per la fotografia. Accomunate, questo è certo, dalla necessità di individuare sempre nuovi tagli e modalità di vendita e di intercettare target più ampi e generazioni di collezionisti più giovani. A fare eccezione, rispetto a quanto dicevamo di Parigi, da Christie’s in avenue Matignon era presentata solo una «selling exhibition», una mostra per vendita privata organizzata in collaborazione con la Galerie Clémentine de la Féronnière, di opere del fotografo britannico Martin Parr (1952). Nel catalogo della casa d’aste inglese, alle opere inedite dell’artista (realizzate dagli anni ’70 alle produzioni più recenti), si affiancavano in vendita anche due fotografie di Robert Mapplethorpe, «American Flag» (1987) e «Coral Sea» (1983), e la celebre «Fork» di André Kertész (1928). 

L’assenza però di aste pubbliche, anche da parte di Sotheby’s, nella settimana di Paris Photo a Parigi e la riduzione dei dipartimenti dedicati e del numero di vendite, non possono che sollevare interrogativi sugli andamenti di mercato del segmento della fotografia, sui suoi canali di scambio e sui volumi di fatturato che la riguardano, sia su una scala internazionale che prettamente italiana, in considerazione anche delle complesse condizioni di tutto il mercato dell’arte contratto nel 2024 per la concomitante pressione di contesti instabili e penalizzanti sia dal punto di visto geopolitico che economico finanziario. 

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«Christie’s Francia offrirà ora le collezioni fotografiche, come le opere rare e di alto valore, nelle aste parigine di arte moderna e contemporanea», ha commentato con noi la direttrice del Dipartimento Fotografia di Christie’s Europa, Elodie Morel. «Le vendite private offriranno poi, continua Morel, una valida e ulteriore alternativa ai collezionisti per vendere e comprare le fotografie più ambite in un modo più diretto e confidenziale e la mostra di stampe rare di Martin Parr è un esempio perfetto del tipo di progetti che intendiamo sviluppare a Parigi». Di certo c’è, ed è sempre la direttrice a spiegarlo, che Christie’s sta diversificando la sua strategia, concentrandosi sulle vendite di capolavori, collezioni e anche di importanti opere fotografiche, all’interno delle aste di arte moderna e contemporanea, come «Avant-Garde(s)» e quelle del dipartimento «20th/21st Century», in coerenza con il nuovo calendario delle vendite introdotto nell’autunno 2024, con vendite bisettimanali tra Parigi, Londra, New York e Hong Kong.

In attesa di disporre dei dati quantitativi sull’anno ancora in corso, è da rimarcare che, stando al report «Il mercato dell’arte e dei beni da collezione» di Deloitte Private, presentato lo scorso aprile, la tendenza del segmento fotografico è stata nettamente positiva durante tutto il 2023, quando le aste di fotografia hanno prodotto un fatturato aggregato di 30,8 milioni di dollari, superando agevolmente il risultato del 2022, che era stato poco più di 19 milioni. In totale controtendenza, tra l’altro, rispetto alla generale flessione a due cifre del comparto aste, che ha perso circa il 18% di valore nel 2023. E a conferma di un interesse, dunque, per i valori economici dell’opera fotografica e per il suo statuto di asset anche di oggetto da collezione e da investimento anziché solo di passione di nicchia, il suo share nel mercato dell’arte è stimato intorno al 3% dall’ultimo Art Basel & Ubs Market Report, e vira e punta verso l’espansione e verso un presidio maggiore nella filiera commerciale dell’arte, resistendo alle difficoltà di questa precisa contingenza storica. 

Su un altro binario rispetto a Christie’s procede, invece, in Italia la casa d’aste Finarte che, con vendite in crescita, preferisce e riesce a tenere aperto un canale commerciale e cataloghi dedicati esclusivamente alla fotografia, con format specifici e tagli inediti per temi, modalità di acquisto o budget, così da intercettare diversi e più ampi target di clienti. «A livello globale il mercato della fotografia sta vivendo una lieve flessione, evidenzia Davide Battaglia dalla Finarte. Nonostante ciò, le nostre aste stanno avendo buoni risultati. La casa sta organizzando sempre più appuntamenti tematici per incontrare le esigenze di mercato e di gusto degli acquirenti». «Il Dipartimento Fotografia resta una delle nostre eccellenze e rende Finarte la prima casa d’aste in quest’area, con un fatturato di circa 1,3 milioni di euro annui, “più che raddoppiato negli ultimi quattro anni”», sottolinea ancora Battaglia. 

L’attrattività del segmento è confermata anche da un altro attore internazionale di peso come Phillips, che, unica tra le case d’asta multinazionali, continua a riservare numerose vendite dedicate alla fotografia, circa dieci in un anno, a cui si aggiungono le opere fotografiche offerte nei cataloghi cross category, riconoscendone la rilevanza anche nella propria più ampia offerta d’arte. Con i due dipartimenti di New York e Londra e le sessioni tenute anche a Hong Kong, lungo una traiettoria in crescita negli ultimi anni la casa inglese ha registrato circa l’11% di vendite in più tra 2022 e 2023, «con particolare forza nel mercato medio e il 40% di nuovi clienti», ci conferma Vanessa Hallett, Deputy Chairwoman, Americas, e Worldwide Head of Photographs di Phillips. 

A voler guardare poi nel dettaglio quali sono le proposte di maggior successo per le case italiane e internazionali, ma anche, attraverso quelle, i comportamenti d’acquisto dei collezionisti e i loro gusti, da Christie’s, per esempio, i riflettori sono di recente puntati sulla fotografia moderna e più contemporanea, «mentre flette l’interesse per la fotografia del XIX secolo, continua Elodie Morel. La generazione che ha contribuito a formare il mercato e che lo ha fatto negli ultimi cinquant’anni sta gradualmente lasciando il passo a una nuova, con gusti differenti. Anche se i capolavori, a prescindere dall’epoca, continuano a generare interesse. Una stampa vintage di André Kertész ha raggiunto il prezzo record per l’artista alla “20th Century Evening Sale” di New York, a quota 567mila dollari. O la stampa di Marilyn Monroe di Richard Avedon, venduta a maggio 2024 alla “21st Century Evening Sale” di New York a 882mila dollari». 

Se dunque i grandi maestri della storia della fotografia lasciano spazio alle proposte più vicine a noi in termini cronologici, esiste un nuovo bacino di collezionisti più giovani da conquistare, anche con nuovi format di vendita. Restano dunque integre e forti, della fotografia e del suo mercato, la potenzialità e la capacità di attirare collezionisti con background differenti, mentre le categorie collezionistiche continuano, dinamicamente, a mescolarsi. «Vediamo persone che con fermezza si definivano in passato collezionisti d’arte cercare ora opere fotografiche di ogni periodo, ci confermano sempre da Phillips, con una rassicurazione in più: Il riconoscimento della categoria come parte integrante del panorama artistico mostra solo segnali di crescita».



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