La bufala del passaporto diplomatico di Andrea Lucidi: una campagna di diffamazione per soffocare la libertà d’informazione e la democrazia in Italia (Aurelio Tarquini)

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La vicenda che ha coinvolto il giornalista indipendente Andrea Lucidi (firma autorevole di questo giornale online), accusato ingiustamente di possedere un passaporto diplomatico russo, rappresenta un esempio emblematico di come il sistema mediatico e politico possa essere strumentalizzato per delegittimare voci dissidenti e indipendenti. Una bufala costruita ad arte, diffusa e amplificata da giornalisti e politici, è stata rapidamente smascherata, ma il danno al tessuto democratico e alla libertà d’informazione resta significativo.

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Dietro questa ennesima mistificazione mediatica si nasconde un noto manipolatore della verità: un influencer e presunto esperto di cybersecurity, il cui nome è irrilevante per il contesto ma noto per la sua abilità nel diffondere bufale colossali. In passato, costui si è fatto conoscere per grottesca disinformazione sul conflitto ucraino improvvisandosi un esperto dell’Ucraina e ricevendo attenzioni in TV presso i media nazionali. A causa della sua eccessiva aggressività e infamanti diffamazioni elargite gratuitamente creando gogne mediatiche sui social i principali media italiani hanno progressivamente preso le distanze da questa imbarazzante figura, evitando di invitarlo in trasmissioni tV o pubblicare suoi interventi. Anche il servizio di propaganda ucraino ha preso le distanze ritenendo (a ragione) controproducente avvalersi della sua collaborazione.

Il suo account sulla piattaforma X (ex Twitter) è stato sospeso il 2 luglio 2024 per gravi violazioni, tra cui il doxxing di un altro utente scambiato per un famoso attivista social che risulta scomodo all’attuale governo. L’ignara vittima fu posta alla gogna mediatica con gravi conseguenze sulla sua vita privata e professionale. Il caso fu talmente grave e scioccante che Elon Musk in persona fu costretto a intervenire nella questione chiudendo il profilo del diffamatore seriale. Dopo la sospensione, l’individuo ha aperto account su altre piattaforme social senza ottenere il successo sperato. Di conseguenza è ritornato su X aprendo un account anonimo per ritornare a seminare odio e falsità.

È in questo contesto che è stata pubblicata la falsa notizia del presunto passaporto diplomatico russo di Andrea Lucidi, accompagnata da un’immagine palesemente artefatta. L’influencer, in grave perdita di credibilità tra i media ufficiali e bannato su X, ha scelto Lucidi come vittima per tentare di ritornare nel giro dei media che contano e risanare le proprie finanze in sofferenza. Lo scoop é palesemente falso, dalla foto taroccata male all’assurda storia del passaporto diplomatico che in Russia, come in tutti gli altri Paesi, viene rilasciato solo a cittadini con cariche governative e diplomatiche e non certo ad un giornalista straniero.

La gravità della situazione è testimoniata anche dal fatto che la notizia è stata ripresa da alcuni account X di famosi giornalisti e politici italiani, nonostante si tratta evidentemente di una fakenews e la consapevolezza di chi fosse la fonte e della sua assoluta mancanza di credibilità, alimentando una narrativa costruita sull’assurdo. Tra i nomi spicca una controversa inviata RAI, decorata da Volodymyr Zelensky per la “divulgazione dello stato ucraino nel mondo” e addirittura un alto esponente PD con incarichi di rilievo presso il parlamento europeo. Nonostante l’evidente falsità della notizia e l’inaffidabilità della fonte questi giornalisti e politici hanno contribuito a darle credibilità, dimostrando un preoccupante mix di superficialità e malafede politicamente orientata per attaccare un giornalista indipendente.

La reazione, però, non si è fatta attendere. Rientrato in Italia dopo aver partecipato come giornalista accreditato al discorso di fine anno di Vladimir Putin a Mosca, Lucidi si è recato immediatamente alla polizia di frontiera per presentare querele contro i responsabili di questa infame campagna diffamatoria. Nel giro di poche ore, vari giornalisti e politici che hanno partecipato a questa vergognosa operazione mediatica hanno cancellato i post pubblicati sul tema, evidentemente consigliati da loro consulenti legali al fine di evitare denunce per diffamazione. Tuttavia, la cancellazione tardiva dei post diffamatori risulta vana in quanto i post sono stati salvati per diventare prove della partecipazione al crimine. La risposta di Andrea Lucidi, noto per la sua voce autonoma e coraggiosa che sfida la propaganda mainstream sul conflitto ucraino, è un atto di resistenza contro un sistema che tenta di soffocare la libertà di pensiero e di espressione.

Andrea Lucidi non è nuovo a questo tipo di persecuzioni. Giornalista indipendente e critico verso la narrativa dominante sul conflitto in Ucraina (che segue dall’inizio della guerra civile nel Donbas, 2014), è stato spesso preso di mira da esponenti del Partito Democratico, media che ruotano attorno a questo partito e ad altre forze politiche che sostengono la linea atlantista. Tra i suoi principali detrattori spicca un alto esponente PD del Parlamento Europeo, particolarmente impegnato nel tentativo di delegittimare Lucidi, indentificato addirittura come agente italiano del Cremlino. Questo alto esponente PD é diventato fonte di estremo imbarazzo per tutti i connazionali fedeli ai valori democratici a causa del suo fanatismo nel voler silenziare ogni voce contraria alla verità ufficiale sul conflitto ucraino e chi si impegna per la Pace e in difesa del popolo Palestinese.

A supportare queste crociate diffamatorie, donandole visibilità mediatica fuori dal contesto tossico dei social c’è un noto sito di informazione che ha abbracciato il ruolo di megafono del regime di Kiev, del regime teocratico di estrema destra di Tel Aviv e della propaganda bellica NATO. Questo sito, famoso per i suoi attacchi contro giornalisti indipendenti e figure politiche scomode, ha recentemente pubblicato una falsa notizia su Francesco Toscano, direttore di Visione TV e presidente del partito Democrazia Sovrana e Popolare, affermando che i conti bancari di Visione TV sarebbero stati chiusi per attività filorusse. Visione TV ha una casa editrice, di cui Francesco Toscano è direttore, e la “colpa” che le sarebbe stata addebitata è quella di aver tradotto in italiano, e pubblicato, un libro del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, intitolato “Le vere cause del conflitto russo-ucraino” che consigliamo di leggere, come noi abbiamo già fatto.

Anche in questo caso, la notizia è stata smentita, svelando il palese tentativo di diffamazione a fini politici che ha suscitato indignazione e solidarietà da parte di varie personalità, incluse figure del mondo cattolico, compreso il quotidiano Informazione Cattolica che ha espresso solidarietà a Toscano e Visione TV.

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Queste crociate diffamatorie hanno un impatto devastante non solo sulla vittima di turno, ma sull’intera società. L’obiettivo non dichiarato è chiaramente quello di assecondare gli interessi dei mandanti – politici, media e industrie belliche – che traggono profitto da un’opinione pubblica manipolata e acquiescente. Oltre al ritorno economico personale, queste campagne sono animate da un fanatismo e un odio che tradiscono una radicata mentalità autoritaria.

L’Italia, a differenza di Germania e Giappone, non ha mai affrontato seriamente il proprio passato fascista. Questo ha permesso il perpetuarsi di una cultura di intolleranza e repressione delle opinioni dissidenti. Oggi, con un governo che rivendica l’eredità fascista e una società che tollera la presenza di gruppi neofascisti e neonazisti, assistiamo a una preoccupante riabilitazione di pratiche autoritarie.

Anche politici e giornalisti che si dichiarano di sinistra o progressisti sembrano incapaci di sottrarsi a questa mentalità, abbracciando una narrativa che rifiuta il pluralismo e impone il pensiero unico e l’intolleranza per il dialogo democratico. Il caso di Andrea Lucidi è emblematico: una voce libera, che si oppone alla propaganda bellica, al commercio delle armi in violazione della Costituzione e delle leggi italiane, alle ingerenze dei poteri forti e promuove l’assurdità del conflitto ucraino e la necessità di far trionfare la Pace, viene sistematicamente diffamata e perseguitata.

Le campagne diffamatorie contro giornalisti come Andrea Lucidi rappresentano una minaccia diretta alla libertà di informazione e, di conseguenza, alla Democrazia. Sono l’opera di un sinistro network composto da politici e giornalisti che lavora per fascistizzare la società italiana e indirizzare il Paese verso l’oscura via dell’autoritarismo indebolendo la Democrazia e violando la Costituzione. Invece di valorizzare il dibattito, il confronto, la Pace, questo sinistro network opera instancabilmente per reprimere le voci scomode al fine di assolvere il compito affidatogli: proteggere interessi economici e politici legati alla vendita di armi e relativi colossali profitti generati dalla morte di centinaia di migliaia di persone, contribuendo ad alimentare l’oscuro morbo fascista mai debellato in Italia.

Tuttavia, queste crociate non trovano il consenso dell’opinione pubblica, che sempre più spesso sceglie l’indifferenza poiché per molti italiani la caccia si putiniani è solo una distrazione di massa dai veri problemi del Paese. Sempre più italiani hanno grosse difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena.

La verità, per quanto ostacolata, riesce comunque a emergere, mettendo a nudo l’ipocrisia di coloro che si presentano come paladini della democrazia ma agiscono come repressori del dissenso ponendosi tra i peggiori personaggi della mentalità fascista.

Andrea Lucidi, con il suo coraggio e la sua determinazione, incarna la resistenza contro un sistema che cerca di soffocare Verità e Democrazia. La sua battaglia non è solo personale: è una battaglia per tutti noi, per una società più Giusta, Libera e Democratica dove le persone e le loro famiglie possano vivere in Pace e non morire al fronte o sotto i bombardamenti solo perché i mercanti di morte devono fare profitti miliardari.

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Aurelio Tarquini



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