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La Giunta Comunale con delibera n. 268 del 23 dicembre scorso ha espresso proprie osservazioni contro la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della proposta di carta nazionale delle aree idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi incluso in un parco tecnologico.
In particolare, la SOGIN SPA, società pubblica incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, il 30/12/2020 ha ricevuto il nulla osta del Governo per la pubblicazione sul sito www.depositonazionale.it della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee, del progetto preliminare e di tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. Si tratta, in sostanza, di un’infrastruttura ambientale di superficie che permetterà di sistemare i rifiuti radioattivi prodotti dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari e dalle quotidiane attività di medicina nucleare, industria e ricerca, nonché di strutture per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività e da quelle per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi a media e alta attività, andando a occupare una superficie complessiva di 150 ettari, di cui 110 per il solo deposito e 40 per il Parco Tecnologico.
Ora, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato a dicembre 2023 sul proprio sito l’elenco delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari, contenuto nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), elaborata dalla SOGIN SPA, che individua 51 zone i cui requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che recepisce le normative internazionali per questo tipo di strutture. Tra queste anche la PUGLIA e la BASILICATA, dove sono concentrati quindici siti: fra la provincia di Matera (Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina) e i comuni di Altamura, Laterza e Gravina, con una appendice nel Potentino, a Genzano di Lucania.
Così come studiato, il deposito è modulare per ospitare tutti i rifiuti che saranno stati prodotti in Italia fino al momento della sua entrata in esercizio oltre che tutti i rifiuti che saranno prodotti nei 40 anni successivi. La stima attuale prevede la sistemazione definitiva di circa 84 mila metri cubi di rifiuti a molto bassa e bassa attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 14 mila metri cubi di rifiuti a media e alta attività.
Poiché ci sarebbero anche altre zone “potenzialmente o parzialmente idonee” ad accogliere questo deposito, sulla scorta di precise caratteristiche fisiche, chimiche, antropiche ecc. La Città di Andria potrebbe ritrovarsi vicine a queste aree, in particolare di quelle situate all’interno del perimetro dell’area riconosciuta come patrimonio mondiale dell’umanità da parte dell’UNESCO. L’eventuale realizzazione di un deposito di rifiuti radioattivi contrasterebbe con gli investimenti ed i programmi di ogni forza politica presente sul territorio, votati alla sostenibilità ambientale, alla valorizzazione delle produzioni d’eccellenza e dei prodotti tipici, nonché del turismo e della tutela dei paesaggi rurali, nonché un potenziale rischio per la salute delle popolazioni residenti in tutta l’area, con un impatto negativo sulle attività agricole, produttive e ricettive.
Nelle aree indicate sono presenti paesaggi, habitat e specie animali e vegetali tutelati dalla legge, che con il Global GeoparkMurgeopark, riconosciuto e dichiarato di elevato interesse geologico/ambientale dall’UNESCO in data 09/09/2024, rappresentano il patrimonio identitario dell’intera comunità murgiana.
«Siamo assolutamente contrari alla realizzazione di depositi di scorie nucleari nei siti individuati nella carta nazionale delle aree idonee in Puglia – spiega l’assessore alla Qualità della vita, Savino Losappio – Appare davvero incomprensibile ritenere idoneea tale scopo aree che fanno parte del neo Geoparco Unesco. La realizzazione di un insediamento di questo tipo rappresenterebbe un rischio per la salute dei cittadini dell’intera area e andrebbe in netta contrapposizione con la vocazione turistica ed agricola di eccellenza del territorio. Con questa delibera prontamente trasmessa alla Regione Puglia per gli adempimenti di legge, chiediamo con forza di escludere detti siti dalle aree idonee ad accogliere il deposito in oggetto».
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