La crisi senza fine della Corea del Sud, impeachment anche per il presidente ad interim

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Non sembra avere fine la crisi politica in Corea del Sud, dove nell’arco di due settimane il parlamento ha messo sotto impeachment anche il primo ministro e presidente ad interim Han Duck-soo.

Han aveva preso il posto del presidente ormai sospeso Yoon Suk-yeol, dopo che questi aveva proclamato la legge marziale in una notte sconvolgente per l’intero paese.

Venerdì, l’Assemblea Nazionale ha approvato con 192 voti favorevoli l’impeachment per il presidente ad interim Han tra le proteste del partito di governo che non ha partecipato alla votazione.

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Le accuse

Secondo le opposizioni, Han rifiutandosi di approvare le nomine al momento vacanti di tre giudici della Corte costituzionale avrebbe cercato di boicottare la procedura di impeachment nei confronti di Yoon. La Corte, infatti, ha il compito di convalidare entro 180 giorni la mozione approvata dal parlamento lo scorso 14 dicembre, ma ha bisogno che almeno sette giudici su nove siano in servizio.

Al momento, a portare avanti le prime audizioni iniziate proprio venerdì, ce ne sono solamente sei visto il pensionamento di tre dei suoi membri a inizio anno.

Han e il Partito del Potere del popolo (Ppp) hanno motivato la scelta sostenendo che solo un presidente eletto ha il potere di nominare i giudici della Corte costituzionale: «Un presidente ad interim dovrebbe astenersi dall’esercitare i poteri più elevati che prevede questa carica, incluse le nomine della Corte Costituzionale», ha dichiarato Han giovedì scorso.

Lo scontro politico si è acceso anche rispetto al numero di voti necessari per fare approvare la mozione di impeachment nei confronti di Han Duck-soo. Data l’assoluta novità del caso, il presidente del parlamento unicamerale, Woo Won-shik, si è consultato con costituzionalisti e commissione preposta per stabilire se la maggioranza richiesta per mettere sotto stato di accusa il primo ministro fosse quella assoluta o quella dei due terzi dei seggi come richiesto per i presidenti.

Il caos politico

A seguito dei colloqui, lo speaker dell’Assemblea Nazionale Woo ha decretato che fosse sufficiente la maggioranza assoluta, in mano alle opposizioni dalle elezioni della scorsa primavera.

Nel momento in cui Woo ha battuto il mattarello sul tavolo per annunciare che con 192 voti favorevoli e zero contrari la mozione era stata approvata, i deputati del Ppp in forma di protesta si sono raccolti intorno allo scranno di Woo e hanno iniziato a puntargli il dito contro gridando in coro «Dimissioni!» e «voto nullo!”.

In una dichiarazione successiva al voto, Han Duck-soo ha detto di essere rattristato, ma di «rispettare la decisione del Parlamento al fine di evitare ulteriore caos e incertezza». A sostituirlo sarà il nuovo presidente in pectore Choi Sang-mok, già ministro dell’Economia e Finanze del governo di Seul.

Proprio il ministro Choi, nella giornata precedente al voto, aveva fatto un appello alle opposizioni affinché riconsiderassero la mozione di impeachment data «la perdita di credibilità che l’assenza di una torre di controllo statale infliggerebbe all’economia, alla sicurezza interna e agli affari esteri» della Corea del Sud.

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L’estrema precarietà e instabilità politica si stanno già ripercuotendo sui mercati e sul valore della valuta sudcoreana che nella giornata di venerdì ha visto raggiungere il picco dei 1.480 won per dollaro.

La corsa contro il tempo di Lee Jae-myung

In un momento così caotico, il volto che sta venendo alla ribalta è senza dubbio quello del leader del principale partito di opposizione, Lee Jae-myung.

Nei recenti sondaggi diffusi da Gallup Korea, Lee è il politico che gode di maggiore fiducia tra gli elettori e le elettrici sudcoreani secondo solo al presidente dell’Assemblea Nazionale Woo. Per l’istituto Embrain Public, il 37 per cento delle persone sceglierebbe in questo momento Lee con un distacco notevole da qualsiasi altro politico.

Se si andasse alle elezioni, Lee sarebbe quindi il favorito. Proprio per questo, la priorità di Lee è accelerare il più possibile i tempi della Corte costituzionale nel completare la convalida della mozione di impeachment di Yoon. Anche perché su Lee pende una condanna – al momento sospesa – per violazione della legge elettorale.

Il parere del tribunale è previsto entro i prossimi sei mesi: se concorde alla condanna, Lee, scampato a un attentato nel 2024, sarebbe chiamato fuori dai giochi politici per i prossimi dieci anni. Di fatto, una simile evenienza porrebbe fine alla carriera dell’ex avvocato di umili origini che ha lavorato come operaio in una fabbrica prima di diventare avvocato per i diritti umani.

Prima che avesse inizio la sessione parlamentare di venerdì, Lee in una dichiarazione pubblica ha accusato Han di «agire a favore dell’insurrezione» che sta mettendo a rischio la Corea del Sud. «L’unico modo per normalizzare il paese – ha detto Lee – è sradicare rapidamente tutte le forze insurrezionali».

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