I fuochi d’artificio illuminano il cielo, ma spesso oscurano la serenità di chi vive sotto quelle esplosioni. È una realtà che, a Chivasso, si ripete ad ogni festività, portando con sé disagi per gli animali, disturbi per i cittadini e ferite per l’ambiente. L’attivista Marco Riva Cambrino, profondamente legato alla sua comunità, lancia un appello per affrontare questa situazione.
“È arrivato il momento di agire”, afferma con passione Marco Riva Cambrino. “Non dobbiamo spegnere le nostre tradizioni, ma illuminarle con una nuova consapevolezza, rendendole più rispettose delle esigenze attuali. Chivasso ha l’opportunità di diventare un modello di modernità e civiltà, un faro di progresso per altre comunità”.
L’attivista chivassese Marco Riva Cambrino.
Dopo il successo della sua proposta precedente, che ha portato il Consiglio comunale di Chivasso ad approvare un regolamento stringente sulla concessione degli spazi pubblici ai circhi, l’Amministrazione accoglierà con lo stesso entusiasmo il suo nuovo progetto? Questa volta, l’obiettivo è altrettanto ambizioso: proteggere la città dagli effetti negativi dell’uso incontrollato di fuochi pirotecnici, trovando un equilibrio tra tradizione e sicurezza.
La visione di Riva Cambrino è chiara e articolata. Al centro del suo piano c’è la salvaguardia dei luoghi più vulnerabili: ospedali, scuole, parchi pubblici e altre aree sensibili, che dovrebbero essere messe al riparo dai rischi e dal rumore delle esplosioni. Tuttavia, la sua proposta non si limita alla protezione degli spazi. “La sicurezza riguarda anche le persone”, spiega, sottolineando l’importanza di una regolamentazione precisa degli orari e delle modalità d’uso, che rispetti la quiete pubblica e le esigenze dei cittadini.
“La quiete pubblica è un diritto di tutti”, continua Riva Cambrino. “Dobbiamo trovare un equilibrio tra il desiderio di festeggiare e il bisogno di rispettare chi ci vive accanto”.
Non manca uno sguardo al futuro. Secondo il suo piano, Chivasso potrebbe abbracciare alternative innovative che coniughino spettacolarità e sostenibilità. Luci, laser e droni rappresentano una possibilità concreta per festeggiare senza distruggere.
E per chi non rispetta le regole? immagina un sistema di sanzioni dissuasive, in grado di scoraggiare comportamenti irresponsabili. Non si tratta solo di punire, ma di educare, creando una consapevolezza collettiva che metta al centro il benessere della comunità e dell’ambiente.
Il cuore della proposta dell’attivista chivassese sta proprio nella capacità di coniugare passato e futuro. “Non stiamo dicendo addio alle nostre tradizioni”, sottolinea. “Stiamo semplicemente aggiornandole alle esigenze e alla sensibilità di oggi”.
La sua visione è chiara: Chivasso ha l’opportunità di distinguersi, diventando un esempio per altre città. Non solo per le norme, ma per il messaggio che lancia: una comunità che si prende cura di sé stessa e del proprio territorio è una comunità che cresce e guarda avanti.
Con il calore e la determinazione di chi crede profondamente in ciò che dice, Riva Cambrino chiama a raccolta cittadini e amministratori. È un invito a dialogare, a lavorare insieme per trasformare questa proposta in realtà.
“Un regolamento sui fuochi pirotecnici non è solo una legge, è un gesto d’amore per la nostra città. Significa proteggere il nostro territorio, migliorare la qualità della vita e dare un esempio di civiltà”, spiega.
E nel suo messaggio, c’è un’energia contagiosa, un desiderio di vedere Chivasso splendere non solo per i suoi fuochi, ma per la sua capacità di innovare e rispettare.
Il sogno di Marco Riva Cambrino è quello di una città che sa festeggiare, ma che lo fa in armonia con l’ambiente e con chi la vive. Una città che sceglie di essere moderna senza dimenticare le sue radici, che guarda avanti con il coraggio di cambiare ciò che non funziona più.
“Facciamoci sentire”, conclude con forza. “Insieme possiamo rendere Chivasso un esempio di sicurezza, sostenibilità e bellezza”.
E in queste parole risuona la speranza di un futuro più luminoso, dove ogni scintilla illumina non solo il cielo, ma anche il cuore di una comunità unita e consapevole.
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