Spada, Assolombarda: “Urgente una politica industriale pragmatica e di visione per scongiurare il declino della nostra potenza industriale”

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La difficile congiuntura economica, la politica industriale europea e la Legge di Bilancio. Sono questi alcuni dei punti centrali della lettera che Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, ha inviato agli imprenditori del territorio a conclusione dell’anno e in vista del 2025. Nel testo, Alessandro Spada rivendica i risultati raggiunti dalle imprese di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia che, negli ultimi anni, “hanno contribuito in maniera decisiva ai numeri del PIL regionale tanto che, se considerassimo la Lombardia come un’economia nazionale, sui 27 Paesi dell’Unione Europea, sarebbe decima per PIL”. Ciò ha permesso al Paese, dalla pandemia in poi, di compiere “un ‘piccolo miracolo economico’, con una crescita maggiore di quella mondiale nel suo complesso, di quella dell’Euro-area, nonché della media dei paesi avanzati”. “Restiamo – prosegue il Presidente – un territorio che esprime un modello industriale strutturalmente solido fondato sulla qualità, sull’innovazione, sulla diversificazione dei prodotti e con una forte proiezione internazionale. Ma oggi il vento sta cambiando: il 2025 sarà un anno particolarmente complesso. Se il contesto economico internazionale e geopolitico è un fattore di cui prendere atto e adattarci, non è così, invece, per quanto riguarda la mancanza di una politica industriale di lungo periodo, pragmatica e visionaria, a livello europeo e nazionale”. Per il Presidente, “l’Europa della precedente legislatura ha avallato e costruito l’impianto regolatorio per autodistruggere il suo, e quindi nostro, fiore all’occhiello: l’auto. Un’industria che rappresenta fino al 7% del PIL dell’Unione Europea. La crisi economica, politica e sociale è assicurata. Lo vediamo oggi in Germania, in Francia e, almeno in parte, in Italia”. Ora, per Alessandro Spada, occorre “eliminare le multe ai produttori europei per gli obiettivi non raggiunti nell’elettrico dal 2025 ed eliminare lo stop al motore endotermico al 2035”. Ma non solo: “serve agire seguendo i tre principi per una transizione davvero sostenibile e competitiva: pluralità tecnologica, gradualità, oggettività scientifica. E naturalmente investire tanto e bene in campioni europei, in innovazione, soprattutto nei settori in profonda trasformazione, in quelli colpiti da una spietata e sleale concorrenza, nelle industrie del futuro. Per salvaguardare i nostri pilastri di democrazia liberale e welfare. Per rafforzare la nostra autonomia strategica. Ma, prima di tutto, per scongiurare il rischio di declino della nostra potenza industriale”. Per Spada, abbiamo bisogno di “un’Europa più industriale di quella che abbiamo visto negli ultimi anni”. Il Presidente, nella lettera, cita i principali appuntamenti della prossima legislatura europea: la Bussola della competitività e la Relazione annuale sul mercato unico, il Clean Industrial Deal per una decarbonizzazione competitiva, il pacchetto Omnibus per la semplificazione normativa a vantaggio delle imprese, in particolare sui temi della sostenibilità. “Con questi tre appuntamenti capiremo la direzione che vorrà prenderà la nuova legislatura. Attendiamo che l’Agenda Draghi sia messa in atto”. Il Presidente di Assolombarda si sofferma anche sulla Legge di Bilancio 2025. “Siamo soddisfatti solo in parte della Manovra: bene l’aver reso strutturale il taglio del cuneo fiscale, così come siamo soddisfatti che ci abbiano ascoltati e non abbiano quindi inserito la norma sui revisori del MEF nelle aziende. Su altri aspetti, che incidono sulla politica industriale del Paese, ci aspettavamo di più: la coperta è corta e proprio per questo indirizzare strategie e risorse per rafforzare la competitività delle nostre imprese è vitale”. Per il Presidente “Transizione 5.0 viene, almeno in parte, semplificata. Apprezziamo le modifiche apportate. Resta però vivo il timore della difficoltà di utilizzo della misura visti i tempi stretti e una complessità di fondo della misura stessa. Anche per questo, pur consapevoli della difficoltà tecnica, continueremo a richiedere di usare parte delle risorse destinate a Transizione 5.0 per rifinanziare Industria 4.0 che, proprio in questa Legge di Bilancio, viene compromessa. Il credito d’imposta 4.0, infatti, avrà una copertura di soli 2,2 miliardi di euro per il 2025 contro i più di 6 miliardi che vengono utilizzati normalmente. Ma non solo, viene eliminato dal beneficio il software. Una scelta in controtendenza proprio oggi che siamo chiamati a puntare su Intelligenza artificiale, dati, cybersecurity”. Spada, infine, commenta la richiesta portata avanti dal sistema Confindustria sull’Ires Premiale, sottolineando la sua importanza per sostenere gli investimenti oggi necessari in un momento di mercati stagnanti: “Il Governo ha accolto la nostra richiesta e questo è certamente positivo. Ma, rispetto alla proposta avanzata da Confindustria, la versione finale richiede alle imprese di rispettare numerosi e stringenti requisiti, che nulla hanno a che fare con l’obiettivo della misura stessa. Tra questi requisiti, per esempio, la rinuncia alla cassa integrazione per il biennio 2024/25 e il fatto che gli investimenti non debbano essere inferiori al 24% degli utili d’esercizio in corso al 2023. Con questa impostazione, temiamo che la misura sia meno efficace”. Da qui, conclude Alessandro Spada, l’auspicio e impegno per il 2025 di “lavorare tutti insieme – a livello nazionale ed europeo – per definire una politica industriale pragmatica e di visione, con regole certe, snelle e stabili nel tempo, per scongiurare in ogni modo possibile il rischio di declino della nostra potenza industriale”.



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