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Davide Lisciani, 54 anni, ingegnere elettronico, da vent’anni amministratore delegato della Lisciani Giochi, l’azienda che si trova nel nucleo industriale di Sant’Atto, a Teramo, e produce dispositivi ludici pensati per tutto l’arco evolutivo del bambino. Fondata dal compianto papà Giuseppe, Davide Lisciani è alla guida di un’azienda che fattura oltre 30 milioni di euro e conta quasi cento dipendenti.
Un passato da onorare e di fronte un futuro con difficili sfide, visti anche i numeri importanti nelle mani. Le tremano i polsi ?
«No, non mi tremano i polsi, anche se le responsabilità sono indubbiamente molte e importanti, perché ogni decisione che prendiamo ha un impatto diretto sulle famiglie coinvolte in questa avventura. Siamo consapevoli che l’economia dei beni di consumo sta attraversando un momento complesso, ma credo fermamente nelle risorse e nelle qualità del nostro team. Abbiamo le competenze, l’esperienza e la determinazione necessarie per affrontare queste sfide e individuare le soluzioni migliori per continuare a crescere e innovare».
La sua azienda si è sempre contraddistinta per l’osmosi con il territorio in cui è nata e cresciuta. Non ha ceduto alla tentazione di delocalizzare e il rapporto è ben saldo.
«Pur avendo avuto tante opportunità e occasioni per delocalizzare la nostra attività, abbiamo sempre preferito proseguire qui a Teramo, investendo e potenziando la nostra tecnologia a sostegno della nostra competitività».
Siete stati sempre pronti a sostenere e contribuire alle iniziative no profit per i bambini.
«Riguardo al nostro contributo alle iniziative no profit rivolte ai bambini, posso dire che per loro, soprattutto per i più fragili, non si fa mai abbastanza e ringrazio tutti quelli che si fanno parte attiva per organizzarle e realizzarle».
Alla Lisciani Giochi, il 95% dei prodotti proviene da materiali riciclabili ed è riciclabile. Questo premia in termini di economicità?
«Assolutamente sì. Un impegno autentico verso la sostenibilità non solo porta ad un impatto positivo sull’ambiente, ma genera anche risparmi economici, contribuendo a una gestione più efficiente delle risorse».
L’azienda conta quasi cento dipendenti con un’età media di 42 anni, senza divari retributivi di genere.
«Riguardo alla questione della parità, credo fermamente che il vero valore di un’impresa risieda nella qualità delle persone e non nei divari di genere. Le aziende che puntano sul talento e sulla diversità sono quelle che creano innovazione e valore duraturo».
Se si guarda intorno c’è un’altrettanta sensibilità nell’imprenditoria locale?
«Penso proprio di sì. Sempre più imprese locali stanno dimostrando una crescente sensibilità verso le tematiche discusse».
Siamo alle porte del nuovo anno. Qual è il suo 2025 ideale per la sua città?
«Auspico che nel 2025 la città di Teramo possa intraprendere un virtuoso cambiamento di rotta, volto al rilancio dell’economia e dei servizi».
Oggi il capoluogo, tra cantieri e crisi del commercio, un po’ soffre.
«Teramo ha tutte le potenzialità per essere una città prospera, bella e vivibile, e merita di vedere un futuro più dinamico e ricco di opportunità, lontano dal declino che purtroppo stiamo osservando».
Quali sono i problemi da risolvere e i traguardi da centrare che a suo avviso sono possibili?
«Nel breve periodo, credo che sia possibile avviare e rendere operativi i cantieri necessari per il miglioramento della città, sfruttando al meglio tutte le risorse disponibili».
Nel medio periodo?
«Sogno un piano strategico che dia una direzione opportuna alle scelte e agli investimenti per la città».
Di recente, Lisciani ha centrato un altro progetto importante: “Beside” ovvero lo sviluppo di giochi per bambini con bisogni educativi speciali. Un progetto reso possibile dai fondi europei. L’Abruzzo a suo avviso coglie l’impatto economico e l’importanza di queste risorse?
«Il progetto “Beside” è parte di un più ampio e ambizioso progetto volto al sostegno di categorie di bambini più fragili e problematici. Esso è stato possibile solo grazie al sostegno dei fondi europei erogati dalla Regione Abruzzo. Regione che, a mio avviso, è attenta ad intercettare le opportunità fornite dall’Europa e a riversarle sul territorio. Cosa importantissima poiché, al giorno d’oggi, la competitività del nostro sistema economico è sempre più legato alla nostra capacità di investire».
Il motto di suo padre era «sempre della parte dei bambini». Questo territorio, le sue istituzioni, i servizi connessi, a suo avviso sono generosi e attenti all’infanzia?
«Vedo nel nostro territorio tante iniziative rivolte all’infanzia, di matrice più o meno istituzionale. Ciò nonostante, come ho detto prima, per i bambini non si fa mai abbastanza».
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