BILANCIO COMUNALE A LATINA, M5S: “MUTISMO IMBARAZZANTE DELLA SINDACA”

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“Imbarazzanti il mutismo della Sindaca e l’inadeguatezza di presidente e segretaria generale”

«Nella notte tra il 27 e il 28 dicembre abbiamo assistito a una crescente deriva antidemocratica con palese forzatura del regolamento comunale con cui la maggioranza ha messo il bavaglio all’opposizione impedendo di fatto la discussione degli emendamenti nei tempi regolamentari». Il capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi, torna sul consiglio comunale di venerdì, al termine del quale è stato approvato coi soli voti della maggioranza il bilancio di previsione del Comune di Latina. 

La consigliera ripercorre quanto successo nel corso della seduta: «È stata proprio la Sindaca a chiedere una capigruppo per proporre di ridurre il tempo per la presentazione degli emendamenti della minoranza e i consiglieri di maggioranza hanno dato seguito a questa proposta attraverso una votazione a mio avviso illegittima espressa nella capigruppo, violando il regolamento comunale che prevede un tempo massimo di 10 minuti per l’illustrazione di ogni singolo emendamento e decidendo che dovevano essere discussi in 50 secondi ognuno. Questo perché avevano fretta di chiudere la seduta, non procrastinabile al giorno successivo perché, come affermato dal capogruppo della Lega Valletta, non avrebbero avuto il numero legale: forse perché in partenza per il capodanno?».

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«Come opposizione abbiamo iniziato una protesta occupando l’aula e protocollando una mozione di sfiducia per il presidente del Consiglio, ma la maggioranza ha deciso di portare avanti i lavori del Consiglio noncurante della protesta. Quanto accaduto non solo mina le fondamenta democratiche e istituzionali della politica della città creando una cicatrice profonda per il cammino verso il Centenario, ma dimostra soprattutto una grave inadeguatezza e mancanza di rispetto per i principi democratici da parte delle figure istituzionali che dovrebbero garantire equità e legittimità all’interno del Consiglio: la Sindaca, il presidente del consiglio e anche la segretaria generale». 

«Proprio la Sindaca infatti, dopo aver determinato la decisione di limitare la libertà di intervento dei consiglieri di minoranza, al rientro in aula si è distinta per un imbarazzante mutismo di fronte a una situazione fuori controllo, e durante la nostra protesta, quasi divertita, girava video con il cellulare. Il suo mancato intervento istituzionale per riportare ordine e rispetto nell’aula consiliare e ricomporre una situazione di prevaricazione della maggioranza sulle opposizioni è un segnale evidente della sua inadeguatezza nel rappresentare l’intera comunità in quanto sindaco di tutti. Un atteggiamento remissivo e marginale, che non può esimerci dal chiederci chi ci sia realmente al governo della città e dietro le sue scelte e azioni».

«All’inadeguatezza della Sindaca si unisce l’ira incontenuta del presidente del consiglio Tiero che, dopo aver saputo della mozione di sfiducia, ha inveito senza controllo contro i consiglieri di minoranza, interrompendo ripetutamente i nostri interventi, dimostrando totale mancanza di equilibrio e rispetto per il proprio ruolo super partes, mentre il direttore generale lo tirava per la giacca tentando di farlo rientrare nel ruolo istituzionale».

Non meno grave, per la consigliera del M5S, il comportamento della segretaria generale, «che dovrebbe avere il ruolo di “notaio” del consiglio comunale, garante e responsabile dell’applicazione delle norme e dei regolamenti, invece si è rifiutata persino di rispondere a un mio quesito sulla legittimità del voto espresso dalla maggioranza in conferenza capigruppo che ha di fatto violato l’articolo 12 del regolamento per il funzionamento del consiglio che dispone i tempi di intervento per gli emendamenti. La segretaria ha avallato un voto in conferenza capigruppo, procedura non prevista nell’articolo 35 dello stesso regolamento in cui si definisce chiaramente nero su bianco che la conferenza capigruppo è organo tecnico-amministrativo, non deliberativo. Il suo atteggiamento dimostra il mancato esercizio del suo dovere di vigilanza e garanzia, contribuendo a legittimare decisioni potenzialmente illegittime».

«Queste tre figure super partes hanno abdicato al loro ruolo, venendo meno ai principi fondamentali di equità, legittimità e democrazia. La loro condotta ha minato le garanzie e la tutela delle minoranze, pilastri fondamentali di un sistema democratico sano». 

«Invito i consiglieri di maggioranza a prendere le distanze da questa pericolosa deriva antidemocratica. Significativo l’atteggiamento del capogruppo di Fratelli d’Italia, Cesare Bruni, che ha scelto di non partecipare alla votazione della conferenza dei capigruppo, oltre a non intervenire in aula durante la seduta successiva. Questi segnali dimostrano che qualcuno, forse, ha iniziato a prendere coscienza della gravità della situazione».

«Ci auguriamo che i consiglieri di maggioranza riflettano e che la cittadinanza prenda coscienza della deriva autoritaria in atto. Latina merita amministratori e figure istituzionali all’altezza del loro ruolo, in grado di rispettare e difendere i principi democratici».

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