Le barche da lavoro si stanno elettrificando grazie alla scelta ibrida. Ne parla a Vaielettrico l’imprenditore Attilio Piccolo, laurea in tecnologia dei trasporti e docente della materia nelle scuole superiori, titolare della Green Boat Technology.
L’evoluzione dal 2013 di Green Boat Technology: dai diportisti alle barche da lavoro
Facciamo il punto con l’imprenditore napoletano Attilio Piccolo che abbiamo già sentito nel 2017. Opera nel settore della nautica elettrica già dal 2013, seguendo da vicino le ultime evoluzioni della tecnologia a batteria.
«Siamo partiti nel 2013 quando parlare di elettrico per la nautica sembrava utopia. I risultati degli ultimi anni e le nuove aziende che guardano in questa direzione confermano che abbiamo fatto bene a crederci». Si può navigare a basse emissioni.
L’esperienza decennale permette di fotografare i mutamenti nelle dinamiche di mercato del settore.
«L’attività è molto cambiata. Inizialmente i nostri clienti erano privati che sceglievano i nostri sistemi elettrici o ibridi principalmente per uscite giornaliere o per battute di pesca e il sistema elettrico ha dato grossi vantaggi».
Più nel dettaglio, l’elettrico consente «pescate anche di 10 ore senza convivere a bordo con rumori assordanti e gas di scarico maleodoranti riuscendo al contempo ad evitare l’uso dei trolling valve sugli invertitori/riduttori».
L’elettrificazione delle barche da lavoro è richiesta da aziende di medie dimensioni
Ma la tendenza attuale è diversa: «Il nostro core business si è spostato per il 90% verso le medie e grandi aziende che con le unità da diporto ci lavorano».
Sono cresciute le sinergie sia con gli operatori che con i costruttori. Significa più cantieri che offrono la conversione ibrida o elettrica.
Vediamo alcuni esempi di conversione e installazione dei sistemi green. «L’azienda di Paolo Puttini ha realizzato un refit completo della barca Bertram 27 aggiungendo alla motorizzazione diesel due motori elettrici da 10 kW e un pacco batterie LiFePO4 di 14,5 kWh».
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Si tratta di un dislocamento importante: «Siamo sulle 12 tonnellate e riesce a coprire con il solo ausilio delle batterie battute di pesca con il vivo dalle 10 alle 12 ore no stop alla velocità massima di 2 nodi». Si va piano, ma si lavora bene.
«Questo sistema nel complesso può garantire un’autonomia di 5 ore alla velocità di 4,5-5 nodi».
Il turismo con sistemi ibridi dalla costiera Amalfitana alle Cinque Terre
Un altro esempio di elettrificazione citato da Piccolo è quello dell’operatore turistico You Know! «che quest’anno con le sue 6 barche ibride si candida ad essere una delle aziende italiane con la più estesa flotta elettrificata».
Si tratta di un operatore turistico che propone tour in diverse località costiere in Italia – da Sorrento (qui una delle proposte) alle Cinque Terre – fino a Grecia, Croazia, Spagna e Portogallo.
«In questi casi la sfida è stata quella di realizzare sistemi molto robusti e dalle autonomie accettabili» sottolinea l’imprenditore. «Mediamente i tour prevedono 2 ore di navigazione termica e 1 in elettrico».
Queste le specifiche tecniche. «Sono natanti lunghi 10 metri f.t. e con un dislocamento di circa 8 tonnellate con due motori elettrici da 15kW e raggiungono la velocità di crociera in full electric di 5 nodi con un’autonomia di circa 4 ore».
Il pacco batteria LiFePO4 si ricarica durante la navigazione con il motore termico o la notte in banchina.
«Il nostro risultato più significativo è stato quello di garantire un funzionamento medio di 1.000 ore all’anno, una navigazione che un utente tipo accumulerebbe in 10 anni».
Il sistema più datato ha raggiunto le oltre 4.000 ore di moto «senza interventi straordinari di manutenzione».
La riconversione full electric per la barca usata nei matrimoni sul lago Fusaro
Sulle acque interne la Green Boat Technology punta sull’elettrico puro. «Una storia molto bella è quella di Barca Cuma, unità completamente in legno costruita dai mastri d’ascia napoletani negli anni 50».
Poi «armata dalla famiglia Schiano, che sul lago Fusaro da anni accompagna gli sposi dalla suggestiva casetta Vanvitelliana a Villa Riflesso gestita sempre dalla famiglia Schiano».
«La barca pesa 8 tonnellate, naviga con un motore elettrico da 15 kW alimentato da un pacco batterie Agm da 15 kWh. Riesce a garantire 4 ore di autonomia alla velocità di 5 nodi, con una velocità massima di 7».
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