FORMIGINE – Ci sono storie belle, storie da raccontare e altre invece che fanno la differenza, che diventano un esempio da replicare. Quella che arriva dall’alta pianura modenese ha il sapore forte e dolce della vittoria del giusto sullo sbagliato, del buono sul cattivo. O, in questo caso specifico, della legalità sulla criminalità organizzata.
Ad una manciata di chilometri da Formigine infatti ad inizio dicembre è stato inaugurato il “Parco della Legalità”, un bike park permanente nato su un’ampia cava confiscata alla mafia (in apertura foto Antonio Valzani). Un’area aperta a tutti, tutto l’anno, che potrebbe diventare presto teatro di tante manifestazioni ciclistiche. Ne va chiaramente orgogliosa la sindaca Elisa Parenti quando la incontriamo nel suo ufficio in Municipio per farci raccontare come è stato il cammino che ha portato a questo traguardo e quali altri ci sono ancora da raggiungere.
Geolocalizzazione
Il bike park si trova a Tabina di Magreta, una frazione di Formigine. Lì attorno ci sono già diverse piste ciclabili che possono avere uno sbocco in assoluta sicurezza in questo spazio.
«Accanto a questo parco – spiega Parenti – c’è la sede di Orione Ottanta, una fondazione che accoglie ragazzi fragili o minori non accompagnati. Molti di loro hanno lavorato alla realizzazione del bike park, che è sorto grazie all’aiuto di tanta gente e tante istituzioni. Con un contributo della Regione Emilia-Romagna verranno inserite delle ability skill lungo i vari percorsi del parco. Questi stessi percorsi sono adatti alle diverse fasce di età dei frequentatori. Dai bambini ai ciclisti più esperti. L’accesso al parco è libero, non ci sarà alcun vincolo. Ovviamente abbiamo stilato un regolamento di comportamento al suo interno per l’utilizzo delle strutture e per l’attenzione nei confronti dei fruitori.
«La superficie del parco è molto estesa – continua la prima cittadina di Formigine – e prevede tre zone. Oltre al percorso per le bici, ci sono anche un bosco urbano ed una vigna. Quest’ultima verrà curata per merito della collaborazione tra i ragazzi della fondazione Orione Ottanta ed il coltivatore diretto».
L’evoluzione del progetto
Per arrivare ad un risultato simile sono servite pazienza e speranza, ma la soddisfazione diventa impareggiabile.
«Questa cava dismessa su cui sorge il Parco della Legalità – continua Elisa Parenti – è stata restituita al Comune di Formigine a fronte di un processo fatto con la Regione. Il progetto è partito con l’amministrazione precedente della sindaca Maria Costi ed erano almeno tre anni che si cercava di realizzarlo. Per fortuna, come dicevo prima, c’è stato l’interesse anche della Fondazione di Modena che ci ha supportati. Questa rete ha permesso di rendere tutto reale. E’ un progetto ambizioso, ma interessante perché abbiamo subito visto che ha suscitato grande reattività nelle persone».
In un’epoca dove spesso si pensa a cementificare il verde per nuove strutture senza riqualificare aree già attrezzate o esistenti, a Formigine non hanno avuto dubbi su cosa fare in quel terreno.
«Ci hanno fatto la proposta del bike park – racconta la sindaca con grande felicità – e ci è piaciuta subito. Abbiamo una bellissima collaborazione con Franco Machì, il presidente dell’U.S. Formiginese e con Enzo Varini, il presidente del comitato provinciale di Federciclismo, che ci hanno sempre dato tanti spunti in tema ciclistico e di sicurezza verso il ciclista. Quindi abbiamo pensato che potesse essere la soluzione migliore in assoluto».
Sensibilizzazione sociale
Quando assesti un colpo così evidente ad un sistema criminoso, che ormai non opera neanche più in modo invisibile, sai che la vittoria è di tutti e per il bene di tutti.
«Abbiamo dato un segnale forte – ci dice Parenti – e non bisogna mai nascondersi o arrendersi davanti a queste situazioni. Abbiamo lottato come fa un ciclista in salita. Pensiamo che lo sport sia una metafora di come si possono conseguire gli obiettivi. Sempre in quella zona, proprio per l’idea di inclusione e socialità che vogliamo dare, pensiamo di mettere tutta l’area degli arcieri, visto che a Formigine abbiamo una associazione molto rinomata (Arcieri della Torre, ndr). Loro avranno la possibilità di allenarsi e magari portare gare nazionali o internazionali. Stiamo cercando di creare una zona che metta assieme più sport, anche alcuni meno di massa».
«Il Parco della Legalità – conclude – è abbastanza grande e adatto per ospitare anche gare di ciclocross. Sono certa che nel giro di pochi mesi, quando sarà un po’ più completo, società e comitati penseranno alle organizzazioni. In futuro, magari trovando i fondi, ci piacerebbe sfruttarne una parte per creare un anfiteatro ad impatto zero dove poter fare eventi. Un luogo di aggregazione sempre aperto. Lo abbiamo voluto proprio perché lo abbiamo confiscato alla mafia, per dare un segnale sociale. Questo è il messaggio che vogliamo dare, anche a comuni che hanno vissuto o stanno vivendo la nostra stessa situazione. Contrastiamo l’illegalità rendendo pubblico e disponibile a tutti ciò di cui ci avevano privato».
Nel nostro immaginario, da innamorati della bicicletta, ci piace pensare che con questo mezzo si possano sconfiggere per distacco certi avversari. Così come lo aveva fatto Bartali durante la Seconda Guerra Mondiale, anche a Formigine hanno pedalato contro le ingiustizie.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link