“Finalmente se score” con una sola “erre”, alla romana. Così ha commentato Lorenzo Marinone, su Instagram, il prolungamento del sottopasso di lungotevere in Sassia. L’opera è collegata all’intervento più importante, in termini di costi e visibilità, del Giubileo: la pedonalizzazione di Piazza Pia.
Ma se all’ombra del Cupolone la viabilità migliora e si creano luoghi deputati ad accogliere pellegrini, lontano dalla porta santa la mobilità resta un problema, forse il problema. Ed è una condizione che chi vive nei territori periferici ben conosce. Così il video del consigliere democratico Lorenzo Marinone, diventa l’occasione per ricordare che c’è una distanza d ricucire. E tra i commenti su Instagram c’è chi, come Raffaele Biondo, consigliere in municipio X e rappresentante dei Giovani Democratici, lo ha fatto notare. Anche a costo di andare controcorrente rispetto alla narrazione dominante in casa PD.
Le periferie bloccate nel traffico
“Questo è il Giubileo della Speranza e la speranza delle persone che abitano lontano dal centro sembra non terminerà con i cantieri giubilari. Mi chiedo con quali valori politici si sia ritenuto che avesse più senso spendere decine di milioni di euro per una piazza pedonale che collega San Pietro a Castel Sant’Angelo e un sottopasso se poi ci sono persone che restano bloccate nel traffico, tutti i giorni, per raggiungere il centro per motivi di studio o lavoro” ha esordito Raffaele Biondo, raggiunto telefonicamente da Romatoday dopo i commenti pubblicati sulla pagina Instagram del collega capitolino Lorenzo Marinone.
Il turista bloccato al centro
“Nel territorio in cui vivo, il X municipio, sono anni che studiamo soluzioni di viabilità. Siamo romani anche noi: la maggioranza dei residenti che lo abitano lavorano in centro o all’ Eur. Alcuni a Fiumicino” ha ricordato Biondo. Investire in un collegamento migliore con la periferia, avrebbe comportato vantaggi anche per i non residenti. Ed infatti, ha sottolineato il consigliere municipale, ne avrebbero beneficiato anche turisti e pellegrini che ad Ostia, e nell’hinterland, “avrebbero potuto trovare alberghi meno costosi di quelli presenti al centro, così da avere una miglior distribuzione del ‘peso’ del turismo nel centro città”. In un periodo in cui, nei rioni del centro, si condannano gli effetti dell’overturism, una più efficace distribuzione dei flussi turistici avrebbe comportato conseguenze meno impattati per chi ancora vive in quartieri come Borgo, Trastevere, Monti, solo per citarne alcuni.
Un’occasione persa contro il caro affitti
“Un migliore accesso alle e dalle periferie avrebbe avuto conseguenze positive anche sul mercato degli affitti – e quindi avrebbe risolto un tema sociale importante – arrivati alle stelle per la concentrazione di case vacanza nel centro storico” ha rimarcato Biondo. Ma questo obiettivo si raggiunge, solo investendo nella viabilità, modificando le arterie viarie e migliorando il trasporto pubblico. Tutte operazioni che necessitano di soldi quelli che, è stato fatto notare, il Giubileo metteva a disposizione.
Dossier – Meglio pendolari che vivere a Roma. Chi sono i lavoratori espulsi dal caro affitti
Come migliorare i collegamenti con Ostia
“Si sarebbero potuti investire quei soldi – a mio avviso – per modificare la via del mare e la via Ostiense, lasciando che una segua la direzione Ostia Centro e l’altra la direzione opposta, creando un sistema di inversioni di marcia, attraverso sovrappassi o sottopassi, come già è all’altezza del raccordo e della stazione di Acilia”ha ipotizzato Biondo. Perché “avere la doppia corsia per senso di marcia su queste due strade risolverebbe il grande problema del nostro Municipio-arcipelago: tanti quartieri-isola totalmente scollegati tra loro perché tagliati da strade di grande viabilità. Si sarebbero anche potute investire risorse per modificare la Roma Lido, ricollegandola, come era una volta, alla Metro B. Il che avrebbe voluto dire più treni per la metti B e più treni per la Roma Lido. Il costo di questi interventi sarebbe stato non troppo più alto di una piazza pedonale che va a servire esclusivamente il centro città”.
Insomma, ben venga la pedonalizzazione di Piazza Pia. Ma somiglia alla classica ciliegina sulla torta. Manca però, appunto, il resto della torta rappresentata da quelle periferie che, l’operazione di ricucitura che si vuole perpetrare con “la città dei 15 minuti”, non è in grado di realizzare. E non vi riesce perché, innanzitutto, quella operazione non dispone di adeguate risorse economiche: un solo milione per municipio. Complessivamente, un quinto rispetto a quelle messe a disposizione per la nuova veste di Piazza Pia.
Le priorità sbagliate
“Nel resto d’Europa quando si hanno entrate economiche legate ad eventi straordinari, s’investe per migliorare i collegamenti con le periferie – ha incalzato il consigliere democratico del municipio X – Da noi l’investimento più consistente è andato per prolungare di qualche centinaio di metri un sottopasso e per creare una piazza pedonale. Non dico che sia inutile, ma che a mio avviso, nell’ordine di priorità, andava sicuramente dopo”. Le difficoltà che i pendolari hanno vissuto lo scorso autunno, le richieste d’aiuto da parte del minisindaco Falconi, e gli incolonnamenti quotidiani per raggiungere il centro, restano a testimoniare delle criticità che, il Giubileo, non ha contribuito a risolvere.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link