Stop overtourism, Firenze guida la notte della protesta in Italia contro gli affitti brevi: blitz anti keybox da Milano a Rimini

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di Giulio Gori

Il comitato: «50 giorni fa le promesse, ma sono ancora tutte lì»

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Cinquanta giorni dopo la rivolta, a colpi di X rosse, contro le keybox degli airbnb, Salviamo Firenze torna in strada a segnare col nastro isolante le scatoline con le chiavi per i turisti. Ma stavolta l’onda di protesta contro la proliferazione degli affitti brevi va oltre i confini: con un blitz notturno in simultanea a colpire sono stati i comitati di Firenze, Milano, Venezia, Genova e Rimini. 

Lo slogan è quello mutuato dalla rivolta di Barcellona contro gli affitti brevi: «La tua casa era la mia casa», a significare che i residenti non trovano più alloggi visto il dilagare dell’economia turistica.




















































Tutte le principali località italiane sono in fermento, se si pensa che Roma sta studiando una norma, modello Firenze, per fermare i nuovi airbnb, mentre a Napoli gli abitanti erano scesi in piazza il 13 dicembre. 

«Il tuo b&b, il nostro sfratto», «meno affitti brevi, più case per tutti», sono gli slogan i attaccati ieri con degli adesivi sulle keybox delle città del Nord Italia. 

A Firenze, la parola d’ordine è stata «rimozione forXata», un modo per richiamare le X che spuntarono il 9 novembre, in occasione del Forum internazionale sul turismo organizzato alla Fortezza dalla ministra Daniela Santanchè.

Da allora, denuncia il comitato puntando l’indice anche contro Palazzo Vecchio, non è cambiato nulla malgrado il Viminale abbia ribadito il divieto del self check-in — i gestori degli appartamenti devono identificare gli ospiti di persona — e il Comune di Firenze si sia detto pronto a bandire le keybox. «È passato oltre un mese da quando è stato riaffermato dal ministero che tastierini e scatolette porta chiave (keybox) non possono essere utilizzate nelle città italiane per gli affitti brevi, per fare accedere i turisti senza l’accoglienza di persona — dicono da Salviamo Firenze — Dalle X sulle keybox siamo partiti il 9 novembre e sulle keybox torniamo dopo 50 giorni, perché rappresentano la forma più volgare dello sfruttamento della nostra città. A Firenze sono stati assunti impegni sulla loro eliminazione dai muri della città ma non sono seguiti i fatti e tutto continua come prima. Ed è così in tutta Italia, per questo agiamo in contemporanea ai movimenti per il diritto all’abitare di Venezia, Genova, Milano e Rimini».

Il comitato, la notte tra venerdì e sabato, ha «segnato» con i nastri isolanti molte strade del centro: via di Mezzo, via Fiesolana, via dei Pilastri, borgo Allegri, via dei Macci, via dell’Agnolo, via Ghibellina, piazza dei Ciompi, borgo Albizi, via del Campuccio, via Camaldoli, via del Leone, via Santa Monaca, via dell’Ardiglione, via delle Caldaie e via dei Serragli. 

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I militanti, di porta in porta, hanno constatato che di targhette con il Cin esposte fuori dai portoni — che saranno obbligatorie da mercoledì — ce ne sono pochissime. Il record in positivo è quello di via dei Pilastri, ma con appena quattro targhette identificative.

A poche ore dall’iniziativa di Salviamo Firenze, Palazzo Vecchio spiega di non stare con le mani in mano: «Siamo al lavoro, a stretto contatto con la Prefettura, per vietare l’utilizzo delle keybox in tutta la città — sostiene l’assessore al turismo Jacopo Vicini — Lo abbiamo annunciato a metà novembre con la delibera di giunta contenente il piano in 10 punti per un turismo sostenibile e stiamo lavorando per renderlo operativo in tutte le sue misure entro primavera. Appena entrerà in vigore il regolamento sarà concesso un breve tempo per la rimozione delle keybox esistenti». Vicini ha poi aggiunto: «Sappiamo bene che il problema esiste, siamo stati i primi a livello nazionale a portare l’attenzione sul problema sicurezza e sul decoro legato all’uso delle keybox, così come siamo stati i primi a lavorare per una regolamentazione degli affitti turistici brevi». 

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29 dicembre 2024

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