una rivoluzione epocale dalla Cina all’Europa

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La stampa è stata inventata in Cina, ma è stata riscoperta e perfezionata in Europa. In origine per stampare si usavano caratteri fissi, cioè si componevano intere pagine su una lastra che poi veniva impressa sulla carta o altro supporto; successivamente furono introdotti i caratteri mobili, che si possono spostare per comporre testi diversi. In Europa tale innovazione fu sviluppata intorno alla metà del Quattrocento e rappresentò una rivoluzione sotto il profilo culturale, sociale e politico. L’introduzione dei caratteri mobili è in genere considerata l’invenzione della stampa. Il mercato librario crebbe rapidamente e cambiò le forme e i modi della circolazione del sapere. Nei secoli successivi, numerose altre innovazioni tecniche hanno reso la stampa un processo veloce e alla portata di tutti.

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Dagli amanuensi alla stampa

La stampa è il processo attraverso il quale si riproducono testi scritti e immagini su un supporto (oggi in genere la carta), mediante l’uso di inchiostro.

Prima della nascita della stampa, l’unico modo per riprodurre libri era copiarli a mano. L’operazione era in genere svolta nei monasteri da appositi amanuensi e richiedeva moltissimo tempo.

L’amanuense jean Mielot, segretario di Filippo III di Borgogna

I libri, di conseguenza, erano rari e costosi. Molte opere, non ritenute degne di essere tramandate, non venivano copiate e sono perciò andate perdute. Inoltre, poiché ogni amanuense realizzava una sola copia, era frequente che vi fossero errori e versioni differenti dello stesso testo.

L’invenzione della stampa. Caratteri fissi e caratteri mobili

La stampa fu inventata in Cina intorno al VI/V secolo a. C. In origine si usavano caratteri fissi: si intagliava su un blocco di legno di legno l’intera pagina da stampare; in seguito la si bagnava con inchiostro; infine la si imprimeva su un supporto, in genere la carta (inventata proprio in Cina). Il più antico testo stampato con questo sistema e sopravvissuto fino a noi risale all’anno 868 d. C. e mostra che gli stampatori cinesi avevano raggiunto un elevato grado di efficienza tecnica. Dalla Cina, la stampa a caratteri fissi raggiunse altri territori in Asia e in Europa.

Stampa cinese dell’anno 878, conservata alla British Library

Gli stampatori cinesi, però, introdussero anche un altro sistema, quello a caratteri mobili: non si intagliava nel legno l’intera pagina, ma si componevano i singoli caratteri, che dopo essere stati usati per stampare potevano essere spostati per formare altre parole. Il sistema comparve poco dopo l’anno mille, ma non ebbe particolare sviluppo, perché la lingua cinese, a differenza degli alfabeti diffusi in quasi tutto il mondo, utilizza migliaia di caratteri. In Europa, invece, la stampa a caratteri mobili fu alla base di una vera e propria rivoluzione.

L’arrivo della stampa in Europa e il ruolo di Gutenberg

La stampa a caratteri fissi raggiunse anche l’Europa, ma non andò incontro a grande diffusione. Diversa fu la sorte della stampa a caratteri mobili, sviluppata alla metà del Quattrocento in Germania. L’invenzione si attribuisce a un orafo di Magonza, Johannes Gutenberg.

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La stampa era ancora rudimentale: si dovevano disporre a mano i caratteri su un apposito vassoio, poi intinti nell’inchiostro e pressati sulla carta con un’apposita macchina. Era però possibile utilizzare più volte il vassoio e quindi stampare più copie dello stesso testo. Il processo era molto più veloce ed economico della copia a mano. Gutenberg, inoltre, sostituì il legno usato in Cina con i metalli, che consentivano di realizzare caratteri più resistenti e duratori. La prima opera stampata fu una Bibbia, ultimata nel 1455, della quale furono prodotte 180 copie (49 delle quali sono ancora esistenti). Inizialmente si stampavano solo testi religiosi, ma ben presto le presse iniziarono a riprodurre anche libri laici, come i classici latini e greci.

Replica della pressa di Gutenberg

Rapidamente le stamperie si diffusero in Germania e nel resto d’Europa. In Italia fu particolarmente importante il ruolo di un tipografo veneziano, Aldo Manuzio, al quale si devono numerose innovazioni, tra le quali l’introduzione del carattere corsivo. Il numero di libri in circolazione aumentò rapidamente in tutta Europa e gradualmente la stampa a caratteri mobili raggiunse anche gli altri continenti, sebbene in alcuni casi, come nell’Impero Ottomano, la sua diffusione fosse ostacolata dalle autorità politiche.

Le conseguenze dell’invenzione della stampa

La stampa costituì una vera e propria rivoluzione, perché rese molto più rapida la circolazione della conoscenza e consentì a molte più persone in condizione di formarsi proprie opinioni. Solo una minoranza della popolazione accedeva al mercato librario, perché la grande maggioranza dei cittadini era analfabeta, ma ciò nonostante la stampa rappresentò l’inizio di una rivoluzione e agevolò la diffusione del pensiero critico. Per gli intellettuali e gli scienziati, divenne più facile discutere della interpretazione dei testi e, per tale ragione, la stampa favorì anche la rivoluzione scientifica. Non a caso, la circolazione dei libri era controllata dalle autorità politiche e religiose, che introdussero vari strumenti di censura, come l’Indice dei libri proibiti.

La stampa dei libri

La stampa ebbe anche la conseguenza di agevolare la riforma protestante: grazie ai libri, Martin Lutero poté stabilire che i fedeli dovevano leggere in prima persona i testi sacri, senza la mediazione dei sacerdoti, e poté diffondere in misura maggiore i suoi scritti.

Inoltre, la stampa eliminò gli errori individuali commessi dagli amanuensi durante la copia e, ampliando il potenziale pubblico di lettori ben oltre l’ambito ecclesiastico, agevolò la diffusione delle lingue moderne a discapito del latino.

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Miglioramenti tecnici dal ‘400 a oggi

Con il passare dei secoli la stampa è andata incontro a numerosi progressi, che hanno reso infinitamente più veloce e semplice il processo di riproduzione di testi e immagini. Tra le innovazioni principali va ricordata la litografia, introdotta nel Settecento, che consentì di stampare anche le immagini. Nell’Ottocento, invece, alle presse da stampa fu applicata la macchina a vapore, che sostituì l’energia muscolare e rese il processo più veloce. Nello stesso secolo fu inventata anche la rotativa, cioè una macchina per stampare che non è composta da superfici piane, ma da rulli. Nel 1886 fu introdotta la prima linotype, cioè una macchina nella quale per la prima volta non si disponevano i caratteri a mano sul vassoio, ma si usava una tastiera simile a quella delle attuali macchine da scrivere.

Una lynotipe

Dalla linotipia, all’inizio del Novecento si è passati alla stampa offset, che oggi è molto diffusa: o caratteri non passano direttamente dalla lastra alla carta, ma prima su una superficie intermedia fatta di gomma, che consente una qualità migliore.

Lo sviluppo più recente è la stampa digitale, che si ottiene componendo i testi su computer collegato a una stampante: un’operazione che facciamo pressoché quotidianamente a casa e nei luoghi di lavoro.





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