Via libera del Senato alla Manovra. Fisco, pensioni, famiglia e casa: tutte le novità

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La manovra economica del Governo Meloni ha ottenuto il via libera definitivo in Senato. Numerose le polemiche in aula, con Renzi che accusa Meloni per aver posto la fiducia sul voto: «Sta violando tutte le regole della democrazia parlamentare».

La legge di Bilancio da 30 miliardi prevede, tra le altre cose, il rinnovo dei tagli al cuneo fiscale per i lavoratori con redditi fino a 40mila euro, un intervento sulle pensioni con modifiche minime alla flessibilità in uscita, piccoli aumenti per le pensioni minime (1,8 euro) e una sforbiciata alle detrazioni per i redditi più alti.

Le dichiarazioni di voto in Aula hanno acceso gli animi, con uno scontro acceso tra Matteo Renzi, leader di Italia Viva, e il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Durante l’intervento di Renzi, alcuni rumori hanno interrotto il suo discorso, e il senatore ha chiesto il rispetto del silenzio per proseguire. La Russa, irritato, ha risposto seccamente, accusando Renzi di esagerare: «Non c’è nessun rumore, vada avanti». La discussione si è poi intensificata, con Renzi che ha accusato La Russa di non rispettare le opposizioni, mentre il presidente del Senato ha risposto, sollecitando più cortesia e rispetto della verità.

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Ma la tensione non si è limitata a questo. Anche all’interno della maggioranza sono emerse critiche, in particolare per i tempi ristretti concessi al Senato per esaminare il provvedimento. Questo ha alimentato le polemiche sul cosiddetto «monocameralismo di fatto», un processo che ha suscitato le proteste sia delle opposizioni che dei membri del Governo. Il relatore della legge, Guido Liris (FdI), ha persino rassegnato le dimissioni in segno di protesta contro il modo in cui la manovra è stata trattata.

«Avete messo la fazione davanti alla nazione pur di non cambiare il bicameralismo partitario cambiando la Costituzione ma ora lo state facendo violando la Costituzione», ha tuonato Renzi. E ancora: «Il 99,7% dei provvedimenti voluti dal Governo sono stati approvati con una sola lettura e questo tema esiste. Da noi va un grazie a Liris per quello che ha fatto. Avete messo da parte la madre di tutte le riforme, fate allora la cognata, lo stop al bicameralismo».

Anche altri senatori hanno espresso disappunto per l’approvazione accelerata della legge. Pietro Patton, del gruppo Per le Autonomie, ha criticato aspramente il fatto che il Senato non avesse avuto modo di esaminare adeguatamente il disegno di legge, sostenendo che questa prassi non rappresenta gli interessi dei territori.

Nel frattempo, Maurizio Gasparri di Forza Italia ha preso di mira il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, accusandolo di non apprezzare il sostegno dato ai Comuni, mentre Giorgio Salvitti, ex Fratelli d’Italia e ora nei Civici d’Italia, ha risposto a Renzi dicendo che l’ex premier non è un pensiero del gruppo e che si stanno concentrando sugli interessi degli italiani, non su polemiche interne.

Carlo Calenda, leader di Azione, ha definito invece la manovra una proposta prudente e conservatrice, lodando i provvedimenti che mantengono i conti in ordine e che riducono il cuneo fiscale, ma criticando la loro discrepanza rispetto alle promesse elettorali.

Ecco i principali interventi

FISCO. La revisione del taglio del cuneo prevede per i dipendenti con reddito fino a 20mila euro il riconoscimento di un bonus, per quelli tra 20 e 40mila una detrazione con decalage. Per l’Irpef c’è la stabilizzazione delle aliquote su tre scaglioni. Gli interventi su cuneo e Irpef da soli assorbono oltre 17 miliardi. Ci sono risorse per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti con la Carta “Dedicata a te”.
Per le imprese arriva l’Ires premiale: ridotta di 4 punti per chi accantona almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinveste in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili del 2023). Raddoppia la tassazione sui veicoli aziendali nuovi. Si amplia da 30 a 35mila euro il tetto di reddito da lavoro dipendente per accedere alla flat tax per la parte di lavoro autonomo. La web tax varrà solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni, la tassa sulle criptovalute resta al 26%. Aumentano le tasse su giochi e scommesse. I pos dovranno essere collegati al registratore di cassa.

FAMIGLIA. Cambiano le detrazioni, con una stretta per i redditi oltre i 75mila euro e l’introduzione del cosiddetto quoziente familiare. Arriva anche il “bonus nuove nascite”, un’una tantum da mille euro per ogni nuovo nato in nuclei con Isee sotto 40mila euro. Viene esteso a tutti e reso strutturale il bonus nido (sempre per con Isee fino a 40mila euro). Si allargano i congedi parentali all’80%, per tre mesi invece degli attuali due. Arriva il fondo ‘Dote famiglia’ per le attività extra-scolastiche dei giovani da 6 a 14 anni in nuclei con Isee fino a 15mila euro. Nasce il Fondo per il sostegno e la valorizzazione degli oratori.

PENSIONI. Le minime saranno rivalutate nel 2025, passando da 614,77 euro a 617,9. Vengono prorogate le misure di flessibilità in uscita Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Viene anche rafforzato il bonus Maroni per chi sceglie di restare al lavoro. Chi è nel sistema contributivo potrà cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni.

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LAVORO. È prorogata per tre anni la maggiorazione del costo ammesso in deduzione per le nuove assunzioni, pari al 20%, elevato al 30% per giovani e donne. Viene rifinanziata la Nuova Sabatini e prorogato al 2025 il credito d’imposta per investimenti nella Zes per il Mezzogiorno. Prorogati per tre anni anche la detassazione dei premi di produttività (dal 10% al 5%). Il tetto dei fringe benefit sale a mille per tutti, duemila per chi ha figli; importi maggiorati per i neoassunti che accettano di trasferirsi ad oltre 100 chilometri da casa. Sale dal 25 al 30% il limite di detassazione delle mance per i camerieri. Arriva la proroga del fondo di garanzia per le Pmi. Previsto anche un Fondo con 3 milioni in 3 anni a sostegno delle imprese dell’indotto Ilva. Arriva un fondo ad hoc di 70 milioni per finanziare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili. Sale il fondo per le famiglie vittime incidenti lavoro e c’è anche una stretta contro l’abuso della Naspi.

CASA. Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus restano al 50% per le prime case, scendono al 36% per le altre, con tetto a 96mila euro. Stesso schema anche per il sismabonus, senza tetto di spesa. Prorogato il bonus mobili a 5mila euro. Rinnovate fino al 2027 le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e le giovani coppie. Arriva il bonus per elettrodomestici con un contributo massimo del 30% del costo. Non potranno più essere portate in detrazione invece le caldaie a gas.

SANITÀ. Nuove risorse per finanziare il fabbisogno sanitario nazionale standard, incrementato di 1,3 miliardi nel 2025. Una quota delle risorse è accantonata in vista dei rinnovi contrattuali 2028-2030. Aumentano le indennità di Pronto soccorso e quelle di medici e infermieri. Flat tax al 5% per gli straordinari degli infermieri. Dal 2025 tutte le ricette mediche saranno elettroniche. Risorse in più per la prevenzione del tumore al polmone. Incrementati i fondi del bonus psicologo, arriva il sostegno psicologico a scuola.

PA, MANAGER E MINISTRI. Blocco parziale del turnover nella Pa, ad esclusione di enti locali, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e ricercatori. Arriva anche il tetto ai compensi dei vertici degli enti che ricevono fondi pubblici. Per questi soggetti non ci sarà l’obbligo dei revisori del Mef ma una stretta sui controlli dei bilanci se gli aiuti statali sono “significativi”. Salta l’equiparazione dei compensi dei ministri non parlamentari con quelli dei colleghi eletti: avranno solo un rimborso trasferte. Scatta il divieto per i compensi esteri, la cosiddetta norma anti-Renzi, anche per i membri del governo.

RAI ED EDITORIA. Prevista una stretta per i costi della Tv pubblica, limitata alle consulenze esterne. Il canone risale da 70 a 90 euro. Arrivano 50 milioni per misure in favore dell’editoria.

OPERE E TRASPORTI. Un miliardo in più alla Tav e un altro a Ferrovie per le opere Pnrr. I nuovi fondi destinati al Ponte sullo Stretto sono pari a 1,5 miliardi (con 500 milioni per le opere annesse). Proroga fino a 20 anni per le concessioni elettriche: il maggior gettito va a riduzione delle bollette. Le tasse d’imbarco salgono di 50 centesimi per i voli extra Ue.

TAGLI E COPERTURE. Dalla riorganizzazione delle detrazioni si ricava un miliardo, mentre dal capitolo banche-assicurazioni ne arrivano 3,5. Per le banche sono previsti interventi sulle Dta e sulle stock options, mentre le assicurazioni dovranno versare annualmente l’imposta di bollo. Un ulteriore contributo di 400 milioni arriva dalle banche per il taglio dell’Ires. Nel triennio 2025-2027 la spending review a carico dei ministeri prevede tagli per circa 7,7 miliardi.

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