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Con oltre il 49% dei voti, e un grande distacco nei confronti dello sfidante principale, Dragan Primorac, che ha ottenuto il 19,38%, Milanović va comunque al secondo turno
Il presidente in carica della Croazia Zoran Milanović si aggiudica il primo turno delle elezioni presidenziali ma non riesce a chiudere subito la partita, mancando di un soffio la soglia del 50% dei consensi.
Con il 49,12% dei voti, e un grande distacco nei confronti dello sfidante principale, Dragan Primorac, che ha ottenuto il 19,38%, quando è stata scrutinata quasi la totalità dei voti, Milanovic sarà dunque al ballottaggio, presumibilmente il 12 gennaio prossimo
Milanovic, che è stato primo ministro tra il 2011 e il 2016, è sostenuto dal partito socialdemocratico croato (SPD) all’opposizione per vincere un secondo mandato, mentre Primorac è sostenuto dal partito conservatore Unione democratica croata (HDZ), che attualmente guida il governo del paese.
A queste elezioni si presentavano altri sei candidati, ma nessuno aveva alcuna reale possibilità di raggiungere il secondo turno.
Il sondaggio, realizzato da Ipsos e diffuso dalla televisione di Stato Hrt, ha mostrato che Milanović ha ottenuto oltre il 50 per cento dei voti, mentre il suo principale sfidante Dragan Primorac, candidato del partito conservatore Hdz, è rimasto indietro al 22 per cento.
Milanović ha ringraziato gli elettori in un post sui social network ma i primi risultati ufficiali devono ancora essere pubblicati.
I sondaggi pre-elettorali prevedevano che i due si sarebbero affrontati al secondo turno il 12 gennaio, con nessuno degli otto candidati con più del 50 per cento dei voti.
Milanović, di sinistra, è un critico dichiarato del sostegno militare occidentale all’Ucraina nella guerra contro la Russia. Viene spesso paragonato a Donald Trump per il suo stile combattivo di comunicazione con gli avversari politici.
Il politico più popolare della Croazia, il 58enne Milanović è stato in passato primo ministro. Di stampo populista, è stato un feroce critico dell’attuale primo ministro Andrej Plenković e i continui battibecchi tra i due hanno segnato ultimamente la scena politica croata.
Plenković ha cercato di dipingere il voto come un voto sul futuro della Croazia nell’Ue e nella Nato. Ha definito Milanović “filorusso” e una minaccia per la posizione internazionale della Croazia. “La differenza tra lui e Milanović è molto semplice: Milanović ci guida a Est, Primorac ci guida a Ovest”, ha affermato Plenković.
Anche se la presidenza è una carica in gran parte cerimoniale in Croazia, un presidente eletto detiene l’autorità politica e agisce come comandante militare supremo.
Milanović ha criticato il sostegno della Nato e dell’Ue all’Ucraina e ha spesso insistito sul fatto che la Croazia non dovrebbe prendere posizione, affermando che il Paese dovrebbe stare lontano dalle dispute globali, nonostante sia membro di entrambe le alleanze.
Milanović ha anche bloccato la partecipazione della Croazia a una missione di addestramento guidata dalla Nato per l’Ucraina, dichiarando che “nessun soldato croato prenderà parte alla guerra di qualcun altro”. Il suo principale rivale alle elezioni, Primorac, ha dichiarato che “il posto della Croazia è a Ovest, non a Est”.
La sua candidatura alla presidenza, tuttavia, è stata inficiata da un caso di corruzione di alto livello che il mese scorso ha portato in carcere il ministro della Sanità croato e che ha avuto un ruolo di primo piano nei dibattiti pre-elettorali.
Durante la campagna elettorale, Primorac ha cercato di ritrarre se stesso come unificatore e Milanović come divisivo. “Oggi è un giorno estremamente importante”, ha dichiarato Primorac dopo aver votato. “La Croazia sta andando verso il futuro. La Croazia ha bisogno di unità, ha bisogno del suo posizionamento globale e soprattutto ha bisogno di una vita pacifica”.
Al terzo posto nei sondaggi pre-elettorali si trova Marija Selak Raspudić, una candidata conservatrice indipendente. La sua campagna elettorale si è concentrata sui problemi economici dei cittadini comuni, sulla corruzione e su questioni come il calo demografico nel Paese, che conta circa 3,8 milioni di abitanti.
Le elezioni presidenziali di domenica sono il terzo voto di quest’anno in Croazia, dopo le elezioni parlamentari di aprile e le votazioni per il Parlamento europeo di giugno.
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