Tempo di bilanci, seppur ovviamente parziali, legati essenzialmente alla fine dell’anno solare, che coincide con la fine del girone di andata, ed alla pausa di campionato che consente, oltre che staccare la spina per qualche giorno, di effettuare alcune valutazioni sul rendimento dei singoli nel contesto di una squadra che, se in termini assoluti non si può dire abbia fatto male (32 punti in 16 partite con una gara da recuperare), come situazione di classifica si trovi ben al di sotto delle aspettative iniziali, non essendo ancora mai riuscita da inizio torneo a raggiungere la vetta della classifica di un girone che ha l’obbligo di vincere, senza se e senza ma.
Analizziamo dunque quella che, a nostro parere, è la situazione ruolo per ruolo:
PORTIERI
Come lo scorso campionato, le gerarchie che riguardano l’estremo difensore si sono rivelate tutt’altro che lineari, avendo gli amaranto schierato, nel corso di questi primi quattro mesi, ben quattro elementi della rosa (cinque se consideriamo la coppa Italia), non esattamente un segnale di stabilità e chiarezza: dopo la fugacissima parentesi Lumia, durata appena una giornata e conclusa con l’improvvisa “fuga” del giovane portiere di ritorno verso Siracusa, con l’utilizzo di Martinez ancora una volta limitato dalla regola degli under, si è registrato l’esordio, nelle ultime tre gare del girone, del giovanissimo reggino Lagonigro, classe 2006, giunto nel mercato invernale al posto dell’ancora troppo acerbo Katsaros, con un rendimento non sempre brillane ma che non ha impedito alle squadra di conquistare sette dei nove punti a disposizione; non vi è dubbio però che le migliori impressioni siano state destate dal nazionale moldavo under 21 Lazar che, seppur limitato da un fastidioso infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori per tutta la parte finale del girone di andata, nelle occasioni in cui è sceso in campo ha sciorinato un’ottima padronanza del ruolo, rivelandosi decisivo in più di una occasione grazie ad interventi importanti e risolutivi, e non a caso ottenendo un record personale di imbattibilità su ben cinque delle sei occasioni in cui è stato utilizzato, e per il quale si attende un girone di ritorno da protagonista.Il migliore: LAZAR
DIFENSORI
I numeri ci dicono che fino al giro di boa la difesa reggina si piazza al secondo posto del girone I, per gol subiti, alla spalle del quasi impetrabile Siracusa: non per questo però possiamo affermare che il reparto sia stato immune da problematiche varie, passate sia da una continua alternanza dei protagonisti che da un cambio di modulo che ha visto l’iniziale schieramento a cinque passare a quattro dopo poche settimane, variazione che ha finito per penalizzare un Bonacchi che ad inizio torneo appariva l’elemento più affidabile e carismatico della linea difensiva, ma che successivamente prima lo spostamento sulla fascia e, in seguito al cambio in panchina, un declassamento nelle gerarchie di utilizzo, hanno finito per impoverire la qualità delle prestazioni, fino alla ormai nota pantomima che ha riguardato sua cessione; una certezza invece è rappresentata ancora una volta da Girasole che, al netto di qualche disattenzione fisiologica, continua ad essere considerato intoccabile al centro della difesa mantenendo la sua vena in fase realizzativa, con l’avvicendamento del compagno a fianco tra un Adejo che comincia a mostrare sempre di più alcuni limiti di brillantezza ed esplosività fisica che invece rappresentavano la migliore qualità qualche anno fa, ed un Ingegneri certamente affidabile ma ancora una volta falcidiato dagli infortuni; ma la vera nota lieta è rappresentata dagli under, con Vesprini e Giuliodori che, seppur con caratteristiche differenti, si sono alternati nel ruolo di laterale destro con buona applicazione e rendimento, e la recente esplosione di Ndoye che sul lato mancino sta dimostrando doti atletiche fuori dal comune ma anche margini di miglioramento tecnico tattico enormi, tanto da non far rimpiangere l’assenza di quello che senza dubbio si è rivelato, un po’ a sorpresa, l’elemento più incisivo della retroguardia amaranto, vale a dire Cham, apparso devastante sia in fase difensiva che nelle sue proposizioni offensive che gli hanno consentito molto spesso di divenire un’arma tattica decisiva anche in zona gol, senza dimenticare le ormai proverbiali rimesse laterali che, nei momenti di appannamento propositivo della squadra, hanno finito per rappresentare una delle rare opzioni offensive della manovra reggina. Il migliore: CHAM
CENTROCAMPISTI
Numericamente e qualitativamente, la mediana amaranto rappresenta, almeno sulla carta, il settore più competitivo della rosa grazie alla presenza di tanti elementi di provata esperienza soprattutto in categorie superiori, ma che per svariate ragioni non hanno potuto, se non a sprazzi, dimostrare le loro potenzialità: in primis Dall’Oglio, elemento dal “pedigree” certamente più prestigioso per quanto riguarda i nuovi arrivi, ma che in pratica non ha quasi mai visto il terreno di gioco a causa di problematiche fisiche che spesso hanno condizionato la sua continuità di rendimento in carriera; certamente è risultato più utilizzato Urso, che però di fatto ha svolto la preparazione in corso di campionato, con tutti i limiti che ne conseguono in termini di affidabilità fisica a limitare un bagaglio tecnico indubbiamente importante e che potrà risultare maggiormente incisivo nei prossimi mesi: da sottolineare, inoltre, il recupero di un Salandria che finalmente sta riuscendo a fornire un contributo fattivo con una certa continuità, che ha fatto da contraltare al rendimento calante di Ba, apparso ad inizio torneo come elemento di punta del centrocampo, ma che ben presto ha visto precipitare le sue quotazioni a causa di prestazioni sempre meno convincenti che hanno finito per portare l’interruzione del rapporto con l’ex Trapani; le buone notizie, dopo le ultime settimane estremamente critiche che hanno visto una serie impressionante di infortuni riguardanti proprio il centrocampo, riguardano il recupero dei elementi imprescindibili quali Laaribi, riemerso dalla naftalina in cui era stato posto dalla precedente gestione tecnica, e soprattutto Il capitano Barillà e Porcino, che nelle ultime due uscite hanno ampiamente dimostrato che tipo di contributo possono portare alla causa amaranto una volta superate, si spera definitivamente, le problematiche fisiche; ci sentiamo però di attribuire la palma dell’eccellenza ancora una volta ad un giovane, cioè quel Forciniti che sin da subito ha dato dimostrazione, a suon di prestazioni sopra le righe in termini di dinamicità, corsa, grinta e soprattutto personalità, di rappresentare un elemento quasi imprescindibile nello scacchiere mediano, prova ne è stata la difficoltà manifestata in campo nel trovare rimedio alla lunga assenza dovuta alla sciagurata squalifica, figlia di un peccato di gioventù, terminata giusto una settimana fa, e gli consentirà certamente di continuare a ritagliarsi un ruolo di protagonista anche dopo il giro di boa, per un futuro professionale che si intuisce sarà pieno di soddisfazioni. Il migliore: FORCINITI
ATTACCANTI
Le vicende che interessano il reparto offensivo rappresentano, purtroppo, un evergreen che continua a ricorrere e, giocoforza, condizionare il rendimento generale dell’organico, che non è riuscito a trovare dal mercato, a conti fatti, quella svolta il termini di reti che ci si aspettava dal mercato estivo: Barranco possedeva le stimmate di grande realizzatore con le sue 20 reti (senza rigori) prodotte lo scorso campionato, ma che sin qui non è ancora riuscito a confermare le grandi aspettative riposte dopo una partenza assolutamente incoraggiante, ma che ha finito per rimanere condizionata dall’ossessione di un gol che non arriva, e forse dall’impatto del blasone di una piazza e di una stadio a cui l’argentino non era abituato, pur restando convinti che, una volta sbloccatosi, abbia tutte le doti per riuscire terminare la stagione con numeri significativi; Curiale si può dire stia facendo il suo, al netto di qualche gol clamorosamente fallito, nella misura in cui il suo ruolo, sin dall’inizio, doveva essere di supporto non solo in termini realizzativi ma di esperienza e fisicità, aspetti che non di rado ha fatto valere nelle occasioni In cui è subentrato; relativamente ai reduci dallo scorso anno, possiamo certamente considerare altalenante il rendimento di Renelus e Provazza, il primo per le ormai croniche problematiche fisiche che limitano fortemente una continuità di rendimento che, nelle occasioni in cui era arruolabile, ha già dimostrato di poter rappresentare un fattore importante in termini di imprevedibilità e brillantezza, il secondo ancora intrappolato nei suoi vorrei ma non posso nella sua prima stagione da over, ma da cui ci si aspetta da un momento all’altro un definitivo salto di qualità così come per il giovane Perri, ancora troppo croce e delizia, mentre Rosseti continua a rappresentare un’incognita con poche prospettive; in tutto ciò, la vera certezza in attacco, anche in modo non del tutto aspettato, è rappresentata da Ragusa che, nel lungo periodo, è riuscito a fare valere la sua classe cristallina anche grazie ad una condizione fisica in netta crescita, riuscendo a divenire spesso decisivo sia in fase di assistenza ai compagni che realizzativa, con la perla dello strepitoso 3-2 con il Locri che, anche in termini motivazionali, può rappresentare un auspicato crocevia del campionato, in attesa che il mercato, dopo il positivo innesto di Grillo che ha già dimostrato di poter essere utile alla causa, possa finalmente colmare quella lacuna che potrebbe costituire, in termini di concretezza sotto porta il vero punto di svolta della stagione. Il migliore: RAGUSA
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