L’allarme del Wwf: «La nuova rete fognaria di Bagnoli rischia di distruggere il Parco sommerso di Gaiola»

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L’associazione: «È necessario riconsiderare la localizzazione degli scarichi previsti nel progetto, indirizzandoli verso aree a minor valore ambientale fuori dalla Zona speciale di conservazione»

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Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, di concerto con quello della Cultura, ha «completamente ignorato» l’incidenza negativa del PRARU, il “Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbana del SIN Bagnoli-Coroglio”, sulla Zona Speciale di Conservazione Europea Gaiola-Nisida e l’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola.
Con decreto ministeriale ha espresso parere favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto di riconfigurazione che, prevedendo l’incremento degli scarichi di acque reflue sui fondali marini, rischia di compromettere per sempre l’oasi naturalistica e l’intera costa cittadina. A lanciare l’allarme numerose associazioni ambientaliste, tra le quali il Wwf Italia: sebbene si riconosca «la rilevanza del progetto nella sua totalità, indispensabile per restituire al territorio di Bagnoli – Coroglio la sua vocazione ambientale e sociale», risanando un’area profondamente segnata da decenni di degrado industriale, attualmente «il progetto prevede necessariamente il raddoppio della portata del collettore fognario e purtroppo la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario all’interno della Zona Speciale di Conservazione Europea IT8030041 “Fondali Marini di Gaiola e Nisida” della «Rete Natura 2000». Come ricorda il Wwf, il progetto avrebbe dovuto costituire l’occasione per rimuovere il problema spostando altrove lo scarico esistente, invece se ne aggiunge un altro.

La ZSC Gaiola-Nisida – ricorda in una nota il Wwf – è l’area di maggior pregio ambientale e culturale della fascia costiera napoletana, racchiudendo all’interno un’Area Marina Protetta di rilievo nazionale, il Parco Sommerso di Gaiola, ben 15 biocenosi marine, tre Habitat di importanza comunitaria di cui 1 prioritario, ed oltre 20 specie protette. La tutela delle acque, sia dolci che marine, è un pilastro fondamentale dell’impegno del Wwf Italia, e la situazione attuale dei fondali marini di Gaiola e Nisida, è una questione di rilevanza nazionale e internazionale. In particolare, l’urgenza di intervenire per risolvere le problematiche legate alla depurazione e agli scarichi fognari «è legata alla protezione di ecosistemi marini delicati e vitali per la biodiversità e per le attività economiche, come la pesca e il turismo, che dipendono dalla salute degli ambienti marini». È necessario – conclude – «riconsiderare la localizzazione degli scarichi previsti nel progetto, indirizzandoli verso aree a minor valore ambientale fuori dalla Zona Speciale di Conservazione», per ridurre l’impatto sugli habitat prioritari e garantire una gestione più sostenibile e responsabile delle risorse naturali, preservando la biodiversità e il patrimonio ecologico di rilevanza internazionale dell’area. Per questi motivi, il Wwf Italia invita le autorità competenti e gli operatori coinvolti a rivedere il progetto, cercando soluzioni alternative che tutelino la biodiversità marina della Gaiola, nel rispetto degli obiettivi di conservazione europea previsti dalla Strategia Europea sulla Biodiversità 2030 e dalla Restoration Law nonché dalla normativa nazionale. 




















































I0n particolare, l’associazione ha sollevato le seguenti perplessità:

– Impatto sugli ecosistemi marini protetti: il progetto prevede l’installazione di un secondo scolmatoio fognario nei pressi della Zona Speciale di Conservazione “Fondali Marini di Gaiola e Nisida”. 
– Mancanza di alternative sostenibili: il progetto non sembra aver esplorato adeguatamente alternative più ecologiche e sostenibili, come previsto dalla normativa europea (Direttiva 92/43/CEE) e dalle Linee Guida Nazionali per la Valutazione di Incidenza, che richiedono un’analisi completa delle opzioni disponibili.
– Rischio per le formazioni coralligene: le misure proposte non garantiscono adeguata protezione per le preziose formazioni coralligene presenti nella zona, che costituiscono un ecosistema unico e fragile, a rischio di degrado.
– Mancanza di attenzione alla Posidonia oceanica e alle grotte marine: non vi è alcun riferimento alla tutela della Posidonia oceanica, fondamentale per la salute dell’ecosistema marino nonché per la protezione della costa dall’erosione e per lo stoccaggio di CO2 e produzione di ossigeno, né all’habitat delle Grotte Marine sommerse e semisommerse, che rappresentano aree di grande valore ecologico.
Ignorato il parere del Consiglio Regionale della Campania: nonostante l’approvazione all’unanimità della mozione del Consiglio Regionale della Campania, che evidenziava i rischi del progetto per la zona speciale di conservazione “Fondali marini di Gaiola e Nisida”, e le osservazioni contrarie di 88 realtà locali, il parere politico e sociale di questa vasta rappresentanza è stato purtroppo ignorato.
Ignorati ben due pareri negativi, corredati da corpose e dettagliate relazioni tecnico scientifiche, espressi dall’Ente gestore dell’Area Marina Protetta e della Zona Speciale di Conservazione, che rappresenta l’istituzione preposta dallo stesso Ministero alla Tutela della Biodiversità e dell’ambiente di un’area di così alto pregio naturalistico e culturale. Tale atto rappresenta un precedente pericoloso per tutto il sistema delle Aree Protette Italiane, perché di fatti delegittima il ruolo istituzionale di custode della biodiversità del Parco stesso.

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30 dicembre 2024 ( modifica il 30 dicembre 2024 | 17:02)

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