Parità di genere, per 4 persone su 10 in Europa il ruolo delle donne è tra le mura domestiche

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Si attesta al 70,2 il punteggio medio che l’Unione europea ha raggiunto nel 2023 in termini di parità di genere, in base ai dati elaborati dall’istituto europeo Eige. In questa classifica l’Italia è in tredicesima posizione con un punteggio pari a 68,2. I valori più elevati si registrano nei paesi dell’Europa nord-occidentale, prima tra tutti la Svezia (82,2). Fanalino di coda è invece la Romania (56,1), preceduta da Ungheria e Repubblica Ceca (con rispettivamente 57,3 e 57,9 punti). Senza fretta, ma senza sosta migliora la rappresentatività delle donne e il loro ruolo nella società, anche se l’Europa resta un continente che procede a due velocità, come emerge dalla fotografia del recente Eurobarometro che ha esplorato le percezioni dei cittadini europei sulla parità di genere.

Per 4 persone su 10 in Europa il ruolo delle donne è tra le mura domestiche

Se è vero che i pensieri forgiano le azioni, il fatto che a fine 2024 4 persone su 10 in Europa pensino ancora che il ruolo delle donne sia quello di prendersi cura di casa e famiglia è alquanto preoccupante. Il rapporto dell’Eurobarometro rivela che, in generale, i cittadini europei sono favorevoli all’uguaglianza di genere. Il 75% di loro riconosce che entrambi i sessi trarrebbero beneficio da una parità effettiva a entrambi i componenti della coppia, eppure questo assioma resta solo nella teoria. Indagando più in profondità nei diversi ambiti, i dati che emergono sono sconfortanti.

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Ben il 40% degli europei ritiene che gli uomini guadagnino di più delle donne perché svolgono lavori più impegnativi, mentre circa il 34% pensa che le donne debbano dare priorità alla famiglia rispetto alla carriera. Si tratta di stereotipi diffusi in particolare nell’Est Europa, ma anche in alcune regioni d’Italia permane una concezione tradizionale del ruolo della donna. Il 53% degli italiani intervistati concorda sul fatto che gli uomini siano “naturalmente” meno competenti delle donne nelle faccende domestiche, un pretesto che, come sappiamo, aumenta il carico di lavoro in casa per le donne, eterne equilibriste tra carriera e famiglia. Secondo il 51% degli europei il successo professionale di una donna può avere ripercussioni sulla vita familiare. In Paesi come la Polonia e l’Ungheria oltre il 60% della popolazione pensa che la madre debba rinunciare alla carriera per prendersi cura dei figli, confermando una concezione retrograda e patriarcale.

La casa non è il solo luogo dove si consumano pregiudizi. In politica, per esempio, la percezione che gli uomini siano più ambiziosi delle donne è condivisa dal 47% dei rispondenti, eppure più della metà degli europei ritiene necessario introdurre misure temporanee come le quote rose. Un cortocircuito che dimostra la poca consapevolezza della società: la partecipazione delle donne nella politica è insufficiente, ma manca lo spirito critico di riconoscere che ciò dipenda da una discriminazione sistematica. Il discorso sulla leadership segue una logica simile. Il 23% degli intervistati, infatti, considera che le donne in posizioni di comando non abbiano l’autorità necessaria. Una visione che tutt’oggi relega le donne a ruoli secondari, come quello di “collaboratrice”, “sostituta” o “segretaria”. Pesa il giudizio condiviso dal 62% degli intervistati secondo cui le donne sono più inclini degli uomini a prendere decisioni basate sulle emozioni, un dato che, pur essendo in calo rispetto al passato, è comunque un riflesso di un’immagine della donna come figura più istintiva e meno razionale.

In generale la resistenza ai cambiamenti culturali rimane forte, ma per fortuna molti cittadini europei considerano la parità di genere un valore fondamentale e quasi il 90% degli intervistati concorda sull’importanza dell’indipendenza economica per uomini e donne. Questo non deve assolvere nessuno di noi: siamo tutti responsabili della società in cui viviamo e i cambiamenti iniziano proprio dentro le mura domestiche, nel momento in cui rifiutiamo di rimanere relegate a certi ruoli, condividiamo con i partner la gestione della casa e l’educazione dei figli, e pretendiamo di avere pari rappresentatività nel lavoro, nella politica e nella vita, senza arretrare mai.



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