Roma – Caos sul Correttivo Codice Appalti. Dopo il presidente di Confindustria Servizi, anche il presidente dell’Unione Consorzi stabili Giuseppe Costantino scrive al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: un colpo al cuore dei consorzi stabili, delle PMI e dell’occupazione
Qui di seguito AGEEI pubblica la lettera in formato PDF e a seguire in formato testuale:
LETTERA UCSI A MELONI E SALVINI
Onorevole Presidente del Consiglio,
Egregio Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti,
A nome dell’Unione Consorzi Stabili Italiani (UCSI), desidero esprimere la profonda preoccupazione per le modifiche introdotte dal recente correttivo al Codice Appalti. Queste nuove disposizioni rischiano di compromettere irreparabilmente l’operatività dei consorzi stabili, strumenti fondamentali per le piccole e medie imprese (PMI), e di avere gravi ripercussioni sull’economia e sull’occupazione nel nostro Paese.
I consorzi stabili hanno storicamente consentito alle PMI di accedere al mercato degli appalti pubblici, contribuendo alla realizzazione di infrastrutture strategiche per il Paese. Tuttavia, le modifiche normative ora imposte pongono vincoli che:
• Limitano la possibilità di cumulare i requisiti tecnici e finanziari, riducendo l’accesso delle PMI ai bandi
di gara.
• Impongono rigide barriere amministrative e burocratiche, penalizzando soprattutto le realtà più
virtuose e ben organizzate.
• Favoriscono un sistema che rischia di relegare le PMI a un ruolo marginale, trasformandole in mere
subappaltatrici delle grandi imprese, privandole della possibilità di eseguire direttamente le opere
per cui possiedono competenze di alto livello.
Le conseguenze di queste scelte saranno devastanti non solo per le PMI, ma anche per l’occupazione.
Se le PMI non avranno più modo di crescere e partecipare da protagoniste agli appalti pubblici, il danno economico sarà accompagnato da una perdita di posti di lavoro. Senza opportunità per svilupparsi, le imprese non potranno più assumere né formare nuove risorse, con ripercussioni sull’intero sistema occupazionale.
Perché privare le PMI della possibilità di crescere e contribuire pienamente allo sviluppo infrastrutturale
e occupazionale del nostro Paese?
Le PMI italiane hanno dimostrato di saper realizzare opere di qualità, rispettando tempi e costi, ma le nuove regole impediscono loro di competere da protagoniste. In questo modo, non solo si indebolisce il tessuto economico nazionale, ma si ostacola la costruzione di un futuro in cui anche le piccole imprese possano aspirare a diventare leader di settore.
L’UCSI chiede con forza:
1. Una revisione immediata delle disposizioni che penalizzano i consorzi stabili e, di conseguenza, le PMI che ne fanno parte.
2. Il riconoscimento del ruolo strategico delle PMI nel sistema degli appalti pubblici, consentendo loro di partecipare alle grandi opere come attori principali, non come esecutori marginali.
3. Una valutazione approfondita dell’impatto occupazionale di queste modifiche, per evitare ulteriori danni al mercato del lavoro.
4. Un confronto con le rappresentanze dei consorzi stabili per definire soluzioni normative che
favoriscano l’inclusione, la crescita e il mantenimento dell’occupazione.
Onorevole Presidente, Onorevole Ministro, non possiamo permettere che il futuro delle PMI italiane sia
confinato ai margini.
Le PMI rappresentano l’Italia che lavora, innova e costruisce. Ridurle a meri subappaltatori significherebbe limitare il loro potenziale e, di conseguenza, frenare lo sviluppo economico e occupazionale del nostro Paese.
Confidiamo nella vostra attenzione e sensibilità su questo tema cruciale e restiamo a disposizione per offrire il nostro contributo tecnico e propositivo.
Con i migliori saluti,
Giuseppe Costantino
www.governo.it
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