Ecco la lista nera delle destinazioni per le vacanze 2025 — idealista/news

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Partire per un viaggio che, magari, si è atteso e desiderato tanto è un’emozione indescrivibile. Purtroppo, però, alcune aspettative potrebbero essere deluse dalle problematiche di cui soffrono alcune mete. Negli ultimi anni, infatti, il turismo di massa ha trasformato molte destinazioni in affollati centri turistici. L’impatto di questa crescita esponenziale è sempre più evidente portando ad alcuni effetti collaterali come inquinamento, erosione delle coste, sovraffollamento e perdita di identità culturale, tutti elementi che hanno reso alcuni luoghi difficili da visitare. Per scoprire quali sono e le loro problematiche ecco la lista nera delle destinazioni per le vacanze 2025

Scozia – North Coast 500

Percorrere la North Coast 500 vuol dire attraversare uno dei tratti più panoramici della Scozia e, proprio per vedere queste bellezze naturali, sempre più persone si affollano in questo lungo tratto di strada. Un afflusso che, ovviamente, ha iniziato a creare degli evidenti problemi di traffico nella zona. Le strade locali, infatti, sono piuttosto strette e non pronte ad accogliere un numero ingente di veicoli anche di grandi proporzioni come i camper. 

A questo, poi, si aggiunge un aumento drammatico dell’inquinamento ambientale con rifiuti abbandonati e l’erosione dei terreni, una condizione aggravata anche dall’assenza di strutture attrezzate in grado di far fronte a questo flusso turistico di grandi proporzioni. Il consiglio, dunque, è quello di recarsi in queste zone “fuori stagione”, ossia lontano dal periodo estivo. Anche se vuol dire affrontare il clima scozzese poco clemente. 

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Le isole Vergini britanniche

Quando si parla delle Isole Vergini britanniche la mente viene immediatamente popolata da immagini paradisiache dove acque cristalline e lunghe distese di sabbia fanno da padrone. In realtà la situazione sta cambiando in modo drastico, anno dopo anno: a rendere critica la situazione delle Isole Vergini, infatti, è il grande afflusso croceristico

Le navi, in particolare, approdano solo per poche ore ma l’impatto turistico che impongono sul luogo, anche se per un tempo limitato, è molto pressante e negativo. Nonostante l’aspetto economico sia sicuramente favorevole ad un turismo di massa, ci sono degli effetti collaterali che non possono essere negati. Il più grave è, senza alcun dubbio, l’inquinamento che si riflette soprattutto sulle acque e sulle spiagge. A questo si aggiunge anche l’affollamento dei porti ed un peggioramento delle ricezioni alberghiere.

Per affrontare la crisi, dunque, stanno intervenendo delle autorità con attività volte a migliorare le infrastrutture, potenziare l’offerta alberghiera e aumentare i collegamenti aerei. Oltre a questo, poi, è fondamentale la volontà di optare per un turismo sostenibile e consapevole per non rischiare di perdere l’identità dei luoghi.

Kerala – India

Da alcuni anni l’India è una meta particolarmente quotata per chi desidera entrare in contatto con una realtà profondamente diversa rispetto quella occidentale. In particolare ad essere visitata è soprattutto la zona del Kerala. Negli ultimi tempi, però, i dati del flusso turistico sono diventati allarmanti portando a delle problematiche di carattere ambientale drammatiche. 

Dalle ultime stime, infatti, la zona è stata visitata da oltre 22 milioni di turisti, solamente nel 2023. Questa presenza di massa si è tradotta in una serie di costruzioni selvagge per far fronte alla richiesta di ospitalità sempre maggiore. In sostanza, dunque, per far sorgere alberghi e ristoranti sono stati sacrificati e distrutti habitat naturali con conseguenti calamità. Lo sviluppo edilizio sfrenato, infatti, ha portato a frane sempre più frequenti e inondazioni, problemi che mettono in pericolo le popolazioni locali ed i turisti stessi. Una condizione permessa e peggiorata da un’assenza legislativa capace di limitare il fenomeno e la perdita di una bellezza naturale preziosa. 

Oaxaca – Messico

Il Messico ha sempre rappresentato una meta turistica particolarmente battuta. Dal 2020, però, Oaxaca ha visto una vera e propria esplosione, con un aumento di visite pari al 77%. Questo dato, che può sembrare positivo da un punto di vista strettamente economico, in realtà si riflette in modo negativo sulla quotidianità. Un afflusso così intenso, infatti, ha portato all’aumento degli affitti e dei prezzi, soprattutto all’interno del centro storico. 

A causa di questa tendenza, dunque, molti sono stati costretti a cambiare zona per motivi economici, abbandonando il cuore della città diventato ad uso e consumo dei turisti. In questo modo, però, le tradizioni locali stanno perdendo la loro essenza trasformandosi in semplici attrazioni. 

La soluzione, ovviamente, sarebbe la ricerca di un turismo più rispettoso e consapevole capace di proteggere e godere della effettiva essenza della cultura locale. E proprio in nome di questo la popolazione di Oaxaca si sta attivando con manifestazioni e proteste di piazza, cercando di andare a sensibilizzare le autorità in questo senso.

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