Barcellona è una città piena di vita, affollata e con una popolazione anagraficamente molto giovane, motivi che, insieme al tocco magico delle architetture di Gaudì, l’hanno resa uno dei centri più visitati e amati negli ultimi decenni. Nonostante questo, però, in pochi conoscono un’altra particolarità di Barcellona: la sua pianta a griglia quadrata. Una struttura urbanistica che la città ha iniziato a “vestire” nel XIX secolo, grazie a degli interventi di riorganizzazione che l’hanno resa ciò che è oggi. Per comprendere al meglio la sua natura, dunque, vediamo nel particolare il piano di riqualificazione che porta il nome di Cerdà e come ha influito sulla pianta di Barcellona.
Cos’è e cosa prevede il piano Cerdà
Alla metà del XIX secolo, Barcellona, come molte altre città europee, si è trovata a fronteggiare una crescita demografica importante e una conseguente espansione urbana incontrollata. Per questo motivo le antiche mura medievali, che cingevano la città, erano diventate un ostacolo allo sviluppo, creando condizioni di vita sempre più difficili per i suoi abitanti. Una situazione, questa, che ha mostrato la necessità di un piano di espansione in grado di tener conto delle nuove esigenze e che, al tempo stesso, potesse garantire un futuro sostenibile alla città.
Come risposta a tali necessità Ildefons Cerdà, un ingegnere e urbanista catalano, decise di presentare nel 1815 un progetto rivoluzionario. Questo, nello specifico, prevedeva la demolizione delle antiche mura e la creazione di un nuovo quartiere chiamato l’Eixample. A caratterizzarlo una griglia urbana regolare e razionale, composta da isolati quadrati con gli angoli smussati. Una scelta precisa che nasce dall’identificazione di non pochi vantaggi:
- Illuminazione e ventilazione ottimali: gli isolati, grazie alla loro forma e alle ampie strade, erano ben illuminati e ventilati, migliorando notevolmente le condizioni igieniche.
- Facilità di orientamento: la struttura a griglia rendeva la città facile da navigare e da comprendere, facilitando gli spostamenti sia a piedi che con i mezzi di trasporto.
- Spazi verdi: il piano prevedeva la presenza di ampi spazi verdi all’interno degli isolati e lungo le strade, contribuendo a migliorare la qualità della vita degli abitanti.
- Equità sociale: Cerdà concepiva la città come un organismo vivente in cui tutti gli abitanti avessero accesso alle stesse opportunità e servizi.
Per essere stato pensato e realizzato nel XIX secolo, questo piano mostra di essere incredibilmente visionario e attuale ancora oggi. I suoi punti di forza, infatti, sono gli stessi principi su cui si basa, come la sostenibilità, l’equità sociale e la qualità della vita, tutti temi centrali anche per l’urbanistica contemporanea. Oltre a questo, poi, la struttura a griglia dell’Eixample si è rivelata estremamente flessibile, adattandosi alle esigenze di una città in continua evoluzione che l’ha applicata anche in altre zone. Per questo motivo, ancora oggi Cerdà viene considerato come uno dei padri dell’urbanistica moderna con un approccio olistico del tutto inaspettato per i tempi in cui ha vissuto.
Barcellona e la sua struttura a griglia
Se si passeggia tra le strade di Barcellona si nota facilmente la sua struttura a griglia composta da isolati quadrati e strade che si intersecano ad angolo retto per un lungo tratto che va da Besòs fino a Montjuïc. In particolare queste zone si riferiscono a due punti geografici importanti di Barcellona: si tratta del fiume Besòs, situato a nord-est della città, e la collina Montjuïc a sud-ovest, importante per ospitare diversi parchi, installazioni sportive e, ovviamente, il suo castello.
Gli isolati, invece, sono chiamati manzanas e sono stati progettati in modo uniforme, creando proprio una griglia continua. Tra le caratteristiche più innovative, ad esempio, presentano i così detti chaflán, ossia degli angoli smussati di 45, il cui compito è di offrire una maggiore visibilità agli incroci, migliorare la circolazione e dare un senso di ordine alla città.
Quella a griglia, dunque, è una forma voluta dall’ingegnere Ildefons Cerdà per delle motivazioni ben precise. La pianta a quadrati di Barcellona infatti riusciva a soddisfare alcune sue esigenze come, l’ordine geometrico e la razionalità. Valori che, insieme all’efficienza, erano molto di moda nel XIX secolo. A questo, poi, si aggiunge anche l’esigenza di ottenere una certa equità per tutti i cittadini. Una struttura così regolare, infatti, garantiva che ogni abitante avesse accesso agli stessi servizi e alle stesse opportunità, evitando la creazione di quartieri privilegiati.
Gli svantaggi del piano Cerdà
Nonostante i suoi indiscussi meriti e tutti i vantaggi già considerati, il Piano Cerdà è stato anche molto criticato, soprattutto per essere imposto dal governo centrale del Re di Spagna, preferendolo a quello di Antoni Rovira i Trias, scelto dal comune. Andando oltre queste diatribe ormai lontane, però, alcuni hanno sottolineato come, proprio la rigidità della struttura a griglia, abbia limitato la creatività architettonica.
Secondo altri, invece, l’espansione urbana che ne è derivata ha portato ad una perdita di identità dei quartieri storici. Qualunque sia l’opinione, comunque, è un dato di fatto che il progetto di Cerdà sia stato così ambizioso e innovativo da ispirare ancora generazioni di urbanisti e architetti.
Vivere a Barcellona
Ad oggi, dunque, Barcellona è una città che continua a vivere nel futuro, dividendosi tra le bellezze artistiche che la contraddistinguono e l’assalto turistico che, ultimamente, sta causando non pochi problemi ai residenti. D’altronde il clima favorevole e il cibo piacevole, oltre la vita notturna, sono fonti di attrazioni irresistibili.
A questo, poi, si aggiunge la possibilità di vedere a Barcellona il complesso della Sagrada Familia quasi ultimato e di immergersi completamente nella visione colorata e multiformica di Gaudì. La Casa Batlló e la Casa Milà, infatti, sono un fiore all’occhiello che Barcellona custodisce gelosamente e con grande attenzione. Tra le bellezze architettoniche, però, ci sono anche la Cattedrale e la Basilica di Santa Maria del Mar, diventata famosa anche per essere al centro di La Basilica del mare di Ildefonso Falcones, uno dei romanzi storici più amati degli ultimi anni.
Per i buongustai che concepiscono il cibo come un modo per conoscere culture diverse, poi, Barcellona offre diverse possibilità partendo dalla classica paella di carne, pesce o misto, per poi passare a dei piatti tipicamente catalani come l’Esqueixada de bacallà, ovvero un’insalata fresca a base di baccalà. Per concludere, non può mancare il Pa amb tomàquet, ossia del pane con pomodoro spalmato, e la Botifarra con i mongetes, ossia salsiccia con fagioli bianchi. Non esattamente il piatto più leggero da gustare nelle lunghe estati torride ma, senza alcun dubbio, tipico.
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