Emilia-Romagna, de Pascale apre a Meloni: «Fabrizio Curcio commissario è il primo atto verso una nuova direzione»

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di
Francesco Rosano

Alluvione, il presidente della Regione dopo la nomina dell’ex capo della Protezione civile a commissario per la ricostruzione: «Farò il subcommissario: la mia disponibilità a lavorare con lui è assoluta»

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Dopo un lungo braccio di ferro, l’Emilia-Romagna (insieme a Toscana e Marche) ha un nuovo commissario alla ricostruzione post alluvione dopo la fine dell’incarico del generale Francesco Figliuolo: l’ex capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Una soluzione che «rappresenta la volontà di cercare una sintesi», riconosce il neo presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale, spezzando una lancia per la premier Giorgia Meloni.

Presidente, alla fine il governo ha scelto un tecnico. Non è il modello Figliuolo, che lei aveva invitato a cambiare. Ma non è nemmeno il modello de Pascale, visto che lei si era offerto per quel ruolo ruolo. É un buon compromesso?
«Io consideravo e considero la responsabilizzazione dei livelli istituzionali territoriali il modello migliore, ma quando ho incontrato la presidente del Consiglio ho capito che non c’era la minima disponibilità ad arrivare su questo schema. Per questo, alla conferenza stampa di fine anno, ho ritenuto doveroso rendere pubblica la proposta fatta: una persona specializzata in attività di questo tipo, ricostruzione e indennizzo alla popolazione, che venisse in maniera operativa direttamente sul territorio e realizzasse con noi una struttura commissariale. La figura di Curcio e le rassicurazioni che lui e la premier mi hanno dato vanno in questa direzione. Registro la volontà di una mediazione con il territorio, lo prendo come il primo atto verso una direzione nuova».




















































Accetterà dunque di fare il subcommissario?
«Quello è previsto per legge. Avrei dovuto chiedere che la cambiassero e lo avrei fatto se le cose fossero andate diversamente… Ma la mia disponibilità a lavorare con Curcio è assoluta. Ci siamo già sentiti e lavoreremo fianco a fianco. Ora però c’è da condividere un nuovo modello, cambiando le norme e costruendo una struttura commissariale diversa direttamente sul territorio».

Quale sarà il primo passo da fare con il nuovo commissario?
«La prima cosa è garantire una transizione ordinata, alcune persone usciranno dalla struttura commissariale e dovranno entrarne altre. Bisogna prima garantire un passaggio di consegne senza intoppi, poi penso alle procedure di indennizzo e a una serie di strumenti che, per quanto possano essere migliorati, non devono incepparsi ulteriormente. L’altra cosa è sedersi a un tavolo e vedere quali norme vanno campiate e quali strutture attivate per cambiare completamente il ritmo di realizzazione delle opere».

Curcio potrà avere quei «pieni poteri» che lei invocava per il commissario in modo da evitare rimpalli di responsabilità e scaricabarile?
«Non avendo identificato direttamente il presidente della Regione come commissario è chiaro che è lievamente più complesso, ma con Curcio possiamo riuscirci. Noi mettiamo a disposizione tutte le nostre strutture, ma servono una squadra e norme derogatore, sia per il potenziamento della struttura commissariale sia per la realizzazione delle opere, cose che non sono accadute nell’ultimo anno e mezzo. Sarebbe importante che già il decreto di nomina (il primo Cdm utile dovrebbe essere il 7 gennaio, ndr.) contenga alcune richieste di modifica delle norme che sono necessarie».

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1 gennaio 2025 ( modifica il 1 gennaio 2025 | 15:56)

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