Negli appelli di Francesco espressi dopo la preghiera mariana dell’Angelus, forte risuona quello ai leader politici di tradizione cristiana affinché “diano il buon esempio” mettendo iN pratica l’indicazione suggerita dalla Giornata mondiale della pace che coincide, sul piano sociale, con il senso del Giubileo. Il grazie, all’inizio del 2025, a chi si adopera per il dialogo e i negoziati nelle aree di conflitto, a chi manifesta per la pace. E poi un augurio speciale al presidente Mattarella
Antonella Palermo – Città del Vaticano
Piazza San Pietro luminosa e allietata dalle bande musicali di alcune scuole americane che il Papa espressamente saluterà alla fine dei suoi appelli dopo l’Angelus. Fedeli e turisti con striscioni che riportano i nomi di aree del mondo dilaniate da lunghi conflitti e tensioni, dal Sudan all’Iraq, dall’Afghanistan alla Terra Santa, dal Libano all’Ucraina. Nella Giornata mondiale per la Pace, Papa Francesco dopo la preghiera mariana più che mai ribadisce il suo “no” alla guerra che “distrugge sempre”. E chiede che nessun popolo sia “schiacciato dai debiti”.
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Il grazie a chi lavora per il dialogo e i negoziati di pace
Mentre a Gaza oltre 1.500 tende che ospitavano gli sfollati nei campi profughi e nei rifugi di Gaza sono state allagate a causa delle forti piogge, mentre è stato dichiarato lo stop al transito del gas russo via Ucraina, mentre a causa della guerra in Repubblica Democratica del Congo l’emergenza umanitaria è allarmante e in ex-Birmania il censimento della popolazione di questi giorni ha registrato un calo proprio a causa delle tensioni nel Paese, il Papa menziona alcune aree del mondo, come queste, evidenziando il suo ringraziamento pieno per chi nelle zone tormentate del pianeta si impegna a livello diplomatico e lavora per la promozione della giustizia e per la pace.
Esprimo il mio grato apprezzamento a tutti coloro che nelle tante aree di conflitto lavorano per il dialogo e per i negoziati. Preghiamo perché su ogni fronte cessino i combattimenti e si punti decisamente alla pace e alla riconciliazione. Penso alla martoriata Ucraina, a Gaza, Israele, Myanmar, [Nord] Kivu e a tanti popoli in guerra.
Il grazie a chi promuove manifestazioni per la pace
Il grazie del Papa si estende a chi organizza manifestazioni e veglie di preghiera per tenere vivo l’anelito di pace. Le iniziative sono numerose in ogni parte del mondo, dove in prima linea ci sono comunità diocesane e parrocchiali, associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali. In particolare, Francesco ricorda la tradizionale Marcia nazionale per la pace che si è svolta stavolta a Pesaro, organizzata dalla Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, Caritas Italiana, Azione Cattolica, Pax Christi Italia, Movimento dei Focolari, Agesci, Acli, Libera con l’Arcidiocesi di Pesaro e di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado. Perdono, debito e disarmo sono state le tre parole che l’hanno contrassegnata. Oltre 1500 persone, tra cui molti giovani, hanno raggiunto la città marchigiana: “Non ci vogliamo rassegnare e vogliamo gridare la parola pace e costruire la pace”, ha spiegato il vescovo Salvucci all’apertura. Il saluto di Bergoglio si è rivolto inoltre ai partecipanti all’evento “Pace in tutte le terre” organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio – ci sono rappresentanti in piazza che il Papa indica esplicitamente – in diversi Paesi.
I leader politici cristiani rimettano il debito dei Paesi poveri
Il Pontefice ricorda la genesi della Giornata Mondiale della Pace, con San Paolo VI. Quest’anno è inserita pienamente nell’avvio dell’Anno Santo e, proprio a motivo del Giubileo, si caratterizza per il tema peculiare della remissione dei debiti. All’osservazione del Papa si aggiunge l’appello:
Il primo a rimettere i debiti è Dio, come sempre gli chiediamo pregando il “Padre nostro”, riferendoci ai nostri peccati e impegnandoci a perdonare a nostra volta chi ci ha offeso. E il Giubileo chiede di tradurre questa remissione sul piano sociale, perché nessuna persona, nessuna famiglia, nessun popolo sia schiacciato dai debiti. Incoraggio pertanto i Governanti dei Paesi di tradizione cristiana a dare buon esempio, cancellando o riducendo quanto più possibile i debiti dei Paesi più poveri.
La guerra è una sconfitta
Cita anche il programma televisivo Rai “A Sua immagine”, il Papa, dicendo di aver visto filmati e fotografie della distruzione che fa la guerra. È un ulteriore input che lo induce a sottolineare quanto ormai va ripetendo quasi ad ogni appuntamento pubblico, accompagnato da quel monito “Lottate per la pace!” indirizzato ad alcuni gruppi che saluta per la circostanza:
Fratelli, sorelle, la guerra distrugge. Distrugge sempre! La guerra è sempre una sconfitta. Sempre. Esprimo il mio grato apprezzamento a tutti.
L’augurio al presidente Mattarella
Al Capo di Stato italiano, Sergio Mattarella, “l’augurio di ogni bene per il nuovo anno”. Il Papa lo fa in apertura delle sue parole dopo l’Angelus assicurando la sua preghiera. Il presidente lo ha ricordato nel suo messaggio alla nazione ieri sera, citando proprio la 58.ma Giornata della Pace che, ha detto, interroga la coscienza di ognuno. In perfetta sintonia con quanto ribadisce il Papa, il presidente ha scandito: “Tutti, Capi di Stato e di Governo, responsabili delle Organizzazioni Internazionali, autorità civili e religiose sono chiamati a confrontarsi con le ferite del mondo, con una preoccupante frammentazione sociale ed economica, con il proliferare di minacce al pacifico sviluppo dei rapporti tra gli Stati”. Mattarella, a nome del popolo italiano, sente di raccogliere il costante appello del Magistero di Francesco che suggerisce gesti urgenti e coraggiosi per garantire la pace e gestire con efficacia migrazioni, degrado ambientale, rischi e opportunità connessi alle nuove tecnologie.
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