I corsi d’acqua alimentati dai ghiacciai (GFS) sono ecosistemi estremi che giocano un ruolo fondamentale negli ambienti montani, rappresentando habitat oligotrofi e freddi in cui la vita è fortemente dominata dai biofilm microbici. Tuttavia, con l’avanzare del cambiamento climatico e la rapida fusione dei ghiacciai, questi ecosistemi stanno subendo un drastico cambiamento. La riduzione dei ghiacciai e la scomparsa dei corsi d’acqua che da essi dipendono potrebbero avere un impatto devastante sulle comunità biologiche che li popolano. Tra queste, i batteri che abitano il microbioma bentonico dei GFS sono poco studiati, limitando la nostra comprensione di come questi sistemi ecologici reagiscano alle modificazioni ambientali. Un recente studio condotto da Leïla Ezzat e colleghi si è proposto di colmare questa lacuna, esaminando la diversità batterica e la biogeografia di 152 corsi d’acqua alimentati dai ghiacciai che drenano alcune delle principali catene montuose del mondo.
Il microbioma batterico dei GFS: un ecosistema unico e fragile
Lo studio ha utilizzato tecniche avanzate di metabarcoding e metagenomica per ottenere una panoramica completa della composizione batterica dei microbiomi bentonici di questi corsi d’acqua. I risultati hanno rivelato che i microbiomi batterici dei GFS sono distinti, sia a livello tassonomico che funzionale, da quelli di altri ambienti criosferici, come i ghiacciai stessi o le acque di fusione dei ghiacciai. La diversità batterica nei GFS è sorprendentemente alta, con oltre metà dei batteri identificati come specifici di una determinata catena montuosa. In alcune situazioni, sono stati trovati batteri unici per singoli GFS, mentre solo pochi ceppi batterici sono stati identificati come cosmopoliti e abbondanti in tutti i corsi d’acqua studiati.
Questi batteri sono, infatti, adattati a condizioni estreme: temperature basse, scarsità di nutrienti e instabilità ecologica. La selezione ambientale e l’isolamento geografico giocano un ruolo cruciale nel modellare la biogeografia di questi microbiomi. I ricercatori hanno osservato schemi composizionali distinti tra diverse catene montuose e tra gli emisferi, indicando che la geografia e le condizioni ambientali locali influenzano fortemente la composizione batterica di ciascun ecosistema.
L’isolamento geografico e la selezione ambientale: i principali motori della biogeografia dei GFS
L’isolamento geografico e le pressioni selettive locali sono emersi come i principali fattori che influenzano la biogeografia dei microbiomi dei GFS. Ogni catena montuosa ospita una composizione unica di batteri, con alcune specie che sono strettamente legate a singoli GFS. Al contrario, alcuni batteri si sono dimostrati più cosmopoliti, presenti in molti ecosistemi, ma in minoranza. Questi batteri cosmopoliti sembrano avere una capacità di adattamento a condizioni ecologiche più ampie, mentre le specie più specifiche sono il prodotto di adattamenti a nicchie ecologiche particolari, frutto dell’evoluzione locale. La presenza di cladi batterici microdiversi, derivanti dalla selezione ambientale, suggerisce che questi batteri possiedano caratteristiche funzionali che potrebbero contribuire alla resilienza degli ecosistemi GFS, permettendo loro di rispondere in modo flessibile ai cambiamenti ambientali.
L’impatto del cambiamento climatico sulla biodiversità batterica dei GFS
Uno degli aspetti più critici emersi dallo studio riguarda la vulnerabilità di questi microbiomi unici alla riduzione dei ghiacciai, indotta dal cambiamento climatico. Poiché il riscaldamento globale sta accelerando il processo di fusione dei ghiacciai, i corsi d’acqua alimentati da ghiacciai stanno rapidamente diminuendo o scomparendo. Questo fenomeno non solo minaccia gli ecosistemi di acqua dolce che dipendono dal flusso costante di acqua glaciale, ma ha anche un impatto devastante sui microbiomi batterici, che sono strettamente legati alla stabilità di questi ambienti.
La perdita di habitat per i batteri e la diminuzione della disponibilità di nutrienti potrebbero alterare gravemente la struttura di questi microbiomi, mettendo a rischio la loro resilienza e riducendo la biodiversità batterica. I batteri specifici di determinate catene montuose o di singoli GFS, ad esempio, potrebbero essere a rischio di estinzione, mentre la perdita di biodiversità batterica potrebbe avere ripercussioni negative su tutto l’ecosistema. L’adattamento dei microbiomi ai cambiamenti climatici è quindi una questione cruciale, e gli autori dello studio avvertono che la riduzione dei ghiacciai e la scomparsa dei corsi d’acqua alimentati dai ghiacciai potrebbero compromettere irreversibilmente la biodiversità microbica e i servizi ecologici da essa offerti.
Un riferimento globale per la ricerca futura
Questo studio fornisce un’importante base di riferimento per studi futuri sulla microbiologia dei GFS e sulla risposta dei microbiomi ai cambiamenti climatici. La ricerca metagenomica e di metabarcoding condotta su larga scala ha permesso di ottenere una visione globale della diversità batterica dei GFS, coprendo diverse catene montuose del mondo e una varietà di ambienti climatici. I risultati ottenuti offrono una comprensione più profonda di come i microbi nei GFS rispondano alla selezione ambientale e all’isolamento geografico, nonché di come il cambiamento climatico possa alterare queste dinamiche.
Gli autori dello studio sottolineano la necessità di continuare a monitorare i microbiomi dei GFS e di adottare approcci multidisciplinari per proteggere questi ecosistemi vulnerabili. La ricerca futura dovrebbe concentrarsi non solo sulla biodiversità batterica, ma anche sul ruolo che questi microbi giocano nel ciclo dei nutrienti e nella resilienza ecologica degli ecosistemi montani. In un’epoca di cambiamenti climatici rapidi e senza precedenti, la conservazione e la protezione dei microbiomi dei GFS potrebbero rivelarsi fondamentali per comprendere meglio le dinamiche di adattamento degli ecosistemi montani e prevenire la perdita di biodiversità.
In conclusione, lo studio di Ezzat e colleghi rappresenta una risorsa fondamentale per comprendere la biogeografia e la resilienza dei microbiomi batterici nei corsi d’acqua alimentati dai ghiacciai, e il suo impatto potrebbe rivelarsi cruciale per indirizzare le future politiche di conservazione e le ricerche scientifiche legate al cambiamento climatico e alla biodiversità.
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