La sinistra si ribella alle zone rosse di Milano

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Le zone rosse, appena istituite dal prefetto di Milano su indicazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, fanno politicamente “rumore” in città. Apprezzate dal centrodestra, ma non da tutto il centrosinistra. Sono diversi gli esponenti della maggioranza di Beppe Sala che sono intervenuti nelle scorse ore per criticare il provvedimento. 

Come si sa, nelle zone rosse (Duomo, Centrale, Garibaldi, Rogoredo, Darsena e Navigli), dal 30 dicembre al 31 marzo, le forze dell’ordine potranno allontanare immediatamente coloro che si mostrano pericolosi e nel contempo hanno determinati precedenti o segnalazioni all’autorità giudiziaria, per droga, reati contro la persona, armi e alcuni reati contro il patrimonio (dalla rapina al furto con scasso al danneggiamento all’invasione di edifici). Da qualche mese sono state istituite a Firenze e Bologna, portando ad allontanare lo 0,79% delle persone controllate (secondo i dati riferiti dallo stesso ministro), ora è il turno di Milano e poi lo sarà di altre città italiane.

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Dal comunicato della prefettura si intuisce che la motivazione del provvedimento stia nella “presenza di soggetti molesti e aggressivi, dediti alla commissione di reati e non in regola con la normativa in materia di immigrazione, tale da incidere negativamente sulla percezione di sicurezza dei cittadini e dei turisti che fruiranno di quelle aree”. 

Critiche da sinistra

Carlo Monguzzi, consigliere di Europa Verde, si chiede: “Siamo diventati politicamente e culturalmente come la destra? Dove è finita la sinistra democratica e liberale della nostra città? Non si fa il Concertone per problemi di sicurezza, dopo 5 anni di daspo ora le zone rosse, è questa l’immagine della città? La sicurezza è importante ma ugualmente lo sono le garanzie per i cittadini”.

Per Sinistra Italiana, che non siede in consiglio comunale, si tratta di “un provvedimento inutile, discriminatorio e con profili di violazione dei principi costituzionali, che nasce nel solco del disegno di legge ‘Sicurezza’”. Il partito di Fratoiannii è preoccupato per “il silenzio del Comune di Milano di fronte a un provvedimento di tale portata”. Provvedimento assunto dal prefetto e comunicato successivamente al tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, a cui partecipano anche il sindaco e le forze dell’ordine.

Secondo Sinistra Italiana, l’iniziativa “introduce un elemento di pregiudizio e discriminazione basato sul colore della pelle e sul luogo di nascita”, perché contiene anche un cenno alle norme sull’immigrazione almeno nel comunicato prefettizio. “Ora attendiamo – conclude la nota del partito – che il Comune di Milano prenda posizione in maniera netta e senza esitazioni, ribadendo che a Milano nessuno deve sentirsi straniero e che, a Milano, le politiche razziste e securitarie della destra troveranno sempre un argine contro cui infrangersi”.

Critica anche Natascia Tosoni, consigliera comunale del Pd, che parla di “zone rosse” che “distinguono tra cittadini di Serie A e di Serie B. Se vogliamo parlare di sicurezza, questa dovrebbe essere agita su tutto il territorio urbano dalle forze dell’ordine”. Tosoni ricorda di essersi già opposta, nel 2019, alla delibera sull’estensione del Daspo urbano dei decreti di Minniti e Salvini.

Contrario Daniele Nahum, consigliere dei Riformisti e membro di Azione, secondo cui le zone rosse sono “una soluzione inefficace e pericolosa per la sicurezza della città. L’istituzione di zone interdette a determinate categorie di persone è una misura sproporzionata e lesiva dei diritti fondamentali”. Ancora, per Nahum “questo provvedimento si basa su una logica di prevenzione che rischia di tradursi in una presunzione di colpevolezza. Limitare la libertà di movimento di individui sulla base di precedenti penali o comportamenti potenzialmente ‘pericolosi’ viola il principio di innocenza fino a prova contraria, pilastro del nostro sistema giudiziario”.

Favorevoli a sinistra e (soprattutto) a destra

Favorevole, invece, Gianmaria Radice, anche lui nei Riformisti, ma membro di Italia Viva, che parla di “una buona notizia sulla carta da verificare tra 3 mesi”, aggiungendo che “il contrasto alla criminalità e il presidio del territorio spetta alle forze dell’ordine, cioè al governo, e facendo il suo mestiere di rappresentante dello Stato, il prefetto ha varato un piano straordinario per la sicurezza”. E l’ex vice sindaco Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia, dal centrodestra esulta: “Per fortuna da oggi entrano in vigore le ‘zone rosse’ che vieteranno di stazionare in quelle determinate zone ai soggetti pericolosi e con precedenti penali. Tali zone, però, andrebbero estese, per esempio dovrebbero integrarsi anche le vie Padova e la zona di San Siro”.

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