ascolti, casi virali e polemiche

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Meno che si parli male, perché la vera sconfitta è che non se ne parli affatto. Oscar Wilde lo disse con parole bn più eccelse, ma il senso è questo e il Capodanno Rai di Reggio Calabria da due giorni continua a tenere su media e social. Oltre che, ovviamente, nella città che si è risvegliata da un’overdose di frenesia, lustrini e le immancabili polemiche. Ecco un riassunto di quello che è successo, provando a stilare una pagella dell’evento e i suoi protagonisti.

I promossi e bocciati della città: Reggio Calabria ha superato la prova?

I promossi

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  • Reggio Calabria: In diretta sui teleschermi di quasi 5 milioni e mezzo di italiani, la città ha fatto una bellissima figura. I panni sporchi si lavano in casa, godiamoci quindi la soddisfazione di aver mostrato i tantissimi valori di Reggio, dalla visuale dello Stretto, all’eleganza del lungomare e il corso Garibaldi con il festoso allestimento natalizio. E dalla tv alla realtà, il giudizio positivo è stato confermato dai turisti che hanno apprezzato il tiepido clima mediterraneo e l’accoglienza dei reggini: da loro recensioni assolutamente positivi su soggiorni che stavolta hanno avuto l’esca del Capodanno Rai con in agenda un ritorno più vacanziero per molti. 
  • Roberto Occhiuto: La politica di entrambi gli schieramenti si è contesa per settimane il merito della vetrina offerta dalla trasmissione di RaiUno ma il trionfatore senza rivali è stato lui, il presidente della Regione artefice dell’accordo per tre edizioni dello spettacolo in Calabria. A Reggio per Occhiuto è esplosa una vera ovazione da parte di una cittadinanza che in passato aveva sofferto di (vere o presunte) attenzioni catanzaresi o cosentino-centriche. Poi però un governatore di natali bruzi sceglie la città dello Stretto per il Capodanno Rai, e ancor prima salva l’aeroporto Tito Minniti dall’agonia portando i voli Ryanair. Tra un gelato chilometro zero, strette di mano e saluti papali dal palco, i reggini hanno ringraziato con grande calore il presidente, forse dimenticando altre sue decisioni come commissario della sanità non altrettanto favorevoli al nostro territorio.
  • Museo archeologico: ll MArRC è stato parte attiva della promozione della città nel periodo di formidabile attrattività offerta dalla trasmissione di RaiUno. Le iniziative culturali, tra mostre, concerti e laboratori, insieme alle aperture speciali, hanno richiesto uno sforzo che in altri contesti sarebbe stato naturale per il fulcro del nostro turismo ma in passato qui non si era mai visto. Promossi con lode il lungimirante direttore Sudano, i suoi dipendenti che hanno svolto un superlavoro nelle festività natalizie e tutti i soggetti pubblici e privati messi in rete con l’obiettivo di una proposta variegata per vivere il museo a trecentosessanta gradi.
  • Ordine e sicurezza: Qualcuno nel calderone dei webeti ha provato a fare allarmismo o fasciarsi la testa e recriminare per le limitazioni di traffico e la temporanea blindatura della città, invece di tragedie non ce ne sono state. A differenza di altre grandi città sede di concerti in piazza, nelle quali si sono registrati feriti per i botti o altri incidenti, a Reggio è andato tutto bene. I reggini si sono divertiti senza eccessi, le forze dell’ordine hanno tenuto la situazione sotto controllo ai varchi, le code sono state fisiologiche ma non da incubo. 

Le bocciature

  • Una critica corale e condivisibile riguarda l’assenza di uno o più maxischermi che avrebbero consentito di vedere lo spettacolo live dalla piazza anche a chi non era nelle condizioni di stare sotto il palco o molto vicino (ad esempio anziani o famiglie con bambini piccoli). Tutto si può dire tranne che non ci fossero soldi per questa spesa, ma incredibilmente nessuno ha pensato a un’accortezza prevista per tutti i grandi eventi che si svolgono in aree pubbliche
  • Pollice verso per la coriacea tendenza a mugugnare dei reggini. Mai soddisfatti e arringatori dei soliti lamenti: lunghe code, tempi di attesa stancanti per accedere all’area del concerto, cantanti troppo in età e le tradizionali accuse per strade dissestate, carenze idriche e spazzatura al grido di “riparate le buche invece di spendere soldi per i concerti”.  Salvo poi vantarsi delle riprese aeree della città in diretta su RaiUno. Qualcuno riposta e, affascinanto, chiede: “Ma quale città è quella del Capodanno Rai?”. Ebbene sì, siamo proprio noi. 
  • Contributi e agevolazioni

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  • Il campanilismo non muore mai. Come sempre, più si ha e più si vuole: la trasmissione è andata in onda da Reggio Calabria, città ovviamente citata spesso durante la serata e anche da molti artisti, ma alcuni hanno avuto da ridire sulle clip dedicate alle altre località calabresi (la prima delle quali, tra l’altro, è stata incentrata sul territorio reggino). In un clima da Reggio capoluogo, i pasionari contestano che si sia parlato troppo di Cosenza, anzi no, di Catanzaro. Lo scorso anno, quando il palco era a Crotone, i video su Reggio però non davano fastidio, chissà perché…

I casi della trasmissione: Angelo Sotgiu si scusa e spuntano tweet su Liorni

Gli ascolti: L’Anno che Verrà ha vinto la sfida degli ascolti televisivi di Capodanno. Vista da 5 milioni e 383mila persone con il 36,8% di share supera di dieci punti la trasmissione concorrente Mediaset ed è subito gara a chi ce l’ha più grosso… il palco. Ovvero Reggio vs Catania, oggettivamente una vittoria facile per la megastruttura Rai che ha sorpreso gli stessi artisti con le misure imponenti e la bellissima scenografia impreziosita da 500 fari circolari che hanno brillato tutta la notte. Il popolare programma di RaiUno nella sua edizione reggina entra nella storia come più visto degli ultimi dieci anni ma perde pubblico rispetto a Crotone, che aveva superato i 6 milioni di spettatori. Voto 9

Marco Liorni: Il conduttore raccoglie la difficile eredità di Amadeus e le opinioni del pubblico sono contrastanti. Qualcuno lo ha trovato ingessato, altri si sono improvvisati direttori artistici per asfaltare le scelte del cast composto soprattutto da vecchie glorie. Su X invece circola uno sfottò ripreso dalle testate nazionali come fosse vangelo: il topic trend è che Liorni fosse su di giri per aver brindato prima di salire sul palco. Altro che timido, nei commenti si rincorre l’impressione che alcuni errori e confusioni fossero dovuti a uno stato alcolico. Marco Liorni bello e dannato come Hendrix o Morrison. Voto 7

Ricchi e Poveri: A loro, che se la sentono ancora benissimo, era stata affidata l’animazione del countdown di mezzanotte ma Angelo ha lanciato una parolaccia in mondovisione a pochi secondi dal 2025. Il suo “teste di c..” rivolto ai tecnici colpevoli di non aver aperto un microfono che evidentemente lo era fa dimenticare la piazzata di Blanco a Sanremo per motivi simili. Mentre Angela ci metteva una pezza continuando a saltellare come nulla fosse, il compagno ha ripetuto l’imprecazione, di cui oggi si è scusato unendosi alle parole di doglianza già arrivate sul palco da Liorni per la frase “sconveniente”. I Ricchi e Poveri sono i nostri Abba e con loro la piazza ha ballato di gusto, ma la caduta di stile è innegabile. Voto 5 perché nella media Angela compensa Angelo; giudizio sospeso per il playblack impietosamente sgamato.

Cristiano Malgioglio: Mattatore annunciato, è stato diva anche fuori dal palco coinvolgendo il pubblico durante le prove e pubblicando su Instagram storie della movida reggina. Almodovariano e perfetto nel suo genere l’outfit di Capodanno rosso fuoco, dagli stivaloni, ai guanti e il rossetto. Voto 10

J-Ax: Stakanovista del mestiere, il rapper è riuscito nell’impresa di dividersi tra esibizioni in due sedi distanti tra loro oltre duecento chilometri (da percorrere in parte lungo la nostra avventurosa viabilità calabrese). Qualcuno gli ha attribuito doti magiche di ubiquità avendo cantato a Reggio fin quasi a ridosso della mezzanotte. Invece i chilometri non sono un’opinione e a Corigliano-Rossano J-Ax è apparso verso le 3 del mattino e il pubblico ha ugualmente gradito. Voto 8

Sì o no degli altri protagonisti: Voto basso, non più di 4, a Sal Da Vinci, che ha voluto tenere il piede in due staffe ai limiti del paradosso. J-Ax ha dato tanto sia a Reggio che a Co-Ro, ma l’artista partenopeo in piazza Indipendenza ha fatto una comparsata evitabile eseguendo il suo successo “Rossetto e caffé” per poi scappare verso l’aeroporto in quanto ospite del concertone della sua città. Per dirla alla napoletana, da noi ha cantato con la “leva dint’a sacca”. Il pubblico reggino ha amato le numerose uscite di Diodato, che ha aperto lo spettacolo; l’energia di Rettore; le impeccabili performance di Alex Britti e Ermal Meta. Ha deluso Anna Oxa, la cui esibizione è stata percepita fredda.

Emozionante l’omaggio a Mino Reitano con l’inteprete reggina Alma Manera, penalizzato dalla messa in scaletta nell’ultima parte della trasmissione. Una garanzia per i festeggiamenti di Capodanno sono stati Nino Frassica Loc Locos, registi di balletti e trenini in piazza Indipendenza dopo la mezzanotte.

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“L’Anno che Verrà”, vetrina di promozione e trofeo elettorale conteso dalla politica

Cosa resterà di questo evento che ha acceso i riflettori su Reggio? Come l’anno scorso a Crotone, il bilancio guarda sempre alle ricadute future sul turismo e la promozione del territorio. E’ questo, del resto, l’obiettivo del costoso investimento della Regione con Rai Com e dopo aver smaltito i bagorgi e l’ebbrezza degli ascolti, vedremo nel tempo cosa davvero porterà in dote questa vetrina televisiva. A  Crotone il ritorno per l’indotto locale non è stato commisurato alla spesa, ma per argomentare di questo su Reggio aspettiamo di conoscere con esattezza le cifre totali che la Calabria ha erogato per l’evento.

Nella nostra città però, rispetto Crotone, esiste un dato particolare: è innegabile che il Capodanno Rai sia stato (e sarà) trofeo politico in vista delle elezioni comunali. Ne sentiremo parlare ancora a lungo, e da visuali diverse della stessa propaganda. Tanto da sfiorare la pazza idea di riportare L’Anno che Verrà per la seconda volta qui: scelta possibile – da accordi ci resta un terzo anno – ma che scatenerebbe un putiferio. Insomma, non ci tocca anche se sarebbe molto funzionale alla strategia elettorale, tre mesi prima del voto. Ma finita la festa, a Reggio ora serve risollevarsi dalle sue classifiche negative. Starà a noi distinguere il grano dal loglio.



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