BARI – Per l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale il via libera alla legge di Bilancio con all’interno l’emendamento presentato da Antonella Laricchia è stata nei fatti una correzione in corsa di un errore formale. Per il governatore Michele Emiliano, che ha promulgato la legge il 31 dicembre, si tratta invece di un possibile falso perché il testo è differente rispetto a quello votato in Aula il 18 dicembre. E’ per questo che il presidente della Regione martedì sera ha mandato un esposto alla Procura di Bari, dopo aver «avvertito» con una lettera la presidente Loredana Capone.
Lo scontro tra il leader della coalizione e la Capone non riguarda solo l’emendamento della Laricchia, approvato con 24 voti dal Consiglio regionale e dichiarato respinto in aula sulla base di una interpretazione dello Statuto poi riconosciuta erronea dall’Ufficio di presidenza, ma genera un vero cortocircuito nel Pd per la contrapposizione – su un tema dal profilo delicato – inattesa tra due alti esponenti pugliesi.
Nel merito la proposta ora diventata legge della Laricchia costringe le nomine emilianiste a passare al vaglio delle forche caudine del Consiglio regionale, ipotesi che in aula il governatore aveva combattuto, invitando la consigliera grillina – dopo che il Consiglio aveva dichiarato respinto l’emendamento – a rivolgersi alla Corte costituzionale. La consigliera di Adelfia ha invece mandato una pec all’ufficio di presidenza, costringendolo, davanti ai precedenti conformi, ad intervenire per correggere l’errore: i 24 voti sono infatti sufficienti, ne sono richiesti 26 solo per l’approvazione della legge di bilancio nel suo complesso. L’ufficio di presidenza (composto da Cera, Clemente, De Leonardis e Capone) il 23 dicembre ha così deciso di emendare il precedente, convinto che il problema si sarebbe posto all’inverso «se non avessero corretto la rotta davanti al diritto del legislatore». La disposizione è stata dunque inserita nell’articolato definitivo, che l’ultimo giorno del 2024 è stato mandato in pubblicazione dal governatore con le sue 244 pagine. Prima, però, Emiliano aveva mandato alla presidenza del Consiglio una lettera infuocata: «Nel testo della legge c’è un evidente falso che dovrò segnalare alle autorità competenti», è il senso delle rimostranze cui la Capone ha replicato inviando al governatore una seconda versione del testo della legge di Bilancio. C’è scritto che il provvedimento è «conforme al verbale (…) così come emendato dall’ufficio di presidenza». Ed è quest’ultimo che Emiliano ha dovuto infine promulgare, perché lo Statuto non consente al presidente di fare altrimenti.
La bocciatura dell’emendamento Laricchia è stata un errore. E sul punto la Laricchia è stata chiara nella sua Pec. Ora, incassata l’approvazione, è ancora più incisiva. «Non è accettabile – dice – che all’interno delle istituzioni le regole si modifichino in base alle persone. Evidentemente questa norma faceva paura soprattutto perché tra poco si è in campagna elettorale e le nomine servono per garantirsi il consenso». Il problema è procedurale. La lettera di Emiliano sembra suggerire tra le righe che la Capone avrebbe dovuto ri-convocare il Consiglio perché, preso atto dell’errore, rivotasse la legge nel suo complesso: i consiglieri hanno infatti votato (approvato) sapendo che all’interno l’emendamento Laricchia non c’era. Ma questo avrebbe comportato la mancata approvazione del bilancio entro il termine del 31 dicembre, e dunque l’esercizio provvisorio. La presidente Capone però non lo ha ritenuto necessario. «Devo rispettare la volontà del Consiglio – ha spiegato -, se il Consiglio ha votato la norma, e l’ha votata, la norma deve essere inserita nel compendio finale».
Cosa dice tra l’altro la norma Laricchia? Impedisce di nominare in aziende e incarichi regionali i candidati non eletti alle ultime elezioni e dunque mette un freno ai «trombati» (il catalogo delle personalità con questo status tra il sottogoverno emilianista è sterminato). Il nuovo anno inizia con una vera mina sul percorso del centrosinistra pugliese. E ora l’ipotesi è di predisporre un emendamento per eliminare dal bilancio questa e altre norme ritenute, per vari motivi, insostenibili.
Capone: «Preso atto dell’errore formale»
«Abbiamo rispettato il voto dell’aula che è sovrano in democrazia. Sono donna delle istituzioni e questi principi sono cardine della mia azione quotidiana». Lo dichiara la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, dopo l’esposto in procura presentato dal governatore Michele Emiliano in relazione alla versione finale del bilancio in cui c’è un emendamento che, al momento dell’approvazione in aula, era stato bocciato per errore mentre ora fa parte della legge promulgata dallo stesso governatore.
«L’ufficio di Presidenza – prosegue Capone – ha doverosamente preso atto dell’errore formale che c’era stato in Consiglio regionale quando la proposta di legge della consigliera Laricchia era stata respinta nonostante avesse ottenuto la maggioranza dei voti necessari. La decisione, richiesta formalmente dalla consigliera Laricchia, è stata comunque adottata dopo l’acquisizione e la presa d’atto dell’istruttoria e del parere della segretaria generale».
«L’ufficio – conclude la presidente – ha quindi necessariamente sanato la situazione e, come accade per gli emendamenti approvati, anche questo è stato inserito nel testo complessivo del bilancio».
La lettera di Emiliano al Procuratore Rossi: «In legge di bilancio emendamento non approvato»
«Il testo finale della legge di stabilità 2025, effettivamente approvato dalla maggioranza assoluta dei consiglieri in carica, non comprendeva l’articolo 242 (corrispondente all’emendamento 111 presentato dalla Consigliera Laricchia) perché l’emendamento che lo conteneva era stato dichiarato respinto nel corso della votazione sui singoli emendamenti». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in una lettera indirizzata al procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, relativamente all’esposto presentato dallo stesso Emiliano sulla versione finale della legge di bilancio approvata dal Consiglio regionale della Puglia e da lui promulgata. Il riferimento di Emiliano è alla possibilità che la legge di bilancio approvata dal Consiglio regionale contenga un falso, poiché nella versione finale è stato inserito anche un emendamento che era stato bocciato (secondo la presidenza del Consiglio «per un errore formale») e che ora però fa parte della legge promulgata dallo stesso governatore, dopo una correzione fatta dall’Ufficio di Presidenza a seguito di un’istruttoria.
«In altre parole, tra gli articoli costituenti il testo finale della legge, messo a votazione definitiva nella seduta del 18 dicembre scorso ed approvato dal Consiglio con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, non c’era, con ogni evidenza, l’articolo 242 essendo stato dichiarato ‘non approvato’ dalla presidenza dell’assemblea», prosegue Emiliano nella lettera. Il governatore sottolinea come «la correzione postuma della proclamazione del risultato della votazione sull’emendamento 111 (che aveva ottenuto n. 24 voti a favore) che l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha successivamente disposto con delibera n. 288 del 23/12/2024, sulla scorta di analoghi precedenti in tal senso», non è «idonea a sanare il vizio procedurale consistente nel fatto che il testo della legge di stabilità votato e definitivamente approvato dall’Assemblea il 18 dicembre scorso con i 26 voti favorevoli, non conteneva l’articolo 242».
Emiliano spiega di non avere poteri «di controllo sulla legittimità sostanziale o formale della legge approvata dall’assemblea» e di non poter «rifiutare la promulgazione della legge ancorché – per ipotesi – formalmente irregolare o giuridicamente inesistente, e ciò a garanzia delle prerogative dell’organo legislativo e della sua manifestazione di volontà».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link