Angela Nardelli, prima lo sport ma poi anche il cinema e tante passeggiate

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La 23enne Angela Nardelli, giovane promessa dello sport pugliese,  da qualche anno è approdata nel Volley della Capitale, dove continua a coltivare la sua passione, nella doppia funzione di atleta ed allenatrice.

 

Il fisico nella Pallavolo conta, ma in genere chi sceglie questo Sport non lo fa solo per il cosiddetto phisique du role. Cosa o chi l’hanno spinta verso il Volley?

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Il primo contatto con la pallavolo è avvenuto all’età di 12 anni, dopo aver cambiato molti sport, soprattutto individuali.
Mio padre, tramite amici, venne a conoscenza di questa società nel nostro paesino in Puglia e decise di farmi provare l’ennesimo sport, sperando magari potesse coinvolgermi di più essendo io al tempo,  anche oggi, una persona estremamente socievole.
Entrammo in questa palestra e sembrava essere tutto al posto giusto, era pieno di ragazze che come me avevano appena iniziato e  mi sono sentita subito a casa.  Da quel momento l’amore per la pallavolo è cresciuto a dismisura e non ho mai voluto farne a meno, nonostante i molteplici infortuni che purtroppo mi hanno portata via dal campo per circa 1 anno quando sono arrivata a Roma.

Dalla Puglia al Lazio e precisamente nella Capitale. Quale differenza ha trovato nella pratica sportiva vissuta in provincia ed in una metropoli come Roma?

Come in ogni ambiente e società sportiva, ci sono usi e regole diverse ed è chiaro pensare che queste possano dipendere dalla grandezza della realtà in cui ti ritrovi, sia a livello di accessibilità a quelle che sono le prime squadre, nel mio caso serie D prima e serie C dopo all’interno della stessa società, sia dal punto di vista di opportunità presenti all’esterno. Chiaramente una grande metropoli come Roma ti da modo di poter effettivamente scegliere tra più ambienti ed avere indubbiamente più opportunità di carriera, cosa ben diversa invece in un piccolo paesino che comunque se dotato di una società ben organizzata, come lo era la mia, riesce a far interfacciare l’atleta con realtà vicine che sebbene piccole hanno aiutato di sicuro la mia crescita sia dal punto di vista sportivo che personale. A livello di gioco vero e proprio sono due mondi diversi, vengono utilizzate tecniche/schemi e velocità di gioco diverse, difficile dire quali dei due sia migliore, è questione di punti di vista, e più che dalla grandezza della  realtà dipende dal tipo di allenatore che ti capita, ma questo è un altro discorso.

Il Volley è sicuramente uno sport elegante ma richiede certamente sforzi notevoli e costanza negli allenamenti. Per non parlare del regime alimentare che deve seguire particolari dettami. Lei come si regola?

Non seguo una vera e propria dieta e anzi mi concedo qualche sgarro, poiché con gli anni ho imparato a conoscere il mio corpo e fortunatamente il mio metabolismo e lo stile di vita frenetico mi permettono  di non dover seguire rigidamente uno schema alimentare e di consumare molto facilmente le energie che assimilo.
Mi do poche regole ma fondamentali e tra queste le più importanti sono: fare 5 pasti al giorno (colazione, merenda, pranzo, merenda pre – allenamento e cena post- allenamento) ; cercare in ogni pasto di integrare, a seconda dell’orario, carboidrati, proteine e fibre sufficienti a tenermi in forze per la giornata; e ultima ma non per importanza, con il tempo sto cercando di abituarmi a bere molta acqua, cosa non facile per me che di solito fino a qualche anno fa bevevo 1l al giorno, troppo poco in generale e soprattutto per un atleta.  Di fondamentale importanza sono poi di sicuro gli allenamenti. È importante auto-disciplinarsi e cercare di non saltarne neanche uno, sia per se stessi che per la squadra.

 Lei oltre all’attività agonistica svolge anche il ruolo di coach. Quali sono i consigli fondamentali che rivolge alle giovani atlete affidate alle sue cure?

Ho allenato ragazze di diverse fasce d’età, dai 6 ai 15-16 anni e devo riconoscere che effettivamente i cosiddetti tempi cambiano davvero, mi spiego meglio.
Non voglio fare il solito discorso ma purtroppo o per fortuna con questo nuovo mondo così ‘’veloce’’ i ragazzi di oggi non hanno pazienza, vogliono tutto e subito e la cosa più ‘’grave’’ è che spesso peccano di poca umiltà. Proprio per questi motivi ciò che dico sempre alle ragazze è che quando ci si allena la palestra deve essere un santuario, si deve sentire solo il rumore del pallone, nessuna risatina o parola che non ha nulla a che vedere con quello che si fa perché ci si deve concentrare, cosa molto difficile per una generazione abituata a scorrere ogni 15 secondi un contenuto diverso. In secondo luogo ci si deve approcciare, a questa che per me non è uno sport ma una disciplina che ti insegna a vivere, con Umiltà, come diceva Socrate ‘’so di non sapere’’, perché solo così si può davvero apprendere e mettersi in gioco, capendo le proprie debolezze e migliorando allenamento dopo allenamento. Infine ciò che ripeto sempre è mai dire ‘’non ce la faccio’’ e non avere paura di sbagliare, perché è proprio quando sbagliamo che impariamo, si sa le esperienze migliori, sia nello sport che nella vita, si fanno quando ci si butta, e alla fine nessuno buon coach verrà a dirti che non sei bravo se ci hai provato con tutto te stesso.

 Lei è giovanissima, oltre allo Sport quali sono gli interessi che coltiva particolarmente?

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Lo sport è indubbiamente la mia passione da anni e nelle mie giornate è sempre presente, però altrettanto importante è la mia vita accademica. Attualmente frequento l’ultimo anno di Giurisprudenza a ‘’La Sapienza’’ di Roma, ed è questo il motivo del mio trasferimento infatti. In un futuro voglio sicuramente continuare a giocare ma chiaramente vorrei realizzarmi lavorativamente parlando. Ho diversi scenari tra cui scegliere vista la portata di questo corso di laurea e non appena finito questo percorso sceglierò che strada intraprendere. Oltre a questo però mi piace molto condividere del tempo di qualità in compagnia dei miei amici, andando al cinema, facendo passeggiate per la bellissima Roma e scoprendo sempre posti e cose nuove, insomma la tipica vita da studentessa di 23 anni.





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