Meno immatricolazioni in Italia e in Europa e una perdita di posti di lavoro tra i fornitori Ue di componenti piĆ¹ che raddoppiata. Sono i numeri dellāanno nero che si ĆØ appena concluso per il mercato dellāautomotive, sempre piĆ¹ in crisi nella complessa transizione al green. Una difficoltĆ generale che, per la prima volta in dieci anni, colpisce anche le consegne globali delle auto elettriche di Tesla, il marchio di lusso di Elon Musk, con un calo dellā1,1% che contraddice le previsioni positive del miliardario americano. A dicembre sono state immatricolate in Italia 105.715 auto, con un calo del 4,9% in un anno. Nell’intero 2024 le immatricolazioni sono state invece poco piĆ¹ di 1,5 milioni, in discesa dello 0,5% sul 2023, ma di ben il 18,7% sul 2019, lāanno prima della pandemia.
IL PRODUTTORE
Nellāanno appena concluso le immatricolazioni di veicoli a benzina in Italia sono aumentate dellā1,9%, mentre quelle delle auto diesel sono calate del 21,4%. Sono poi state immatricolate quasi 65mila auto full electric, il 2% in meno rispetto al 2023 (la quota di mercato ĆØ stabile al 4,2%). Quanto al tipo di vendite, ĆØ in controtendenza lāusato, con un aumento dei trasferimenti di proprietĆ del 6,5%, a quota 5,4 milioni.
Per quanto riguarda Stellantis, il solo produttore nel Paese, il 2024 si ĆØ chiuso con 452.615 auto immatricolazioni, con una flessione del 9,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La quota di mercato si ĆØ attestata nei dodici mesi al 29% (-3% rispetto al 2023) e a dicembre le vetture Fiat hanno fatto registrare un calo del 41% (ma resta in tutto il 2024 il primo brand in Italia). La Panda, prodotta a Pomigliano, rimane la vettura preferita dagli acquirenti italiani, con circa 100mila vendite in tutto l’anno. Ā«La situazione in Italia – commenta il Centro Studi Promotor – non differisce molto da quella dell’Ue, i cui dati definitivi arriveranno a metĆ gennaio, ma che farĆ registrare un analogo calo sul 2019. Senza aiuti pubblici la transizione energetica ha costi di produzione troppo alti e prezzi davvero poco sostenibili per i consumatoriĀ». Secondo quanto emerge da un’analisi condotta per il Financial Times dall’Associazione europea dei fornitori automobilistici (Clepa), nel Vecchio Continente sono stati tagliati piĆ¹ di 30mila posti di lavoro nel 2024 in tutto il settore, rispetto 15mila del 2023. I grandi marchi, dal costruttore di pneumatici francese Michelin alla tedesca Bosch, hanno annunciato le sforbiciate al personale perchĆ© le vendite di nuovi veicoli sono diminuite costantemente, lasciando tra i fornitori un eccesso di capacitĆ e prospettive fosche per il futuro. Rallenta anche la creazione di posti di lavoro: dal 2020 si sono registrate piĆ¹ di 58mila perdite nette di occupati nel settore in tutta Europa. Tra i produttori di auto la bassa penetrazione dei veicoli elettrici continua quindi a sollevare preoccupazioni sul raggiungimento degli target green previsti dai regolamenti Ue per frenare gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici.
Secondo le ipotesi piĆ¹ funeste giĆ questāanno potrebbero scattare per alcuni costruttori sanzioni complessive fino a 16 miliardi. Per l’associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia, l’Unrae, Ā«la transizione green non mostra unāaccelerazione: il 2024 ĆØ un anno sprecatoĀ». In questo contesto, secondo Roberto Vavassori, presidente di Anfia, lāassociazione della filiera dellāauto, Ā«lāItalia continua ad essere l’unico Paese con un divario enorme tra i veicoli venduti e quelli prodotti sul territorioĀ». Ā«Ci aspettiamo – aggiunge – un 2025 difficile, mentre l’attesa per il 2026 ĆØ di ridurre il divarioĀ». Da produttori, consumatori ed esperti di Motus-E arriva quindi la richiesta al governo e alla Commissione Ue di una politica industriale che rilanci lāautomotive, in controtendenza rispetto al taglio dei fondi al settore contenuto in Manovra.
LA BIG USA
Quanto a Tesla, le consegne mondiali nel 2024 sono state poco meno di 1,8 milioni. In Italia il ribasso sfiora il 6%, anche se dicembre ha segnato un incremento del 38,35% rispetto a un anno prima. A Wall Street, ieri, il titolo Tesla ĆØ arrivato a perdere oltre il 7%. A pesare non solo le incertezze sulle strategie del gruppo e sul ruolo di Musk, impegnato nel prossimo governo Usa di Donald Trump. Ma anche una competizione accanita con la Cina (sempre piĆ¹ probabile il sorpasso sulle consegne da parte della big Byd), gli altri produttori Usa e vari competitor mondiali, dalla coreana Hyundai agli europei Bmw e Volkswagen. Per il rilancio di Tesla Musk, dopo diversi ritardi, punta ancora sul progetto dell’auto a guida autonoma, su cui perĆ² si farĆ sentire la concorrenza cinese.
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