“Celik ha la febbre, vediamo domani. La Lazio ha il pilota automatico”

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Claudio Ranieri interviene in conferenza stampa in vista della gara contro la Lazio prevista domenica alle 20.45, valevole la diciannovesima giornata di campionato. 

Queste le sue dichiarazioni: 

Ha recuperato tutti a parte Cristante? Un suo pensiero sul derby, cosa rappresenta per lei il derby? 

“Recuperati tutti tranne Celik che ha la febbre, vediamo domani. Per me essendo tifoso, rappresenta un po’ la stracittadina. Tutto quello che rappresenta per un tifoso, che sia romanista o laziale, è una partita importante. La classifica parla chiaro, loro stanno vivendo un momento eccezionale, hanno fatto un bellissimo girone di andata, è una squadra temibilissima. Dall’altra parte il derby è il derby e ha sempre storia a sé”. 

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Finito dicembre, chi siete? Parlando del derby, c’è un aneddoto personale di quando lei era più giovane? Il suo derby?

“Il mio derby da ragazzo? All’epoca andavo in Curva Sud, quando era ancora trequarti romanista e un quarto laziale. Tutti aspettavano Dante, il capotifoso, che veniva e iniziava i cori. C’erano gli sfottò, non c’era quello che è successo nel corso degli anni. Dicembre ci ha fatto capire che siamo una squadra riuscita a ricompattarsi, siamo squadra, abbiamo dei difetti e lavoriamo per eliminarli, non siamo ancora al 100%. Abbiamo rimesso la nave in navigazione, dove potrà arrivare non lo so, non ho mai fatto promesse se non lavoro e sacrificio”. 

Quando ha giocato i derby a Roma, la squadra si giocava qualcosa di importante. Quello di domenica si gioca perchè è la stracittadina. Sapere che si gioca per qualcosa che è effimero la agita?

“Mi dà l’emozione di sempre, il derby è il derby. Ci teniamo a far bene e vincere la gara. Abbiamo tutti vissuto altri tipi di derby,  ma si azzera tutto, non conta la classifica. L’agitazione non è una buona motivazione, c’è voglia di far bene e determinazione”. 

Potrebbero esserci molti debuttanti nel derby, questo in una sfida come il derby è un vantaggio o uno svataggio?

“Il vantaggio è schierare giocatori che stanno bene fisicamente e moralmente e in connessione l’uno con l’altro”. 

Penso a Pellegrini che in un derby lanciò la sua carriera con un gol di tacco. Ha sempre parole di grande affetto per questo ragazzo. Perché non lo fa giocare in questo momento?

“Solo una questione psicologica, tecnicamente è uno dei migliori centrocampisti d’Europa. Sono pochi i centrocampisti che fanno gol, lui soffre questo fatto dei tifosi e io devo tenere presente se soffre o scivola via. Lui si carica i problemi, dovrebbe giocare con naturalezza. Lui si porta i macigni, non è facile giocare in casa ed essere caricato di negatività. Il giorno che lo vedò sereno non avrò problemi a schiararlo”.       

Una delle migliori qualità della Lazio è sulle corsie esterne, sta pensando a qualcosa di particolare o vede un altro aspetto che la preoccupa?

“La Lazio è brava sugli esterni, centralmente, ripartono ogni volta mille all’ora, tengo in considerazione tutti gli aspetti, così come Baroni lo starà facendo”. 

Nelle sue precedenti esperienze la Roma partiva con una situazione di vantaggio. Nella sua mente, c’è un’analogia rispetto ai derby del passato?

“No, nella gestione del gruppo i derby si caricano da soli, perché sono i tifosi che già te lo fanno vivere in ogni manifestazione. Abbiamo aperto il Tre Fontane per dare uno stimolo ma loro ci danno l’amore e l’affetto in ogni partita, che noi cerchiamo di ripagare. Loro hanno la consapevolezza che vogliono arrivare in Champions e vogliono restare lì. Ogni derby è assestante, non conta la classifica”. 

Lei ha già preso parte a 4 derby, dall’altra parte Baroni è al debutto. Conterà la sua esperienza?

“Non credo, lui mette il pilota automatico, bisogna riconoscerlo. Sentirà la bellezza del derby da allenatore, ma tutto qui”. 

Sui tifosi, nelle ultime settimane c’è stato un riavvicinamento da parte della piazza. Secondo lei è già pace fatta?

“Io credo che siamo tutti uniti. Stiamo spingengo per far bene, anche i tifosi stanno facendo la loro parte. Io ho una certa età, una volta si diceva “La Roma non si discute, si ama” e io l’ho sempre amata. Da bambino un Presidente fece la colletta e i tifosi diventarono soci vitalizi. I Friedkin hanno messo tanti soldi e sarebbe ora di dargli qualche soddisfazione”. 

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