Per ottenere il rilascio di Mohammad Abedini, hanno preso in “ostaggio” la giornalista Cecilia Sala. Altro che violazione della legge islamica. Una certezza che ieri ha confermato l’ambasciata dell’Iran, dopo la convocazione urgente della Farnesina che ha chiesto la liberazione immediata dell’inviata, arrestata a Teheran il 19 dicembre. “L’iraniano è detenuto nel carcere di Milano con false accuse”; dal governo italiano si aspettano che “reciprocamente, oltre ad accelerare la sua liberazione, gli vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno”, scrivono le autorità consolari del regime teocratico. Abedini, però, per ora resta in carcere: il procuratore generale di Milano ha trasmesso alla Corte d’Appello “parere negativo” sulla richiesta dei domiciliari da parte della difesa del cittadino iraniano, arrestato lo scorso 16 dicembre a Malpensa su richiesta degli Stati Uniti.
Le condizioni di detenzione di Cecilia Sala
La sveglia in Italia è suonata a seguito della telefonata che Sala ha fatto ai suoi genitori. “Fate presto”, ha supplicato. Dorme sul pavimento – con due coperte – in una cella vuota, solo un faro acceso 24 ore. In regime di assoluto isolamento da 15 giorni (anche il cibo passa da una feritoia, non vede neanche le guardie), rotto solo dalla mezz’ora concessa per incontrare l’ambasciatrice italiana Paola Amadei. Persino il pacco (articoli per l’igiene, qualche libro, un panettone) che le era stato inviato non è mai arrivato a destinazione nel carcere di Evin.
Gli ayatollah non hanno fatto sconti
Insomma, la politica dei toni bassi intrapresa dal governo italiano fino a questo momento non ha funzionato: gli ayatollah non hanno fatto sconti. E l’esecutivo è stato costretto a un’accelerazione. In mattinata il ministro degli Esteri ha annunciato la convocazione dell’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri.
La mossa del governo e il ricevimento della madre
Nel pomeriggio Giorgia Meloni ha convocato un vertice – durato poco meno di un’ora – con i ministri Tajani e Nordio, il sottosegretario Mantovano e l’intelligence. Il governo ha confermato l’impegno “per l’immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana”. Il sottosegretario Mantovano ha dato disponibilità a riferire al Copasir già questa mattina. Inoltre la presidente del Consiglio nel pomeriggio ha avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia; in serata ha ricevuto a Palazzo Chigi la madre della reporter, Elisabetta Vernoni. Che ha ostentato cauto ottimismo: “La premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre. È stata più precisa e più puntuale ed è questo che io volevo e questo ho avuto. Ci siamo guardate negli occhi, anche tra mamme. La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando”.
Le opposizioni
Il primo a muoversi in Parlamento è stato Matteo Renzi: “Chiedo a Meloni di riunire in sua presenza i leader di maggioranza e opposizione. Diamo la massima disponibilità e il massimo sostegno al governo, ma il governo faccia ciò che altri premier hanno fatto in situazioni analoghe in passato coinvolgendo da subito tutti”. Segue a ruota il Nazareno, con una nota firmata dalla segretaria Elly Schlein e da Peppe Provenzano (responsabile Esteri): “Nella piena collaborazione fin qui assicurata, chiediamo al governo, nelle forme che la delicatezza della vicenda prevede, la condivisione con tutte le forze politiche delle iniziative intraprese per la sua liberazione”. Già, fino a ieri la gauche non si è particolarmente appassionata al brutale arresto della giornalista: nessuna manifestazione o appello di celebrità di casa al Nazareno per chiederne il rilascio. Una coincidenza: lo stesso silenzio registrato durante la rivolta di “donne, vita, libertà” a seguito del fanatismo della polizia morale contro giovani attiviste iraniane. L’Iran non accende i cuori a sinistra, vuoi mettere Gaza.
© Riproduzione riservata
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link