Educazione alimentare: lo stato dell’arte nelle scuole italiane

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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Italia registra tra i tassi più alti di obesità infantile in Europa, con oltre il 20% dei bambini in sovrappeso o obesi.

Centrale, come affermato in molteplici occasioni e dichiarato in indagini e report, è il ruolo della scuola, dove insegnare ai più giovani a nutrirsi in modo equilibrato non è solo una questione di benessere fisico, ma anche di prevenzione a lungo termine.

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Attualmente in Italia l’educazione alimentare non è disciplina scolastica, tuttavia numerose sono state le azioni e i progetti per la sua introduzione.

Sono del 2015 Le Linee Guida per l’Educazione Alimentare, primo contributo istituzionale, che si proponevano di fornire alcuni orientamenti innovativi in materia di educazione alimentare per l’organizzazione delle attività educative e didattiche con uno sguardo attento alle indicazioni dell’Unione Europea in tema di sviluppo delle competenze chiave.

Da allora numerose sono state le iniziative istituzionali per promuovere l’educazione alimentare nelle scuole: dall’istituzione del Fondo per le mense scolastiche (2017) al Programma Frutta e Verdure nelle scuole (https://www.fruttanellescuole.gov.it/home) , dalla partecipazione attiva delle scuole alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione, dal 2022, al documento “L’Europa e il Cibo”, emanato da Barilla Center for Food & Nutrition Foundation del 2020, alla firma del protocollo con la Confederazione Coldiretti del 2023, che prevede la collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e Coldiretti  per l’organizzazione di percorsi didattici finalizzati all’educazione alimentare. E non va dimenticato il protocollo d‘intesa (2023) con la Fondazione Banco Alimentare, per promuovere vari progetti di sensibilizzazione a una cultura solidale, per un uso sempre più consapevole delle risorse alimentari e riducendo lo spreco alimentare.

In Europa

L’educazione alimentare è obbligatoria nel curriculum nazionale per le scuole primarie e/o secondarie di 19 paesi europei: Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Svezia, Regno Unito.

Le indagini

In questo contesto si collocano anche le indagini sulle abitudini alimentari di bambine e bambini della scuola primaria in particolare, che evidenziano a livello regionale la presenza di buone pratiche ma anche del grande cammino ancora da fare.

Citiamo tra le tante “Okkio alla salute” che descrive la diversità geografica e il mutamento nel corso degli anni di stato ponderale, abitudini alimentari, attività fisica e sedentarietà oltre che del contesto famigliare e scolastico dei bambini della scuola primaria. L’indagine è in sintonia con le linee guida tracciate dal Programma Governativo “Guadagnare salute“, campagna lanciata nel 2022, dal Piano Nazionale della Prevenzione e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dal 2008 ad oggi hanno avuto luogo in Italia sette raccolte dati a livello nazionale, coinvolgendo oltre 40.000 famiglie e 2000 scuole ogni volta.

Alcuni dati resi noti di recente, riferiti in particolare alle regioni Liguria e Emilia Romagna, hanno rilevato che, tra i 5245 bambine e bambini romagnoli e emiliani (classi 3°, tra gli 8 e i 9 anni) e quelli dei 73 plessi scolastici liguri con 82 classi campionate, nelle due regioni si consumano più frutta e verdura, si è ridotto il consumo dei cibi in scatola, anche quello di bibite gassate e zuccheri e sono aumentati i percorsi di educazione alimentare nelle scuole.

In entrambe le regioni rimane problematico il tempo dei minori trascorso davanti alla tv e allo smartphone e, nonostante l’attività fisica sia in aumento dal 2008, conducono uno stile di vita ancora troppo sedentario.

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In particolare in Emilia Romagna sono in costante calo dal 2008 i bambini in sovrappeso e obesi ed è aumentata nel tempo la mobilità attiva, con il 30% dei bambini che nel 2023 è andato a scuola a piedi, in bici o con il monopattino.

L’educazione alimentare è prevista nell’attività curriculare dell’85% delle scuole oggetto di indagine (era l’82% nel 2019).

A definire il menù scolastico in Emilia-Romagna sono più frequentemente un’azienda appaltatrice e l’Azienda Usl. Secondo il giudizio dei dirigenti scolastici, il 93% delle mense è adeguato ai bisogni dei bambini e delle bambine.

Rispetto alle precedenti rilevazioni nella Regione Liguria si osserva un aumento progressivo della prevalenza di bambini obesi, tra cui l’1,9% dei bambini risulta in condizioni di obesità grave e il 27,2% dei bambini presenta un eccesso ponderale che comprende sia sovrappeso sia obesità.

La raccolta dati conferma la diffusione di cattive abitudini alimentari, per cui per esempio l’8,8% non fa la colazione e il 36,4% ne consuma una non adeguata.

In generale, i bambini della Regione Liguria fanno più attività fisica rispetto al dato nazionale, con particolare riferimento all’aumento percentuale dei bambini che si recano a scuola a piedi e/o bicicletta.

In Liguria il 98,6% delle scuole campionate ha una mensa scolastica funzionante. Nelle scuole dotate di una mensa il 79,2% di esse sono aperte almeno 5 giorni alla settimana. Tra le scuole campionate l’86,3% ha inserito l’educazione alimentare nell’attività curriculare.

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